Reddito di Cittadinanza, passo indietro: aiuti a chi lo ha perso

Il governo Meloni guarda a una platea di 15mila soggetti che non possono iscriversi ai corsi di formazione: ipotizzati nuovi aiuti e non solo

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Continua a essere infuocata la discussione in merito all’abolizione del Reddito di Cittadinanza. Facile prevedere movimenti di protesta a partire da fine dicembre, considerando come dal 2024 nessuno riceverà più tale sostegno, bandiera del Movimento 5 Stelle.

I tecnici del ministero del Lavoro, insieme con l’Inps, sono però al lavoro per studiare una sorta di “paracadute”. L’idea è quella di tendere una mano alle circa 15mila persone che hanno già perso il RdC o lo perderanno. Si tratta di soggetti occupabili, che non hanno diritto al nuovo Supporto per la formazione e il lavoro.

Addio Reddito di Cittadinanza: ecco il paracadute

Sono circa 15mila i soggetti occupabili che hanno già dovuto rinunciare al Reddito di Cittadinanza, o che a breve dovranno farlo. Parliamo di casi nei quali non c’è alcun diritto al Supporto per la formazione e il lavoro, il che pone queste persone in un limbo.

In assenza dei 350 euro garantiti dal governo di Giorgia Meloni, per un massimo di un anno e a patto di prendere parte ai corsi di formazione per il lavoro previsti, ecco cosa potrebbe accadere.

Lo studio dei fascicoli, dopo l’avvio della piattaforma Siisl, ha portato a individuare per ora 15mila soggetti che non possono iscriversi ai corsi di formazione, ergo non hanno chance di ricevere il supporto ed essere indirizzati verso un nuovo impiego.

Nuovi aiuti in arrivo

Tanto il ministero del Lavoro quanto l’Inps stanno delineando i 15mila profili, studiando le qualifiche in possesso di tali soggetti e il modo migliore per tentare di collocarli nel mercato del lavoro. Si mira a stabilire eventuali interventi normativi, regolamentando il percorso che si ritroverebbero a seguire, qualora vorranno.

Sul tavolo c’è la possibilità di un’estensione del limite ISEE del Supporto. Al tempo stesso di valuta l’inserimento di queste persone nel programma Gol per il lavoro, che è legato ai fondi garantiti all’Italia dal Pnrr. Non è da escludere che per quest’operazione l’esecutivo decida di fare affidamento ai fondi dall’Europa per il programma anti-povertà. In questo caso si creerebbero dei percorsi specializzati.

Calcolo dell’ISEE e nuovo sussidio

Si ricorda, inoltre, come da aprile 2023 si possa richiedere l’ISEE corrente, al fine di aggiornare la propria situazione, ottenendo un indicatore di ricchezza più preciso. Utile ovviamente soprattutto nel caso in cui la propria situazione sia peggiorata.

La soglia fissata dei 9.360 euro per il nuovo sistema di supporto del governo Meloni, tiene conto anche dei patrimoni mobili. Se dunque una famiglia ha attinto ai propri risparmi per far fronte a condizioni di estrema difficoltà, il valore dell’ISEE 2023 sarà dunque più basso rispetto al precedente.

Ciò potrebbe portare a una riduzione concreta di quei 15mila soggetti individuati. Il piano attualmente resta quello di spingere gli ex percettori del Reddito di Cittadinanza a iscriversi alla piattaforma Siisl. Un discorso complesso, considerando come dei genitori in netta difficoltà economica agognino soluzioni rapide e quindi un lavoro, preferendo non sfruttare il proprio tempo in corsi, che nulla portano in tasca.

Anche per questo non è stata del tutto scartata l’idea di un ulteriore sussidio. Questo sarebbe ad personam, dunque valido anche per più soggetti nello stesso nucleo familiare. Ad oggi, però, si tratta dell’estrema ratio.