Earth Day 2024, perché è importante celebrare la Giornata della Terra

La Giornata è un'occasione per riflettere sull'importanza della salvaguardia ambientale e per promuovere azioni concrete volte alla protezione del nostro pianeta

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Ogni 22 aprile, il mondo si unisce per celebrare la Giornata della Terra, un momento cruciale per riflettere sull’impronta che lasciamo sul nostro pianeta. Questa giornata rappresenta un’occasione unica per mobilitare individui, comunità, governi e aziende a livello globale, con l’obiettivo di sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza di proteggere la biodiversità del nostro fragile ecosistema.

La Giornata della Terra ci ricorda che ogni nostra azione, per quanto piccola possa sembrare, ha un impatto sul nostro pianeta. È un’opportunità per educare e promuovere un senso di responsabilità ambientale, sia nelle scelte quotidiane di ogni individuo sia nelle strategie a lungo termine delle imprese.

Attraverso eventi, workshop e campagne informative, questa giornata mira a costruire una consapevolezza collettiva che si traduca in azioni concrete. L’obiettivo è quello di integrare la tutela ambientale in ogni aspetto della società: dalla politica economica all’educazione, dall’industria al consumo personale.

Earth Day, un movimento globale per la salvaguardia del pianeta

L’Earth Day, la Giornata Mondiale della Terra che si celebra ogni 22 aprile, è la più grande manifestazione ambientale del pianeta. Un giorno in cui tutti i cittadini del mondo si uniscono per celebrare il nostro pianeta e per promuoverne la salvaguardia.

La prima edizione dell’Earth Day si tenne negli Stati Uniti nel 1970, un anno dopo il disastroso incidente della piattaforma petrolifera al largo di Santa Barbara in California. La fuoriuscita di circa dieci milioni di litri di petrolio in mare per 11 giorni sconvolse l’opinione pubblica, accendendo i riflettori sulla questione ambientale. Tra i più colpiti figurava il senatore Gaylord Nelson, già impegnato da anni, insieme al presidente John Fitzgerald Kennedy, nella promozione di un “Mother Earth Day“.

Da quel tragico evento, il movimento Earth Day è cresciuto in modo esponenziale. Oggi coinvolge ogni anno fino a un miliardo di persone in 193 paesi del mondo. Un’onda verde che unisce popoli e culture diverse in un unico grande obiettivo: la salvaguardia del nostro pianeta.

Pianeta contro Plastica, la sfida per un futuro senza inquinamento

Il tema della Giornata della Terra 2024 è Planet VS Plastics e si basa su un obiettivo chiaro e ambizioso: ridurre del 60% la produzione di plastica entro il 2040, come sottolineato dallo slogan “60×40“. Un traguardo cruciale per garantire un futuro senza plastica alle prossime generazioni.

Ogni anno, oltre 500 miliardi di sacchetti di plastica vengono prodotti nel mondo, con un impatto devastante sull’ambiente. La plastica, dopo un breve utilizzo, impiega secoli a decomporsi, trasformandosi in microplastiche che inquinano ogni aspetto della vita sul pianeta.

L’inquinamento da plastica rappresenta una minaccia non solo per l’ambiente, ma anche per la salute umana. Le microplastiche rilasciano sostanze chimiche tossiche che contaminano cibo, acqua e aria, con conseguenze ancora poco conosciute ma potenzialmente gravi. La produzione di plastica, inoltre, continua a crescere a ritmi allarmanti, superando i 380 milioni di tonnellate all’anno.

Per contrastare questa emergenza, Earth Day si pone l’obiettivo di ridurre la produzione di plastica del 60% entro il 2040. Per raggiungere questo traguardo, l’organizzazione si impegna su diversi fronti:

  • Sensibilizzare l’opinione pubblica: promuovere una maggiore consapevolezza sui danni della plastica e sostenere la ricerca sugli effetti sulla salute.
  • Eliminare la plastica monouso: ottenere l’approvazione del divieto di produzione di plastica monouso entro il 2030 nel Trattato delle Nazioni Unite sull’Inquinamento da Plastica.
  • Contrastare la fast fashion: promuovere politiche concrete per ridurre l’impatto ambientale della moda veloce, grande consumatrice di plastica.
  • Investire in innovazione: sostenere lo sviluppo di tecnologie e materiali alternativi alla plastica.

La lotta contro l’inquinamento da plastica richiede un impegno collettivo e un cambiamento radicale nel nostro modo di produrre e consumare.

Un approccio integrato e collaborativo per proteggere il pianeta

Il tema della Giornata della Terra 2024, Planet VS Plastics, evidenzia l’importanza di un approccio integrato e collaborativo per affrontare il problema della plastica. Ridurre la produzione di plastica, proteggere la salute umana e investire in innovazione sono passi fondamentali verso un futuro sostenibile e privo di plastica.

La sfida di ridurre la produzione di plastica richiede l’impegno di tutti: individui, comunità, governi e industrie. È solo attraverso la collaborazione e l’azione congiunta che possiamo garantire un futuro migliore per il nostro pianeta e per le generazioni future.

Pianeta vs. Plastica, una chiamata all’azione

La campagna ‘Pianeta vs. Plastica’ è un richiamo all’azione, una richiesta affinché agiamo ora per fermare la diffusione della plastica e proteggere la salute di ogni essere vivente sul nostro pianeta. Secondo Kathleen Rogers, Presidente di Earth Day, le plastiche rappresentano una minaccia immediata per l’ambiente e la salute umana, con un’allarmante urgenza comparabile a quella del cambiamento climatico.

Implicazioni sanitarie e ambientali della diffusione della plastica

Le plastiche, una volta considerate straordinarie e utili, si sono trasformate in un veleno, mettendo a rischio la salute umana e quella di tutte le altre forme di vita. Dopo la disgregazione, le plastiche si trasformano in microplastiche, liberando sostanze chimiche tossiche nelle nostre fonti di cibo, acqua e nell’aria che respiriamo. La produzione di plastica è cresciuta in modo esponenziale, con un aumento negli ultimi dieci anni superiore a quello dell’intero ventesimo secolo.

L’impatto pervasivo della plastica sull’ambiente e la salute umana

La plastica è ormai onnipresente, non solo nell’ambiente, ma anche nel nostro corpo. Studi scientifici hanno rilevato la presenza di microplastiche nel sangue, negli organi e persino nella placenta. Queste particelle possono legarsi a metalli pesanti e causare gravi malattie, tra cui il cancro.

I dati seguenti, riportati dal sito Earth Day, evidenziano l’entità della pervasività della plastica nel nostro ambiente:

  • Produzione in crescita: oltre 380 milioni di tonnellate di plastica vengono prodotte ogni anno, con un incremento negli ultimi dieci anni superiore a quello di tutto il ventesimo secolo.
  • Sacchetti di plastica: l’anno scorso sono stati prodotti oltre 500 miliardi di sacchetti di plastica in tutto il mondo, ovvero un milione di sacchetti al minuto.
  • Bottiglie di plastica: solo negli Stati Uniti, l’anno scorso sono stati venduti 100 miliardi di contenitori di plastica per bevande, equivalenti a più di 300 bottiglie per persona.
  • Fast fashion: le persone comprano il 60% in più di abiti rispetto a 15 anni fa, ma ogni pezzo viene conservato solo per metà del tempo. Circa l’85% dei vestiti finisce in discariche o inceneritori e solo l’1% viene riciclato. Quasi il 70% dei capi di abbigliamento è costituito da fibre derivate dal petrolio.

La plastica, come detto più volte, causa danni significativi all’ambiente, agli ecosistemi e agli esseri viventi che li popolano. Sappiamo che la plastica è praticamente indistruttibile e si frammenta in microplastiche. Questi piccoli frammenti di plastica possono rilasciare sostanze tossiche nel cibo, nell’acqua e nell’aria.

Affrontare la crisi della plastica, il ruolo cruciale dell’economia circolare

Se non verranno apportati miglioramenti nella gestione della plastica e dei suoi rifiuti, entro il 2050 la quantità prodotta potrebbe triplicare, con un conseguente aumento dell’immissione di rifiuti plastici nell’ambiente. Si stima che 12 miliardi di tonnellate di plastica potrebbero finire negli ecosistemi naturali, con conseguenze devastanti.

Se non si inverte la rotta, in soli 30 anni potremmo trovarci di fronte a un mare con più plastica che pesci. Una previsione allarmante che sottolinea l’urgenza di un cambiamento radicale. Per affrontare questa crisi ambientale, la chiave risiede nell’adozione di un modello di economia circolare. In questo sistema, le materie prime, come la plastica, di un oggetto non più funzionante vengono reimmesse nel ciclo produttivo, evitando l’estrazione di nuove risorse e lo smaltimento in discarica.

L’efficienza nell’utilizzo delle risorse, promossa dall’economia circolare, deve diventare un fattore cruciale per orientare nuovi modelli di produzione e di consumo. Solo così sarà possibile una transizione verso stili di vita e dinamiche socioeconomiche più rispettose dell’ambiente.

Secondo Eva Alessi, Responsabile Sostenibilità del Wwf Italia, è essenziale che le istituzioni adottino politiche più ambiziose al riguardo: “Non c’è più tempo da perdere”.

La strategia del Wwf per combattere l’inquinamento da plastica: prevenzione, riuso e riciclo

l Wwf sottolinea l’importanza di intervenire sui primi tre livelli della gerarchia dei rifiuti: prevenzione, riuso e riciclo. È fondamentale ridurre la produzione e l’utilizzo di plastica superflua e nociva, promuovere il riutilizzo e la riparazione dei prodotti plastici attraverso l’innovazione e ampliare la raccolta differenziata a tutti i settori di largo consumo, non solo gli imballaggi, per aumentare la varietà di oggetti riciclabili.

L’approccio proposto è “multilivello e multiattore”, che richiede la partecipazione attiva di tutti gli attori coinvolti nella filiera della plastica, dalla ricerca scientifica ai settori pubblico e privato, dai progettisti agli utilizzatori, fino a chi gestisce il post-consumo.

Le aziende giocano un ruolo cruciale e devono seguire tre principi fondamentali:

  • Eliminare le plastiche difficili da riciclare o non riciclabili e non essenziali.
  • Innovare, adottando modelli di business circolari per garantire che tutti i prodotti in plastica possano essere riutilizzati, riciclati o compostati.
  • Rendere circolari le plastiche, incrementando l’uso di materiali riciclati nei nuovi prodotti e assicurando che siano facilmente riciclabili, con indicazioni chiare per i consumatori su come smaltirli correttamente.

Il Wwf si impegna attivamente per guidare la trasformazione delle filiere aziendali verso la sostenibilità, come dimostra la partnership con il Bolton Group. Questa azienda familiare italiana, attiva da oltre 70 anni nel settore dei beni di largo consumo, ha pubblicato il suo nuovo report di sostenibilità in occasione della Giornata Mondiale dell’Ambiente, evidenziando i progressi ottenuti e la collaborazione con il Wwf Italia per migliorare la sostenibilità dei loro imballaggi seguendo i principi dell’economia circolare.

L’obiettivo condiviso è di eliminare l’inquinamento da plastica entro il 2040, e per questo è essenziale che le nazioni del mondo adottino un Trattato globale sulla plastica, come stabilito dalla risoluzione dell’Assemblea delle Nazioni Unite per l’ambiente (Unea) del marzo 2022. I danni causati dalla plastica e dalle sostanze chimiche correlate hanno un impatto globale e superano i confini nazionali, influenzando la salute del pianeta e delle persone in tutto il mondo, conclude Eva Alessi.

Verso un futuro senza plastica, la battaglia per un Trattato Globale

Le trattative per il quarto ciclo dell’INC-4 delle Nazioni Unite, mirate a stabilire un Trattato globale contro l’inquinamento da plastica, stanno per iniziare ad Ottawa. Secondo un’analisi del Wwf, la maggioranza degli Stati partecipanti è favorevole all’adozione di normative globali ambiziose e vincolanti che riguardano l’intera filiera della plastica. Tuttavia, non tutti gli Stati condividono questa visione, con alcuni che preferiscono proteggere i propri interessi economici a discapito dell’ambiente e della salute pubblica. Con solo due cicli di negoziati rimasti, le decisioni prese a Ottawa saranno decisive per il successo o il fallimento del Trattato.

Negoziazioni cruciali per un futuro sostenibile

Secondo il Wwf, con soltanto due cicli di negoziati rimasti, le decisioni prese a Ottawa potrebbero determinare il successo o il fallimento del Trattato. Affinché un Trattato forte e vincolante sia concluso entro la fine del 2024, i Governi devono concentrarsi sulle misure chiave che avranno il maggiore impatto sull’inquinamento da plastica. Queste misure includono il divieto globale di prodotti in plastica dannosi e non necessari, la definizione di requisiti di produzione che favoriscano la riduzione, il riciclo e il riutilizzo della plastica, e un robusto sostegno finanziario per tali misure.

Resistenze e opportunità, sfide nell’affrontare l’inquinamento da plastica

Una decina di Stati si sono opposti all’inserimento di queste misure nel testo finale del Trattato e nel corso dei precedenti negoziati hanno messo in atto azioni di indebolimento che hanno portato a ritardare e a ribaltare alcuni elementi del Trattato in deroga alla decisione unanime presa nel 2022 per impedire qualsiasi tipo di progresso reale per porre fine all’inquinamento da plastica. L’associazione ambientalista ha ribadito che quanto che “questo non può e non deve succedere anche durante l’INC-4“.

Il momento cruciale dell’INC-4

“L’INC-4 rappresenta il momento cruciale per questo Trattato e dobbiamo guadagnare molto terreno in un periodo di tempo piuttosto breve. I governi devono pertanto trovare urgentemente un accordo sulle quelle misure globali che avranno il maggiore impatto sull’inquinamento da plastica. Per non tradire la fiducia che i cittadini e noi tutti riponiamo nei loro confronti devono trasformare questa ambizione in realtà.”, ha affermato Eva Alessi.

Norme globali per un impatto duraturo

Norme globali e giuridicamente vincolanti permetterebbero a paesi e aziende di agire seguendo le stesse regole ma agevolerebbero anche lo sviluppo di soluzioni, di innovazioni e la mobilitazione di investimenti lungo tutta la catena del valore, portando ad una distribuzione più equa anche degli oneri legati a tutte quelle attività essenziali per affrontare l’inquinamento da plastica, dalla produzione fino al suo riciclo.

Attualmente, i costi ambientali, sociali ed economici della plastica sono otto volte più alti per i Paesi a basso e medio reddito rispetto ai Paesi ad alto reddito.

Finora, le misure nazionali e volontarie si sono rivelate inefficaci, continuare su questa strada non farebbe altro che esacerbare il problema aggiungendo peso sulle spalle dei paesi a basso e medio reddito che già subiscono oltremodo gli effetti dell’inquinamento da plastica.

La strada verso il divieto della plastica monouso

Un recente sondaggio Ipsos, condotto per conto del Wwf e della Plastic Free Foundation, ha rivelato che l’85% dei partecipanti a livello internazionale auspica che il futuro Trattato globale sull’inquinamento da plastica proibisca l’uso della plastica monouso, che attualmente contribuisce a oltre il 70% dell’inquinamento plastico negli oceani.

Per agevolare questa transizione, è fondamentale promuovere e finanziare sistemi di riutilizzo. Il rapporto del Wwf, “Unpacking Reuse in the UN Plastics Treaty”, mette in evidenza cinque categorie di prodotti che potrebbero beneficiare maggiormente di modelli di riutilizzo. Il documento fornisce anche linee guida su come integrare efficacemente il riutilizzo nel Trattato, rendendolo uno strumento chiave per ridurre l’inquinamento da plastica e allinearsi ai principi dell’economia circolare.

Con il 60% dei rifiuti di plastica che proviene dalle aree urbane, le città si trovano in prima linea nella lotta contro la crisi globale della plastica. In risposta, il Wwf ha lanciato l’iniziativa “Plastic Smart Cities”, un network di città impegnate a intraprendere azioni concrete per arrestare l’inquinamento da plastica. Venezia è stata la prima città italiana a unirsi a questa iniziativa, segnando un passo importante verso un futuro più sostenibile.