G7, il documento finale, confermato lo stop ai combustibili fossili entro il 2035

È quanto si legge nella dichiarazione finale del summit, inoltre è stata confermata l'importanza di accelerare verso la diffusione delle energie rinnovabili

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Pubblicato: 30 Aprile 2024 16:29

Un passo importante nella lotta al cambiamento climatico è stato compiuto oggi al G7 di Torino. I leader delle sette maggiori economie del mondo si sono impegnati a “eliminare gradualmente l’attuale produzione di energia da carbone con emissioni non ridotte nei nostri sistemi energetici durante la prima metà del 2030 o in una tempistica coerente con il mantenimento di un limite di aumento medio globale della temperatura di 1,5 gradi”. L’obiettivo è quindi quello di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi Celsius, in linea con gli accordi di Parigi.

“È un impegno importante e ambizioso”, ha affermato il ministro dell’Ambiente italiano Gilberto Pichetto Fratin, che ha ospitato il summit. “Dimostra la volontà del G7 di agire con urgenza per affrontare la crisi climatica”.

L’impegno del G7 prevede anche la riduzione “al minimo possibile” dell’utilizzo del carbone nelle centrali elettriche ancora operative, sempre entro il 2030.

Tuttavia, alcune critiche hanno sottolineato che la data del 2030 è troppo tardiva e che il G7 avrebbe dovuto fare di più.

Nonostante le critiche, l’accordo del G7 è un passo positivo nella giusta direzione. Si tratta di un segnale importante per il resto del mondo che le grandi economie sono impegnate seriamente nella lotta al cambiamento climatico.

Verso un futuro senza fossili: G7 verso il net zero entro il 2050

I leader del G7 hanno ribadito il loro impegno ad abbandonare i combustibili fossili entro il 2050 e ad accelerare la transizione verso un’economia a zero emissioni.

Obiettivi chiave:

  • Eliminazione graduale dei combustibili fossili: i paesi si impegnano a sviluppare piani nazionali per uscire dai combustibili fossili in linea con l’obiettivo di raggiungere le emissioni zero entro il 2050.
  • Energia rinnovabile e efficienza energetica: focus sugli investimenti in fonti rinnovabili ed efficienza energetica per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.
  • Batterie e reti elettriche: nuovi obiettivi per aumentare la produzione di batterie e rafforzare le reti elettriche per supportare la diffusione di energie rinnovabili.
  • Mobilità elettrica: l’elettrico confermato come tecnologia chiave per il futuro dei trasporti, con un potenziale ruolo di supporto per i biocarburanti avanzati.

Le sfide da affrontare:

  • Investimenti: saranno necessari ingenti investimenti in tecnologie pulite e infrastrutture per supportare la transizione.
  • Collaborazione internazionale: la cooperazione internazionale sarà fondamentale per condividere tecnologie e know-how.
  • Giustizia climatica: i paesi in via di sviluppo dovranno essere sostenuti nel loro percorso verso la decarbonizzazione.

G7 verso l’addio al carbone, Hoekstra: “Accordo storico e un passo avanti fondamentale”

Il commissario europeo per l’Azione per il Clima, Wopke Hoekstra, ha espresso soddisfazione per il raggiungimento di un accordo storico riguardo all’uscita dal carbone entro la prima metà degli anni 2030 durante la ministeriale G7 Clima, Energia e Ambiente presso la Reggia di Venaria a Torino. Hoekstra ha evidenziato l’importanza di questo risultato, sottolineando che è la prima volta che si raggiunge un’intesa con una data precisa nel testo.

Il commissario ha enfatizzato il successo della presidenza del G7 e il lavoro svolto dai ministri, sottolineando che ci sono stati progressi significativi che aprono la strada a ulteriori sviluppi. In particolare, ha notato che gran parte dell’attenzione è stata dedicata all’implementazione degli obiettivi ambiziosi stabiliti dai Paesi del G7 e dall’Unione europea.

Hoekstra ha inoltre evidenziato l’importanza dei finanziamenti, sottolineando la necessità di coinvolgere sia fondi pubblici che privati per garantire il successo delle iniziative. Questo impegno verso la transizione energetica rappresenta un passo cruciale verso un futuro più sostenibile e resiliente.

Transizione energetica, l’Italia e il contesto globale

L’interruzione dell’uso del carbone non rappresenta un ostacolo per l’Italia: nei primi tre mesi del 2024, secondo i dati di Terna, il 46% dell’elettricità deriva da fonti rinnovabili, il 52,3% da gas e gasolio, e solo l’1,7% dal carbone. Al contrario, in nazioni altamente industrializzate come il Giappone e la Germania, il carbone costituisce ancora una quota significativa della produzione elettrica, con il 30% e il 26% rispettivamente, nonostante la Germania abbia annunciato l’intenzione di cessarne l’uso entro il 2038. Gli Stati Uniti, con una percentuale del 16%, hanno espresso il desiderio di interrompere l’utilizzo del carbone senza però definire una data precisa, mentre gli altri membri del G7 sembrano non incontrare difficoltà nell’eliminare questa fonte energetica.

La discrepanza tra Italia e Germania è marcata: se la Germania produce attualmente il 26% della sua elettricità dal carbone, l’Italia ne produce solamente il 5%. Altri paesi, come l’India, seguono una direzione diversa: grazie a un ministero dedicato, la produzione di carbone è aumentata da 565 milioni di tonnellate nel 2013-2014 a 893 milioni nel 2023-2024. Si prevede che la produzione continuerà a crescere, raggiungendo i 1511 milioni di tonnellate entro il 2030, secondo il Ministero del Carbone indiano.

Di conseguenza, non è garantito che le emissioni globali di carbone diminuiranno: anche se i paesi dell’Ue dovessero interrompere la loro produzione, l’India potrebbe compensare la quantità precedentemente prodotta dagli stati europei.

Per quanto riguarda la produzione di elettricità nel 2050, la Francia prevede di utilizzare il 71% di energie rinnovabili e il 29% di nucleare, mentre la Germania punterà sulle rinnovabili per il 94% e sul gas all’idrogeno per il restante 6%.

Pochi sono i paesi europei che non dispongono di reattori nucleari: Italia, Grecia, Austria, Germania, Polonia, Irlanda e i paesi baltici. L’Unione europea ha dichiarato che i piccoli reattori modulari svolgeranno un ruolo chiave nel mix energetico del continente, lasciando però ai singoli stati la libertà di definire la strategia più adatta alle proprie esigenze.

Addio al carbone, Wwf Italia “buon segnale, ma l’Italia è indietro”

Dopo l’annuncio dell’accordo raggiunto dai Paesi del G7 Ambiente, Clima ed Energia per eliminare il carbone nei primi anni del 2030, il Wwf Italia ha espresso un cauto ottimismo. Tuttavia, sottolinea che alcuni Paesi, come il Giappone, potrebbero incontrare difficoltà nel rispettare questa scadenza, mantenendo in vita le proprie centrali a carbone fino alla fine del decennio.

Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del Wwf Italia, ha commentato che mentre il G7 sembra impegnarsi nell’attuazione delle decisioni della COP28, il dibattito pubblico italiano sembra distaccarsi dalla realtà. Midulla critica il focus sull’energia nucleare in Italia, sottolineando che il nucleare sicuro a fissione non esiste e che investire in piccoli reattori comporta rischi e costi elevati. Invece di concentrarsi su tecnologie ancora in fase sperimentale come la fusione nucleare, suggerisce di investire in soluzioni più pratiche e già disponibili.

Il commento del Wwf Italia evidenzia le sfide e le discrepanze nell’approccio alla transizione energetica, sottolineando l’importanza di soluzioni concrete e sostenibili.

Le iniziative del G7 per una mobilità sostenibile

I leader del G7 hanno inoltre ribadito il loro impegno per la decarbonizzazione del settore dei trasporti, concordando una serie di azioni concrete per accelerare la transizione verso una mobilità elettrica e sostenibile. Queste azioni includono:

  • Accelerare il ricambio della flotta di veicoli per raggiungere gli obiettivi di Parigi, attraverso misure di politica economica a sostegno dei consumatori e delle imprese. Si riconosce la necessità di ridurre le emissioni del trasporto stradale per limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5°C.
  • Promuovere la crescita delle infrastrutture pubbliche di ricarica dei veicoli elettrici, anche attraverso misure normative settoriali e sostegni finanziari pubblici. L’obiettivo è aumentare significativamente la capacità totale e l’estensione geografica delle infrastrutture di ricarica nei Paesi del G7 entro il 2030 rispetto al 2023. Inoltre, si intende favorire la diffusione delle infrastrutture di ricarica a livello globale, con particolare attenzione ai Paesi in via di sviluppo.
  • Continuare a collaborare a livello del G7 e oltre, promuovendo sinergie con l’industria, le agenzie e i centri di ricerca e sviluppo per definire standard minimi e criteri di sostenibilità per i carburanti a zero emissioni. Si mira anche a garantire la tracciabilità e la sostenibilità dei carburanti, dei materiali delle batterie e delle relative catene di approvvigionamento, promuovendo il riciclaggio e allineandosi agli aspetti ambientali e sociali.
  • Incentivare la collaborazione tra governi, organizzazioni internazionali e settore privato per rafforzare la cooperazione internazionale nel settore del trasporto stradale, specialmente nei mercati emergenti e nelle economie in via di sviluppo. Inoltre, si sottolinea l’importanza della Dichiarazione congiunta di Torino sui biocarburanti sostenibili, indirizzata ai Ministri del G7 dagli stakeholder settoriali dei biocarburanti.

Il documento dedica ampio spazio all’impegno nelle energie rinnovabili e nell’efficienza energetica, e introduce due nuovi obiettivi riguardanti le batterie e l’aumento degli investimenti nella rete elettrica.

Cooperazione internazionale per lo sviluppo nucleare responsabile

Il G7 ha deciso di creare un gruppo di lavoro per facilitare lo scambio di buone pratiche e conoscenze nel campo dell’energia nucleare, senza però impegni specifici riguardanti capacità e investimenti. I Paesi si impegnano a sostenere gli sforzi multilaterali per rafforzare la resilienza delle catene di approvvigionamento nucleare.

Inoltre, il G7 continua la cooperazione per costruire una solida catena di approvvigionamento nucleare all’interno del G7 stesso e del Gruppo di lavoro sull’energia nucleare istituito a Sapporo.

I Paesi che scelgono di utilizzare l’energia nucleare o di sostenerne l’uso, si impegneranno anche a promuovere la diffusione responsabile delle tecnologie nucleari, compresi i reattori avanzati e i piccoli reattori modulari, come i microreattori. Inoltre, lavoreranno collettivamente per condividere le migliori pratiche nazionali, inclusa la gestione responsabile dei rifiuti nucleari, permettere un maggiore accesso agli strumenti di finanziamento per i progetti, sostenere la collaborazione settoriale, progettare le procedure di autorizzazione e rafforzare il coordinamento nello sviluppo di progetti commerciali tra i membri del G7 e i mercati terzi interessati.

La coalizione del G7 per l’acqua

Il documento finale del summit del G7 sottolinea l’importanza cruciale dell’acqua per lo sviluppo sostenibile, la prosperità, e la pace, annunciando la creazione di una “Coalizione del G7 per l’Acqua“. Questa nuova iniziativa mira a definire obiettivi e strategie comuni per stimolare ambizioni e priorità condivise, cruciali nella lotta contro la crisi idrica globale.

L’obiettivo principale della Coalizione è l’integrazione e la valorizzazione dell’acqua attraverso un approccio multisettoriale, che sarà incorporato efficacemente e coerentemente nei forum e processi esistenti. Ciò comprende anche l’intensificazione dell’attenzione politica sull’acqua a livello internazionale, potenziando l’impatto e l’integrazione del G7 in altre iniziative globali.

Solidarietà e finanza climatica, impegni chiave del G7 per lo sviluppo globale

Il G7 ha dedicato un ampio capitolo alla finanza climatica e alla solidarietà verso i Paesi in via di sviluppo. Le promesse fatte precedentemente all’Africa di 100 miliardi di dollari l’anno per il periodo 2020-2025 vengono confermate, ma per la prima volta viene riconosciuta la necessità di mobilitare migliaia di dollari. È stato sottolineato che tali sforzi si collocano all’interno di un’impegno globale più ampio per potenziare e allineare la finanza pubblica e privata da diverse fonti, al fine di mobilitare i trilioni necessari per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Al termine del vertice, il ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin, si è detto soddisfatto, evidenziando la capacità di coniugare le diverse esigenze e sensibilità verso un obiettivo comune, sia ambientale che energetico, improntato alla solidarietà tra i Paesi del G7 e quelli in via di sviluppo. Le decisioni assunte riguardanti l’uscita dal carbone, l’aumento della capacità di accumulo di energia, il sostegno all’adattamento nei Paesi del sud del mondo e lo sviluppo dell’energia da fusione indicano un’impegno significativo verso la transizione ecologica e lo sviluppo sostenibile su scala globale, sottolinea il ministro.

Wwf Italia, “Impegni su clima e biodiversità ancora poco ambiziosi”

Il Wwf Italia sostiene che l’attuale impegno del G7, e in particolare quello dell’Italia, non sia sufficientemente ambizioso riguardo agli obiettivi finanziari per il clima e al Quadro Globale per la Biodiversità. Per instaurare una vera partnership con l’Africa e il Sud del mondo, è essenziale incrementare i finanziamenti a queste aree economiche, puntando a un futuro senza combustibili fossili, a misure efficaci di adattamento e a un supporto finanziario robusto per realizzare gli impegni internazionali sulla biodiversità.

“Questo richiede vera leadership. – afferma Midulla – Speriamo che a giugno i leader mondiali possano compiere passi significativi e concreti, mentre la crisi climatica e la perdita di biodiversità avanzano rapidamente, iniziando dagli obiettivi finanziari che scadranno nel 2025 e oltre. Per quanto riguarda il dibattito pubblico in Italia, auspichiamo la fine dell’ascolto verso chi propone tecnologie future o impraticabili e costose: le energie rinnovabili, insieme ai sistemi di accumulo e alla gestione della domanda, rappresentano la soluzione più sostenibile per il clima e la biodiversità, oltre che la più vantaggiosa economicamente”. Inoltre, per quanto concerne la protezione della biodiversità, si attende che l’impegno per il Quadro Globale per la Biodiversità si traduca in un Piano di Azione con risorse adeguate, attualmente insufficienti.

Impegni del G7 per un futuro verde

Luca Bergamaschi, Direttore e Co-fondatore di ECCO, il think tank italiano per il clima, ha accolto con favore il risultato dell’incontro del G7, commentando: “I Paesi del G7 compiono un passo avanti decisivo per tradurre gli accordi della COP28 di Dubai in politiche nazionali. In particolare, si impegna verso un’uscita graduale dai combustibili fossili attraverso lo sviluppo e l’adozione di politiche, azioni e piani nazionali.”

Bergamaschi ha poi sottolineato la nuova sfida per l’Italia: “Dopo aver dimostrato che l’uscita dal carbone è possibile e vicina, è ora necessario pianificare l’uscita dal gas nei prossimi 20 anni, partendo dal settore elettrico.” Inoltre, ha evidenziato il riconoscimento da parte dei Paesi G7 che l’elettrico è la tecnologia principale per la decarbonizzazione dei trasporti, con un ruolo marginale previsto per i biocarburanti.

Infine, Bergamaschi ha evidenziato l’importanza del riconoscimento da parte del G7 della necessità di mobilitare migliaia di miliardi di dollari per raggiungere gli obiettivi dell’Accordo di Parigi, sottolineando che questi impegni richiedono una straordinaria mobilitazione di risorse pubbliche e private. Ha concluso affermando che le decisioni su queste questioni ora spettano al Ministro Giorgetti e alla Premier Meloni in vista del G7 Finance di maggio e del Vertice G7 di giugno.