Non solo Unicredit, anche Intesa Sanpaolo riduce l’orario di lavoro: il venerdì si uscirà mezz’ora prima

Come effetto dei rinnovo del contratto dei bancari del novembre 2023, le banche iniziano ad adeguarsi alla riduzione della settimana lavorativa: cosa cambia

Foto di Miriam Carraretto

Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Via libera anche in Intesa Sanpaolo alla riduzione dell’orario di lavoro dei dipendenti, come previsto dall’accordo di rinnovo del contatto nazionale dei bancari. Dopo Unicredit, un’altra banca compie quindi questo passo per certi versi epocale. Vediamo cosa cambia e da quando.

Intesa Sanpaolo riduce l’orario di lavoro: come funziona

Dopo Unicredit, anche Intesa Sanpaolo ha approvato l’orario di lavoro ridotto per i suoi dipendenti, a partire dal 1° luglio 2024. La riduzione sarà di mezz’ora e verrà applicata alla giornata del venerdì. Dal 1° luglio, quindi, l’orario di lavoro full time del venerdì passerà da 7 ore e 30 minuti a 7 ore.

Dopo l’apertura registrata durante l’incontro sindacale del 18 marzo scorso con Stefano Barrese, responsabile Banca dei Territori per il Gruppo Isp, è arrivata la conferma ufficiale, sottolinea Fedele Trotta, segretario responsabile First Cisl Gruppo Intesa Sanpaolo. “Registriamo con soddisfazione – spiega – la decisione della banca di applicare, come da nostra richiesta, la prevista riduzione dell’orario di lavoro al venerdì pomeriggio, in attesa che sia sciolto quanto prima anche il nodo delle modalità di fruizione per le colleghe e i colleghi a tempo parziale, che dovranno essere assicurate”.

Nuovo contratto dei bancari: cosa prevede

Il contratto dei bancari è stato rinnovato a novembre 2023. First Cisl e gli altri sindacati del credito hanno firmato il 23 novembre scorso con Abi l’accordo di rinnovo del contratto nazionale dei bancari.

Un accordo “di svolta e innovativo” lo aveva definito il segretario generale First Cisl Riccardo Colombani. Di svolta perché “si avvia un nuovo paradigma retributivo con la redistribuzione della produttività, che rappresenta una quota significativa del totale dell’aumento, e si riduce l’orario di lavoro a parità di retribuzione. Innovativo perché è il primo contratto nazionale, dall’entrata in vigore della Costituzione ad oggi, che demanda alla contrattazione collettiva nelle aziende e nei gruppi bancari l’attuazione di forme di partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alla gestione delle imprese”.

Aumento stipendio e busta paga

Il nuovo contratto prevede tra altre cose un aumento a livello medio (3 area, 4 livello) di 435 euro. Per i circa 270mila  lavoratori del settore significa a regime un aumento del 15% della retribuzione.

La prima tranche dell’aumento, pari a 250 euro, era stata versata già nella busta paga di dicembre 2023, insieme agli arretrati dal 1° luglio 2023, per un importo di 1.250 euro (3 area, 4 livello), e alla tredicesima, che è aumentata anch’essa di 250 euro. Poi ci saranno altri 100 euro a settembre 2024, una terza tranche di 50 euro a giugno 2025 e una quarta di 35 euro a marzo 2026. Previsto anche il ripristino pieno della base di calcolo del Tfr, ridotta nel 2012, con decorrenza da luglio 2023.

Riduzione orario di lavoro

Altra importante novità per i bancari è la riduzione dell’orario di lavoro. Come detto, dal 1° luglio 2024 è prevista una diminuzione dell’orario di lavoro di 30 minuti settimanali, a parità di retribuzione.

Formazione

Aumenta poi il numero di ore retribuite dalle aziende da svolgere durante l’orario di lavoro. Le ore di formazione obbligatoria restano 24, ma viene ampliato il numero delle ore di formazione aggiuntiva retribuite dalle aziende, da 8 a 13 ore.

Fondo per l’occupazione

Viene ridisegnata anche la missione del Foc, il Fondo per l’occupazione finanziato con il contributo dei lavoratori, pari a una giornata lavorativa all’anno, istituito nel 2012 per promuovere la nuova occupazione. Le risorse del Foc verranno impiegate anche per compensare la decurtazione retributiva e contributiva per i lavoratori vicini alla pensione che chiederanno di ridurre l’orario di lavoro, favorendo le assunzioni di giovani: è il meccanismo conosciuto come staffetta generazionale.

Maternità, malattia, disabilità

Novità anche per i diritti. La maternità, compresa quella a rischio, sarà integrata al 100% della retribuzione per l’intera durata del congedo. Aumenta anche del 50% il comporto di malattia in caso di disabilità grave.

Partecipazione

Come anticipato, la novità assoluta di questo contratto è che il primo nazionale in cui viene demandata alla contrattazione collettiva nelle aziende e nei gruppi bancari l’attuazione di forme di partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alla gestione delle imprese.

Banche, con la Fabi, e sindacati si sono infatti impegnati a favorire l’introduzione di forme di partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese, demandando l’applicazione alla contrattazione di secondo livello.

Cabina di regia

Collegato a questo c’è infine anche l’ampliamento dell’attività del “Comitato nazionale bilaterale e paritetico sull’impatto delle nuove tecnologie/digitalizzazione nell’industria bancaria”, che dovrebbe portare a specifiche intese su materie che determinino cambiamenti nel settore.

2023 molto buono per le banche italiane

E di cambiamenti, come visto, ce ne sono stati diversi. Il 2023 è stato anche un anno piuttosto fortunato per le banche. Anzi, molto favorevole, per usare le parole del Governatore della Banca d’Italia Fabio Panetta, nelle sue considerazioni finali in occasione della presentazione della relazione sul 2023.

Il rendimento del capitale ha superato il 12%. La redditività ha beneficiato di un’eccezionale congiuntura di mercato, in cui l’abbondante liquidità in circolazione ha frenato l’aumento del costo della raccolta, mentre il rialzo dei tassi si è trasmesso velocemente a quelli sui prestiti, facendo crescere gli interessi. Il capitale è salito al 15,6% delle attività a rischio.

“Gli ultimi dati confermano la prosecuzione di questa fase favorevole – ha affermato -. All’interno del sistema creditizio, le banche significative mostrano valori di redditività e patrimonio superiori alla media europea“. La solida condizione in cui si trovano oggi gli intermediari rappresenta un punto di forza per l’intera economia italiana – ha affermato il Governatore – ma non dobbiamo abbassare la guardia.

Ad aprile è stato chiesto alle banche di costituire entro la metà del 2025 una riserva di capitale macroprudenziale pari all’1% delle esposizioni domestiche, spiega ancora Panetta. “L’aumento dei requisiti avrà un impatto trascurabile sull’offerta di prestiti e consentirà di limitare gli effetti negativi di eventi sistemici sfavorevoli”. Quanto ai rischi connessi con il quadro macroeconomico, Panetta evidenzia la qualità del credito e la liquidità.