Mattarella firma il ddl sulla carne sintetica, ma l’UE blocca la legge

Il presidente della Repubblica ha firmato il disegno della legge che vieta la vendita della carne coltivata in Italia, ma ora la palla passa all'Europa

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha ufficialmente promulgato il disegno di legge riguardante le Disposizioni in materia di divieto di produzione e di immissione sul mercato di alimenti e mangimi costituiti, isolati o prodotti a partire da colture cellulari o di tessuti derivanti da animali vertebrati nonché di divieto della denominazione di carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali. Si tratta del cosiddetto ddl Carne sintetica, che proibisce la vendita di cibo da colture cellulari e prodotto con nuove tecnologie.

Cos’è il ddl sulla carne sintetica firmato da Mattarella

Il disegno di legge, proposto dal ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, si concentra sulla regolamentazione della carne coltivata in laboratorio, che a livello europeo è considerato un novel food, letteralmente “nuovo alimento”. Tale definizione comprende tutti i nuovi cibi ottenuti attraverso l’uso di nuove tecniche o che non fanno parte dell’alimentazione tradizionale dei Paesi comunitari, e pertanto necessitano di essere regolati.

Il testo del ddl stabilisce il divieto di produzione e commercializzazione di alimenti e mangimi ottenuti da colture cellulari o tessuti derivanti da animali vertebrati. Prevede inoltre il divieto della denominazione carne per prodotti trasformati contenenti proteine vegetali. Il tentativo di disciplinare questo settore emergente ha sollevato però alcune perplessità in patria e a livello internazionale.

Carne sintetica: perché il ddl è bloccato dall’Europa

L’iter della legge non termina con la firma di Sergio Mattarella. Prevede infatti una procedura di notifica alla Commissione Europea, che avrà la facoltà di formulare osservazioni in merito. L’Italia aveva inizialmente notificato il provvedimento a luglio, ritirandolo successivamente a inizio ottobre. Il 16 novembre la Camera ha però approvato il disegno di legge in via definitiva, avviando nuovamente il processo di notifica a Bruxelles.

La Commissione Europea ha 90 giorni per fornire il suo parere in merito. La legge risulta dunque sospesa fino al 4 marzo 2024. La Commissione può inoltre prolungare questo periodo fino a un massimo di ulteriori tre mesi.

Questo rallentamento è dovuto alla necessità di conformarsi alla procedura TRIS, (“Technical Regulation Information System”), un meccanismo dell’UE per la valutazione di proposte di regolamentazione tecnica da parte dei singoli Stati. La misura è volta a garantire la trasparenza e la coerenza delle normative che potrebbero avere un impatto sul mercato unico europeo.

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L’Italia rischia una procedura di infrazione dall’UE

La carne coltivata in laboratorio e l’assunzione di proteine da insetti – come la discussa farina di grillo – rientrano nella categoria dei novel food. Le leggi relative alla messa al bando di questi alimenti devono essere notificate a Bruxelles come qualsiasi altro progetto di legge che potrebbe ostacolare gli scambi commerciali tra gli Stati membri.

Se la valutazione dell’UE suggerisse che il decreto potrebbe ostacolare la libera circolazione di prodotti alimentari, potremmo assistere a una procedura di infrazione. Il nodo cruciale sembra legato alla possibilità che la legge imponga restrizioni agli operatori del settore alimentare, limitando la produzione, la commercializzazione e la somministrazione di alimenti ottenuti da colture cellulari o tessuti di animali vertebrati.

La carne coltivata è il futuro del cibo in Europa?

Quello della carne sintetica è un business mondiale da 25 miliardi di euro da cui l’Italia ha scelto di prendere le distanze, con un provvedimento fortemente voluto da Coldiretti e dal ministro Francesco Lollobrigida. Il ddl, definito mera propaganda dalle opposizioni, serve nelle intenzioni a tutelare gli allevatori italiani. Nella pratica potrebbe bloccare l’avanzamento scientifico e industriale del nostro Paese.

Oggi è improbabile un’inversione di rotta a livello europeo. Quella coltivata è un’alternativa più sostenibile a livello ambientale alla carne tradizionale e, con i dovuti controlli di sicurezza alimentare, potrebbe essere una delle armi contro il cambiamento climatico che sta rendendo progressivamente il nostro pianeta inabitabile.

Non è un mistero che l’Unione Europea voglia dirottare i fondi destinati al settore primario verso le nuove tecnologia a basso impatto ambientale, magari con la trasformazione degli allevamenti in aziende di carne sintetica. Rimarrà ai decisori italiani capire se salire sul carro del progresso continentale o difendere la tradizione culinaria del Belpaese, tenendo a mente i danni economici derivanti da queste scelte.