Nel 2023 si sono utilizzate oltre 8,5 miliardi di tonnellate di carbone, non se ne è mai bruciato tanto

Secondo il report dell'agenzia internazionale per l'energia, il pianeta non ha mai consumato così tanto carbone, colpa del forte aumento in Cina, India e Indonesia

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Il carbone, la fonte fossile più inquinante, ha continuato a essere utilizzato a livello globale nel 2023, nonostante gli impegni presi alla COP26 di Glasgow per la sua riduzione graduale.

La produzione di carbone è aumentata del 1,4%, raggiungendo un nuovo record di 8,54 miliardi di tonnellate. Il consumo è aumentato del 2,6%, trainato dalla Cina, che ha rappresentato il 50% della domanda globale. La generazione elettrica da carbone è aumentata del 3,2%, raggiungendo il 38% della produzione globale.

Questi dati contraddittori sono il risultato di diversi fattori. Da un lato, la ripresa economica post-Covid ha portato a un aumento della domanda di energia, che è stata in parte soddisfatta dal carbone. Dall’altro lato, alcuni paesi hanno continuato a investire nel carbone, in particolare la Cina, che ha annunciato un piano per aumentare la produzione di carbone fino al 2025.

Secondo alcune previsioni, il 2023 potrebbe essere l’anno del vero punto di svolta per il carbone. L’aumento dei prezzi dell’energia e la crescente attenzione al cambiamento climatico potrebbero portare a una riduzione della domanda di carbone.

Carbone, nel 2023 nuovo record mondiale nonostante le promesse di Glasgow

Nonostante gli impegni presi alla COP26 di Glasgow per ridurre le emissioni di gas serra, nel 2023 il carbone ha raggiunto il suo picco di consumo a livello globale, superando il precedente record del 2022. Lo rivela un rapporto dell’agenzia internazionale per l’energia (Iea) ripreso da Reuters, secondo cui la domanda di carbone è cresciuta dell’1,4% nell’anno solare, arrivando a oltre 8,5 miliardi di tonnellate.

La spinta principale viene dalle economie emergenti e in via di sviluppo, in particolare India e Cina, dove il carbone è usato per soddisfare la crescente richiesta di elettricità, resa ancora più urgente dalla scarsità di energia idroelettrica. Il calo del consumo di carbone registrato negli Stati Uniti e nell’Unione europea, intorno al 20%, non è sufficiente a invertire la tendenza.

I risultati del rapporto “Coal 2023 – Analysis and forecast to 2026” dell’International energy agency (Iea) assumono contorni ancora più negativi considerando che non si prevede una diminuzione dell’impiego del carbone prima del 2026. In tale anno, l’espansione della capacità rinnovabile dovrebbe crescere a tal punto da provocare una riduzione del 2,3% rispetto al 2023. Questa diminuzione è attesa anche in assenza di politiche che incentivino il ricorso all’energia pulita più di quanto non avvenga attualmente.

Carbone: record di commercio globale nel 2023

Il commercio globale di carbone raggiungerà un nuovo massimo nel 2023, nonostante la previsione di una contrazione nei prossimi anni.

Secondo il rapporto “Coal 2023 ” dell’Iea, il commercio globale di carbone dovrebbe raggiungere 1,1 miliardi di tonnellate nel 2023, superando il precedente record di 1,06 miliardi di tonnellate stabilito nel 2022.

La crescita del commercio di carbone nel 2023 è stata trainata dalla forte domanda in Asia, in particolare in Cina. Le importazioni cinesi di carbone dovrebbero raggiungere i 450 milioni di tonnellate nel 2023, oltre 100 milioni di tonnellate in più rispetto al precedente record globale stabilito nel 2013.

Le esportazioni dell’Indonesia, il principale esportatore mondiale di carbone, dovrebbero raggiungere i 500 milioni di tonnellate nel 2023, anche questo un record globale.

La crescita del commercio di carbone nel 2023 è un segnale contraddittorio, in quanto contrasta con gli impegni presi dai paesi per ridurre le emissioni di gas serra. Tuttavia, è probabile che la tendenza si inverta nei prossimi anni, a causa dell’aumento dei prezzi dell’energia e della crescente attenzione al cambiamento climatico.

Carbone: l’Asia è il nuovo centro del mercato

Secondo il rapporto “Coal 2023” nel 2023, Cina, India e Sud-Est asiatico dovrebbero rappresentare i tre quarti del consumo globale di carbone, rispetto a solo circa un quarto nel 1990. Si prevede che il consumo nel Sud-Est asiatico supererà per la prima volta quello degli Stati Uniti e dell’Unione Europea.

Fino al 2026, l’India e il Sud-Est asiatico saranno le uniche regioni in cui il consumo di carbone è destinato a crescere in modo significativo. Nelle economie avanzate, l’espansione delle energie rinnovabili in un contesto di debole crescita della domanda di elettricità è destinata a continuare a guidare il declino strutturale del consumo di carbone.

Nel frattempo, si prevede che Cina, India e Indonesia – i tre maggiori produttori di carbone a livello globale – supereranno i record di produzione nel 2023, spingendo la produzione globale a un nuovo massimo. Questi tre Paesi rappresentano ora oltre il 70% della produzione mondiale di carbone.

Lo spostamento della domanda e della produzione di carbone verso l’Asia è un trend che si sta consolidando. Questa tendenza ha importanti implicazioni per il mercato globale del carbone e per la lotta al cambiamento climatico.

Riduzione Futura della Domanda Globale di Carbone: Prospettive al 2026

Il rapporto mette in luce che la domanda globale di carbone è destinata a diminuire del 2,3% entro il 2026 rispetto ai livelli del 2023, anche in assenza di politiche governative più incisive in materia di energia pulita e clima. Questo declino sarà prevalentemente guidato dalla significativa espansione della capacità di energia rinnovabile che entrerà in funzione nei tre anni successivi al 2023.

Più della metà di questa espansione globale della capacità rinnovabile avverrà in Cina, attualmente responsabile di oltre la metà della domanda mondiale di carbone. Di conseguenza, si prevede che la domanda cinese di carbone diminuirà nel 2024 e si stabilizzerà fino al 2026. Tuttavia, le prospettive per il carbone in Cina saranno notevolmente influenzate nei prossimi anni dal ritmo di diffusione dell’energia pulita, dalle condizioni meteorologiche e dai cambiamenti strutturali nell’economia cinese.

Carbone: un calo in vista, ma non abbastanza

Il calo della domanda globale di carbone potrebbe segnare una svolta storica, ma non è ancora abbastanza per raggiungere gli obiettivi dell’accordo di Parigi sul clima.

Secondo il rapporto dell’Iea, la domanda globale di carbone diminuirà del 2,3% entro il 2026, ma rimarrà comunque ben al di sopra degli 8 miliardi di tonnellate. Questo significa che il carbone continuerà a rappresentare una significativa fonte di emissioni di gas serra.

Per ridurre le emissioni a un ritmo coerente con gli obiettivi dell’accordo di Parigi, l’uso del carbone senza abbattimento dovrebbe diminuire in modo significativamente più veloce. Questo significa che i governi dovranno adottare politiche più aggressive per promuovere le energie rinnovabili e ridurre la domanda di carbone.

Carbone: un declino strutturale guidato dalle energie rinnovabili

Keisuke Sadamori, direttore per i mercati energetici e la sicurezza dell’Iea, analizza la situazione dichiarando: “Abbiamo assistito alcune volte a cali della domanda globale di carbone, ma sono stati brevi e causati da eventi straordinari come il crollo dell’Unione Sovietica o la crisi del Covid-19. Questa volta appare diverso, poiché il declino è più strutturale, guidato dalla formidabile e sostenuta espansione delle tecnologie energetiche pulite.”

Un punto di svolta per il carbone è chiaramente all’orizzonte, anche se il ritmo con cui le energie rinnovabili si espanderanno nelle principali economie asiatiche determinerà cosa accadrà dopo. Tuttavia, Sadamori sottolinea che sono necessari sforzi molto maggiori per raggiungere gli obiettivi climatici internazionali, evidenziando le sfide e le responsabilità concomitanti.