Fotovoltaico in crescita, ma quanto è davvero sostenibile?

Il fotovoltaico è una delle fonti energetiche rinnovabili più in crescita, ma sono ancora tanti i dubbi e i falsi miti da sfatare e a farlo ci ha pensato SENEC

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Secondo i dati elaborati da Italia Solare, in Italia sono stati installati 1 GW di nuova potenza fotovoltaica in sei mesi, con un totale di 71.951 impianti. Tuttavia, alcune persone hanno ancora dei dubbi su questo tipo di impianti, come lo smaltimento o il possibile impatto ambientale e sui terreni agricoli. Per chiarire queste preoccupazioni, SENEC, un’azienda del settore, ha deciso di sfatare alcune di queste convinzioni errate.

La crescita del fotovoltaico in Italia

Il settore fotovoltaico in Italia continua a crescere. Secondo i dati dell’ultima analisi di Italia Solare, basata sui dati Gaudì, nel primo semestre del 2022 è stata installata una nuova potenza di 1 GW, con un totale di 71.951 impianti, una capacità superiore a quella realizzata annualmente dal 2014 al 2021.
Lo scetticismo sul fotovoltaico

Nonostante il continuo aumento dei dati, ci sono ancora molte persone scettiche sul fotovoltaico. Alcune hanno dubbi su come gestire lo smaltimento dei pannelli, altre credono che rappresentino un rischio per l’ambiente e i terreni agricoli, mentre altre ancora pensano che l’energia solare non sia sufficiente per raggiungere l’indipendenza energetica.

Per questo motivo, SENEC, un’azienda del settore fotovoltaico con accumulo con sede a Lipsia, ha deciso di sfatare i 5 falsi miti più comuni che riguardano questo tipo di impianti.

Difficoltà di smaltimento

I pannelli fotovoltaici sono difficili da smaltire e quindi inquinanti, è questo una delle principali credenze della maggior parte delle persone. SENEC spiega che il materiale principale utilizzato per la produzione dei pannelli solari è il silicio, un materiale a basso impatto ambientale e altamente riciclabile.

Quando un impianto fotovoltaico arriva al termine della sua vita utile o deve essere dismesso per qualsiasi motivo, vengono utilizzate diverse tecniche per il recupero dei materiali che compongono i moduli, che possono poi essere utilizzati per nuove realizzazioni. In realtà, il fotovoltaico è rispettoso dell’ambiente e, a seconda dei casi, ogni pannello viene riciclato tra l’80% e il 90%.

I pannelli fotovoltaici non riducono effettivamente le emissioni di CO2

In effetti, questa affermazione può sembrare vera se si considera solo il momento della produzione del pannello, poiché le fonti di energia utilizzate dalle fabbriche sono ancora principalmente quelle tradizionali (sebbene le energie rinnovabili stiano acquisendo una percentuale sempre più significativa nel mix energetico globale negli ultimi anni).

In realtà, secondo SENEC, l’energia necessaria per produrre un modulo fotovoltaico viene compensata dall’energia prodotta dallo stesso modulo in meno di un anno di funzionamento. Quindi, dopo questo periodo, il modulo fotovoltaico diventa completamente pulito e rinnovabile.

I pannelli solari sottraggono terreno all’agricoltura

Per capire come questa affermazione sia falsa, basta fare un paio di calcoli basati sui dati annuali raccolti da Ispra: secondo gli ultimi dati, di una superficie agricola totale di 16,6 milioni di ettari, solo circa il 12,4% viene effettivamente utilizzato e coltivato. Ciò significa che circa il 4,2% non viene utilizzato, a cui si aggiunge una superficie agricola abbandonata di oltre 120.000 ettari ogni anno.

Per raggiungere gli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030, saranno necessari 43 GW di nuove installazioni fotovoltaiche, che, in termini di spazio, corrispondono a circa 56.000 ettari di superficie. Tenendo conto che il 30% di questi GW potrebbe essere ottenuto da pannelli fotovoltaici installati sui tetti, la superficie necessaria per gli impianti fotovoltaici sarebbe di circa 39.000 ettari, cioè solo un terzo della superficie agricola abbandonata ogni anno e solo lo 0,24% della superficie agricola totale. Inoltre, con installazioni adeguate, è possibile utilizzare comunque per l’agricoltura il terreno al di sotto dei pannelli.

Il fotovoltaico mette in pericolo paesaggio e biodiversità

Non è possibile installare pannelli fotovoltaici a terra sulle aree protette o di pregio paesaggistico e naturalistico, poiché queste zone sono già protette da vincoli che ne tutelano la conformazione e la sopravvivenza.

È importante notare che molti terreni agricoli in Italia sono devastati da un uso eccessivo di pesticidi, che danneggiano la biodiversità. Al contrario, nei luoghi in cui vengono installati impianti fotovoltaici, l’utilizzo di diserbanti e sostanze chimiche è vietato, il che li rende più benefici per il terreno.

Il fotovoltaico è una fonte di energia inaffidabile

I pannelli fotovoltaici da soli non sono sufficienti per sfruttare al massimo l’energia del sole e diventare completamente indipendenti dal punto di vista energetico. Un impianto fotovoltaico produce energia solo quando c’è sole e non è in grado di produrne durante i giorni di pioggia o di notte.

Un accumulatore, quando è integrato in un impianto fotovoltaico, consente di immagazzinare l’energia prodotta durante le ore di luce per renderla disponibile anche al calar del sole o durante i giorni di scarsa luminosità. In questo modo, l’energia del sole può essere utilizzata a pieno vantaggio anche durante le ore in cui non c’è luminosità sufficiente per produrre energia.