Inquinamento climatico, l’1% più ricco del mondo inquina più del 66% di quello povero

Un nuovo rapporto Oxfam mostra che l'1% più ricco dell'umanità è responsabile delle maggiori emissioni di carbonio nell'atmosfera rispetto al 66% più povero

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Un nuovo rapporto di Oxfam ha rivelato che l’1% più ricco dell’umanità è responsabile di maggiori emissioni di carbonio rispetto al 66% più povero. Questo squilibrio è destinato ad aumentare nei prossimi anni, con gravi conseguenze per le comunità vulnerabili e per gli sforzi globali per affrontare la crisi climatica.

Secondo il rapporto, l’1% più ricco della popolazione mondiale, composto da circa 77 milioni di persone, ha rappresentato il 16% di tutte le emissioni di CO2 nel mondo nel 2019. Questo significa che ogni persona in questo gruppo ha emesso in media 20 volte più di una persona nel 66% più povero.

Queste emissioni sono dovute a una serie di fattori, tra cui il consumo di combustibili fossili, la produzione di beni e servizi di lusso e i viaggi aerei. I miliardari, in particolare, sono responsabili di una quota significativa delle emissioni globali. Secondo il rapporto, i 2.225 miliardari del mondo sono responsabili di circa il 10% delle emissioni di CO2 globali.

La disuguaglianza climatica ha gravi conseguenze per le comunità vulnerabili. Le persone che vivono in paesi poveri e in via di sviluppo sono le più esposte agli effetti del cambiamento climatico, come gli eventi meteorologici estremi, l’innalzamento del livello del mare e la perdita di habitat.

Inoltre, la disuguaglianza climatica ostacola gli sforzi globali per affrontare la crisi climatica. Se i più ricchi non ridurranno le proprie emissioni, sarà molto difficile raggiungere gli obiettivi di Parigi, che mirano a limitare il riscaldamento globale a 1,5 gradi Celsius.

L’1% più ricco inquina quanto due terzi della popolazione mondiale

Il dato, seppur impressionante, fornisce un’idea cristallina e inequivocabile: l’1% delle persone più ricche del Pianeta è responsabile di maggiori emissioni di carbonio rispetto a due terzi (il 66%) di tutte le persone più povere.

Ovviamente, questa condizione fa sì che nonostante gli sforzi globali per affrontare l’emergenza climatica, l’1% dei cittadini più abbienti, con i loro stili di vita e le loro industrie, ha il potere di impattare in maniera disastrosa sulle comunità più vulnerabili.

Studio e Analisi

Lo studio analizza le emissioni di 77 milioni di persone, tra cui miliardari, milionari e persone che percepiscono uno stipendio medio di oltre 140.000 dollari all’anno. Questo insieme di persone rappresenta il 16% di tutte le emissioni di CO2 nel mondo.

Per visualizzare meglio le cifre, bisogna immaginarsi che l’1% più ricco, con le sue emissioni di 5,9 miliardi di tonnellate di CO2 nel 2019, contribuisce agli effetti di un clima fatto di siccità e fame, alluvioni e devastazione, oppure innalzamento dei mari, tale da portare a immense sofferenze per milioni di persone.

Attraverso una formula, simile a quella utilizzata dall’Environmental Protection Agency degli Stati Uniti, il rapporto calcola che le emissioni del solo 1% sarebbero sufficienti a causare ondate di calore correlabili alla morte di 1,3 milioni di persone nei prossimi decenni.

Chi paga il prezzo della crisi climatica e della disuguaglianza

Il cambiamento climatico non colpisce tutti allo stesso modo. Ci sono alcuni che ne sono più responsabili e altri che ne subiscono di più le conseguenze. Tra questi ci sono soprattutto donne, migranti, ragazze, persone che vivono e lavorano in luoghi esposti o precari, ma anche comunità etniche discriminate o in generale coloro che vivono in povertà.

Impatto sulle categorie vulnerabili

Questi gruppi hanno meno accesso a protezione sociale e assicurazioni, “il che li rende più vulnerabili, sia economicamente che fisicamente, a fenomeni come inondazioni, siccità, ondate di caldo e incendi boschivi”, afferma lo studio ricordando che l’Onu riferisce che i Paesi in via di sviluppo costituiscono il 91% dei morti per eventi climatici estremi.

Disparità nelle emissioni di carbonio

Immaginiamo che una persona che appartiene al 99% più povero della popolazione voglia emettere la stessa quantità di carbonio dei miliardari più ricchi in un anno. Quanto tempo le ci vorrebbe? La risposta è 1.500 anni. Questo è il tempo che impiegherebbe a produrre le emissioni che i miliardari generano in un solo anno. Questo mostra quanto sia grande la differenza tra le emissioni di carbonio dei ricchi e dei poveri.

Chiara Liguori, Climate Justice Senior Policy Adviser di Oxfam, ha spiegato che, i super-ricchi stanno saccheggiando e inquinando il Pianeta fino alla distruzione, mentre sono coloro che meno possono permetterselo a pagare il prezzo più alto. Liguori sottolinea che la crisi climatica e quella delle disuguaglianze si alimentano reciprocamente.

Analisi sulle emissioni globali e l’iniquità economica

Nel 2019, il 40% delle emissioni globali di CO2 basate sui consumi è attribuibile ai Paesi ad alto reddito, principalmente situati nel nord del mondo. In contrasto, i Paesi a basso reddito, prevalentemente nel sud del mondo, contribuiscono in misura trascurabile, appena lo 0,4%. Questi dati svelano un’evidente disparità nell’impatto ambientale.

Un esempio emblematico è l’Africa, che, nonostante ospiti circa un sesto della popolazione mondiale, contribuisce solo al 4% delle emissioni complessive. Questo sottolinea la sfida nell’equilibrare lo sviluppo economico con la sostenibilità ambientale.

Il report mette in luce un’allarmante discrepanza nello stile di vita inquinante dell’élite nei Paesi ad alto reddito. Chi fa parte di questa élite ha uno stile di vita inquinante che supera di ben 77 volte quello necessario per evitare il pericoloso surriscaldamento globale di +1,5 °C, previsto già per il prossimo anno.

Particolarmente preoccupante è il legame tra questa élite inquinante e i settori chiave della società, come azioni societarie, media, agenzie di pubbliche relazioni e lobbisti. Il rapporto evidenzia come tali influenze si infiltrino nella politica, ostacolando un autentico cambiamento. Negli Stati Uniti, ad esempio, un membro del Congresso su quattro possiede azioni di società di combustibili fossili, mentre i governi dei Paesi più ricchi continuano a sovvenzionare l’industria fossile.

In sintesi, il divario inquinante non solo riflette un’ingiustizia ambientale, ma sottolinea anche la necessità di riforme significative per affrontare la connessione tra potere economico, politica e sostenibilità ambientale a livello globale.

Tassare i super-ricchi per ridurre le disuguaglianze e la crisi climatica

Il cambiamento climatico e la disuguaglianza sono due delle più grandi sfide che il mondo deve affrontare oggi. Il rapporto di Oxfam ha rivelato che i super-ricchi sono responsabili di una quota sproporzionata delle emissioni di CO2 e che le loro imprese sono tra i principali contributori alla crisi climatica.

Il rapporto  sottolinea la necessità di imporre tasse patrimoniali significative ai super ricchi e tasse straordinarie sulle società di combustibili fossili. I proventi generati da queste imposte sarebbero destinati a sostenere i Paesi e le persone più vulnerabili colpite dalla crisi climatica, con l’obiettivo di ridurre le disuguaglianze durante la transizione verso un’energia rinnovabile.

Un esempio concreto proposto è una “tassa del 60% sui redditi dell’1% più ricco“, che potrebbe generare annualmente 6,4 trilioni di dollari. Questa somma potrebbe contribuire significativamente a ridurre le emissioni, con un impatto maggiore di quanto il Regno Unito abbia avuto nel 2019, con una diminuzione di 695 milioni di tonnellate.

Amitabh Behar, direttore esecutivo ad interim di Oxfam International, sottolinea l’importanza di tassare la ricchezza estrema come mezzo per contrastare la disuguaglianza e la crisi climatica, affermando: “Non tassare la ricchezza permette ai più ricchi di derubarci, rovinare il nostro Pianeta e rinnegare la democrazia. Tassare la ricchezza estrema trasforma le nostre possibilità di affrontare sia la disuguaglianza che la crisi climatica”.

Come i miliardari inquinano il pianeta

Il nostro pianeta sta soffrendo a causa delle emissioni di gas serra che causano il riscaldamento globale. Ma chi sono i principali responsabili di questo inquinamento? Secondo lo studio di Oxfam International, sono i miliardari più ricchi del mondo, che con il loro stile di vita opulento e i loro investimenti dannosi contribuiscono a peggiorare la situazione.

Lo studio ha analizzato l’impatto ambientale di dodici dei miliardari più noti, tra cui Jeff Bezos, Bill Gates, Elon Musk e Bernard Arnault. Ha scoperto che le loro emissioni annuali sono superiori a quelle di milioni di famiglie, e che i loro investimenti finanziari favoriscono le industrie più inquinanti, come quella dei combustibili fossili.

Questo comportamento, non solo è irresponsabile, ma anche immorale, secondo Alex Maitland, consulente di Oxfam. Infatti, le conseguenze del cambiamento climatico colpiscono soprattutto le comunità più povere e vulnerabili, che hanno avuto un impatto minore per causarlo e che hanno meno risorse per adattarsi e riprendersi.

Lo studio sottolinea anche che i miliardari, pur avendo la possibilità di sostenere la transizione verso un’economia verde e giusta, non lo fanno abbastanza. Le emissioni medie di 125 miliardari sono un milione di volte più alte di quelle del 90% più povero della popolazione mondiale. Questa è una disuguaglianza inaccettabile, che richiede una maggiore regolamentazione e tassazione da parte dei governi.