Quanto guadagna un investigatore privato e quali titoli deve avere

L'investigatore privato deve possedere una regolare licenza e dei titoli specifici e può essere dipendente o titolare d'istituto, ma qual è lo stipendio?

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

L’investigatore privato si occupa di raccogliere informazioni e prove in ambiti personali, finanziari o legali. Per questa figura professionale, che opera al di fuori della sfera delle forze dell’ordine, sono necessarie specifiche competenze e un rigoroso percorso formativo per poter esercitare legalmente in Italia. Vediamo quali sono i titoli richiesti, le qualifiche, ma soprattutto quanto guadagna.

I requisiti per diventare investigatore privato

Per intraprendere la carriera di investigatore privato è essenziale soddisfare determinati requisiti legali e morali. In particolare, è necessario non avere condanne per delitti non colposi, non essere stati sottoposti a misure di sicurezza personale o ammonizioni, e non essere stati dichiarati delinquenti abituali, professionali o per tendenza.

Sono inoltre escluse tutte le persone con condanne per delitti contro la personalità dello Stato, l’ordine pubblico, o per delitti contro le persone commessi con violenza.

Quali sono i titoli necessari: laurea o diploma?

Per diventare un investigatore privato titolare di istituto è richiesto un diploma di laurea triennale in aree specifiche come Giurisprudenza, Psicologia a indirizzo forense, Sociologia, Scienze Politiche, Scienze dell’Investigazione, Economia o Scienze della Sicurezza.

In aggiunta, è necessario aver completato un periodo di pratica di almeno tre anni presso un investigatore autorizzato e aver partecipato a corsi di perfezionamento teorici e pratici in materia di investigazioni private, organizzati da università o centri di formazione professionale riconosciuti.

Per i dipendenti, invece, si richiede un diploma di scuola media superiore, il rispetto dei requisiti morali previsti dalla legge, un periodo di pratica di tre anni in qualità di collaboratore per indagini elementari presso un investigatore titolare di istituto, e la partecipazione a corsi di perfezionamento teorico-pratico.

In alternativa al praticantato e ai corsi di formazione è possibile avere svolto attività di indagine nelle forze di polizia per un periodo non inferiore a 5 anni e aver lasciato il servizio, senza demerito, da almeno 4 anni. Per questo motivo molti investigatori privati in Italia sono poliziotti in pensione che hanno deciso di continuare il proprio lavoro in privato.

Ricapitolando, dunque, i requisiti sono i seguenti:

Titolari di istituto Dipendenti
Titolo di studio Laurea triennale
Corsi di formazione
Diploma di scuola superiore
Corsi di formazione
Praticantato 3 anni presso società di investigazioni
5 anni presso le forze di polizia
3 anni presso società di investigazioni
5 anni presso le forze di polizia
Altri requisiti Non avere condanne Non avere condanne

La licenza del prefetto obbligatoria per tutti

Per esercitare legalmente, gli investigatori privati devono ottenere una licenza rilasciata dal prefetto. Questa licenza, che ha una validità di tre anni, richiede la cittadinanza italiana o comunitaria e la capacità giuridica.

La figura dell’investigatore privato titolare di istituto è distinta da quella dell’investigatore privato dipendente, con licenze specifiche per ciascuna categoria. Il titolare di istituto può richiedere licenze per i propri dipendenti, che devono soddisfare i requisiti sopra menzionati.

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Quanto guadagna un investigatore privato

Qual è lo stipendio per un investigatore dipendente

La retribuzione di un investigatore privato può variare significativamente a seconda del livello di inquadramento, dell’esperienza e della notorietà nel mercato. Per un investigatore privato che lavora come dipendente con licenza, il reddito annuo parte da circa 13.500 euro. Questo corrisponde a un guadagno mensile di 1.122 euro, se inquadrato al settimo livello, che è il più basso nell’ambito di questa professione.

Con l’avanzamento di carriera e il conseguimento del ruolo di quadro, lo stipendio mensile può aumentare fino a circa 1.922 euro, che equivale a un reddito annuo di quasi 23.000 euro. Per i quadri, è prevista anche un’indennità di funzioni direttive di 150 euro lordi per 13 mensilità.

Inoltre, gli investigatori ricevono una maggiorazione del 15% per il lavoro notturno ordinario. Anche gli scatti di anzianità influenzano il reddito, con un incremento del 2% dello stipendio ogni tre anni, per un massimo di dieci scatti totali.

Oltre allo stipendio base, vanno considerati ulteriori elementi che incrementano il reddito complessivo, come la tredicesima, gli straordinari, eventuali assegni ad personam, superminimi di merito e premi aziendali di produttività. I guadagni possono salire considerevolmente anche in base a eventuali fringe benefit, compresi rimborsi spese e coperture assicurative previste dai singoli istituti di investigazione.

Quanto guadagna un investigatore titolare di istituto

Un investigatore privato con partita iva che ha acquisito notorietà sul mercato può aspirare a guadagni ben più elevati, arrivando fino a 4.000 euro al mese e oltre. Bisogna infatti considerare che non esiste un tariffario nazionale da oltre tre decenni, quando ne fu introdotto uno per pareggiare le differenze territoriali tra professionisti.

Alcuni investigatori privati lavorano senza licenza e guadagnano di più, ma sono perseguibili a norma di legge e potrebbero incappare in sanzioni salate. Meglio diffidare dunque da chi propone pagamenti in nero o non può dimostrare di avere un permesso: la professione è regolata da regole molto severe.

Le sanzioni per chi opera senza una licenza valida

L’articolo 134 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza (TULPS) stabilisce che la professione di investigatore privato richiede una licenza rilasciata dal prefetto e vieta espressamente la realizzazione di investigazioni, ricerche o raccolta di informazioni per conto di privati senza licenza prefettizia. Questo divieto è categorico e non ammette deroghe.

Secondo l’articolo 17 del TULPS, le violazioni che non prevedono una sanzione specifica o una pena amministrativa sono punibili con l’arresto fino a tre mesi o con un’ammenda fino a 206 euro. Questo articolo copre anche le contravvenzioni alle ordinanze emesse dai prefetti e altri ufficiali di pubblica sicurezza.

Per chi contravviene all’articolo 134 del Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, però, l’articolo 140 dello stesso testo legislativo prevede sanzioni più severe. I contravventori alle disposizioni contenute nel Titolo IV del TULPS, che riguarda le guardie particolari e gli istituti di vigilanza e di investigazione privata, sono soggetti a pene che possono arrivare fino a 2 anni di arresto e a una multa compresa tra 206 e 619 euro.

Operara senza una licenza valida rilasciata dal prefetto, dunque, può costare diverse centinaia di euro e soprattutto la libertà, visto che si rischiano fino a due anni di carcere. Sono inoltre previste sanzioni per chi non è iscritto alla Camera di Commercio e quindi lavora senza un altro requisito di legge che regola la professione di investigatore privato.