Gusci di ostriche per la salvaguardia dell’oceano: il progetto Oyster2life

Il team del Politecnico di Milano punta a contrastare del cambiamento climatico usando gusci di scarto delle ostriche per il benessere dell’oceano

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Redazione

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La lotta al cambiamento climatico assume una nuova prospettiva grazie a Oyster2Life, un’iniziativa nata nel 2020 dall’impegno di un gruppo di 23 studenti delle Scuole di Ingegneria e Design del Politecnico di Milano. L’obiettivo principale di questo progetto è contribuire alla cura degli oceani in modo innovativo, utilizzando i gusci di scarto delle ostriche.

Oyster2life: ostriche per pulire gli oceani

I gusci di ostrica svolgono un ruolo fondamentale nella rimozione del carbonio e dell’azoto presente nelle acque marine. Inoltre, le ostriche, durante il loro processo di crescita, si nutrono di fitoplancton, uno dei principali responsabili della torbidità delle acque. Questo fenomeno permette ai raggi solari di penetrare nel fondale marino. Ma non è tutto, i gusci di ostrica favoriscono anche l’ancoraggio delle larve e contribuiscono al ripopolamento dell’ecosistema marino, favorendo la vita di tutte le specie che lo abitano.

Il progetto Oyster2Life del Politecnico di Milano, che ha vinto la settima edizione della National Competition di Enactus Italia, mira a pulire l’oceano, riutilizzando proprio gli scarti delle ostriche. Questo innovativo progetto si è contraddistinto per la sua capacità di proporre soluzioni concrete e sostenibili per la protezione degli oceani, ormai diventati quasi delle enormi distese di microplastiche. La competizione, che ha coinvolto 16 università italiane, ha offerto un’importante piattaforma per la presentazione di progetti di imprenditoria sociale orientati alla generazione di impatti positivi sulla società, in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Agenda 2030.

Un passo verso un futuro sostenibile degli oceani

Oyster2Life rappresenta un passo avanti verso un futuro più sostenibile, in cui l’azione imprenditoriale si unisce alla salvaguardia dell’ambiente marino. Grazie all’utilizzo dei gusci di ostrica, questo progetto offre una soluzione innovativa per affrontare le sfide ambientali attuali. Come? La capacità dei gusci di rimuovere carbonio e azoto dall’acqua contribuisce a preservare l’equilibrio degli ecosistemi marini, favorendo la biodiversità e proteggendo la vita marina.

Il successo ottenuto dalla squadra del Politecnico di Milano alla competizione di Enactus Italia garantirà loro l’opportunità di rappresentare l’Italia alla prestigiosa Enactus World Cup 2023, che si terrà a Utrecht. Durante questa competizione internazionale, studenti provenienti da tutto il mondo avranno l’opportunità di condividere idee innovative e soluzioni sostenibili, con l’obiettivo comune di generare un cambiamento positivo nella società.

I gusci delle ostriche per ricreare la barriera corallina

I gusci delle ostriche sono utilizzati anche in altri modi, sempre per salvaguardare gli oceani. Essendo simili agli scheletri dei coralli, quindi delle strutture calcaree, potrebbero svolgere un ruolo importante nella formazione di barriere coralline, sedimentando e creando rocce marine. le barriuere coralline sono purtroppo in pericolo in molte parti del mondo, anche se c’è una buona notizia: la crescita della Grande Barriera Corallina australiana è superiore rispetto al 1985.

Un’idea interessante sta emergendo da alcuni ricercatori della Louisiana: per ripristinare le barriere coralline lungo le coste, stanno valutando l’utilizzo degli scarti delle ostriche, tra i molluschi più diffusi come frutti di mare commestibili. Invece di eliminarli, questi gusci potrebbero essere raccolti dai ristoranti e riciclati per costruire barriere artificiali composte da materiali naturali. Benché queste strutture vengano denominate “coralline”, non sono effettivamente costituite da coralli, ma sono composte da gusci di ostrica. Tuttavia, l’obiettivo rimane lo stesso.

Imprenditoria sociale che crei impatti positivi 

La competizione di Enactus Italia ha coinvolto oltre cento studenti divisi in 16 squadre provenienti da università italiane. I progetti presentati si sono focalizzati sull’imprenditoria sociale e sull’obiettivo di generare impatti positivi per la società, in linea con l’Agenda di Sviluppo Sostenibile 2030. Tra i numerosi partecipanti, sono stati selezionati i quattro finalisti, ognuno vincitore di una delle quattro League: l’Università di Udine (League Itla Bonaiti), l’Università di Brescia (League Carlisle Brake & Friction), l’Università di Padova (League Law & Tax Consulting) e il Politecnico di Milano (League Dana).

Questi i progetti delle altre università finaliste:

  • Università di Udine
    Blue Zone: realizzazione di un comignolo e di un filtro per le canne fumarie delle abitazioni
    che permette la riduzione delle pericolose pm2.5 presenti in atmosfera.
  • Università di Brescia
    NetBusters: creazione di una community e di una nuova filiera di economia circolare volte al recupero delle reti da pesca fantasma presenti nei fondali marini.
  • Università di Padova
    Vimini: connettere produttori di prodotti alimentari e agricoli con consumatori consapevoli, nell’ottica della riduzione dello scarto alimentare.

Durante la cerimonia di premiazione, sono stati consegnati anche alcuni riconoscimenti speciali grazie alla partnership con 3Bee. Mirko De Pascalis è stato premiato come Alumnus over 30, mentre Julia Montevecchi ha ricevuto il premio come Alumnus under 30. Michela Borghetti dell’Università di Brescia è stata nominata Faculty Advisor dell’anno, Miriana Lombardi ha ricevuto il premio come Team Leader, e Roberto Bettati è stato premiato come Business Advisor. Inoltre, il 26 maggio, i partner Dana, KPMG, Randstad, Toyota MH, Unicredit e tutti gli studenti hanno avuto l’opportunità di partecipare al primo Career Fair organizzato da Enactus Italia.