In un’inversione di tendenza sorprendente, l’Italia ha abbattuto le proprie emissioni di gas serra del 6,5% nel 2023, superando di gran lunga le aspettative e aprendo la strada al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici per il 2030.
Solo un anno fa, le previsioni erano tutt’altro che rosee: il ritmo di riduzione delle emissioni era troppo lento e si stimava che ci sarebbero voluti 200 anni per raggiungere il target del -55% rispetto al 1990. Ma il 2023 ha riscritto il copione: l’Italia ha fatto passi da gigante, tagliando le emissioni più di quanto necessario per centrare gli obiettivi che sembravano irraggiungibili a molti.
E questo senza l’aiuto di fattori esterni come crisi finanziarie o pandemie.
Questi dati incoraggianti emergono dal report “I 10 key trend sul clima in Italia“, elaborato da Italy for Climate. Il report, oltre a fotografare la positiva performance italiana, indaga anche le ragioni dietro questo improvviso cambio di rotta.
Indice
La transizione energetica non si ferma
Nel 2022, con l’avvento di una nuova fase storica contraddistinta da forti tensioni geopolitiche e da prezzi dell’energia alle stelle, molti si erano domandati se ciò avrebbe messo a repentaglio i primi segnali della transizione energetica che, con timidezza, si stavano delineando nel mondo e in Europa. Tuttavia, il resoconto preliminare del 2023, almeno per quanto riguarda l’Italia, smentisce questi timori. Al contrario, come previsto dall’Agenzia Internazionale dell’Energia, questa nuova fase, pur drammatica nella storia umana, sta accelerando diversi trend green nell’ambito energetico.
Riduzione delle emissioni: una miscela di fattori e tendenze strutturali
Un mix di fattori, strutturali e contingenti, ha contribuito al calo record delle emissioni in Italia nel 2023. Secondo Italy for Climate, il settore elettrico ha svolto un ruolo fondamentale, con una diminuzione del 18% delle emissioni specifiche per kWh rispetto al 2022.
Le chiavi del successo:
- Aumento delle rinnovabili: la quota di energia prodotta da fonti rinnovabili ha raggiunto quasi il 44% del totale, trainando la decarbonizzazione del settore energetico.
- Riduzione dei combustibili fossili: la produzione di energia da combustibili fossili è diminuita del 33 TWh, in particolare per quanto riguarda il carbone, il cui utilizzo era aumentato nel 2022 a causa del conflitto in Ucraina.
- Temperature più elevate: le temperature invernali più alte hanno ridotto la domanda di riscaldamento, contribuendo al calo delle emissioni.
- Maggiore consapevolezza: imprese e cittadini sono sempre più attenti all’efficienza energetica e adottano comportamenti più sostenibili.
Un passo avanti significativo
Il calo delle emissioni rappresenta un passo avanti significativo verso gli obiettivi di decarbonizzazione stabiliti dall’Italia. I dati dimostrano che il paese è sulla strada giusta per un futuro energetico più sostenibile, anche grazie a un mix di fattori, alcuni contingenti e altri potenzialmente strutturali.
Oltre al settore elettrico, anche altri settori hanno contribuito al calo delle emissioni, come l’industria, i trasporti e l’edilizia. L’Italia continuerà a investire in tecnologie rinnovabili e in misure di efficienza energetica per consolidare questi risultati e raggiungere i propri obiettivi climatici.
Il caso italiano dimostra che la transizione verso un’economia a basso tenore di carbonio è possibile e realizzabile. L’impegno del paese nella riduzione delle emissioni può rappresentare un esempio da seguire per altre nazioni impegnate nella lotta al cambiamento climatico.
Ottimismo e impegno per un futuro sostenibile, riflessioni di Edo Ronchi
Edo Ronchi, Presidente della Fondazione per lo Sviluppo Sostenibile, ha commentato: “Questi risultati dimostrano che la partita per il clima non è affatto persa e che gli obiettivi di decarbonizzazione del nuovo pacchetto europeo entro il 2030, per quanto ambiziosi, possono ancora essere raggiunti. In particolare, i dati elaborati da Italy for Climate indicano che anche l’Italia può contribuire alla lotta contro la crisi climatica globale, ottenendo vantaggi in termini di tutela ambientale, sicurezza dei cittadini e miglioramento delle performance economiche e sociali del Paese. Tuttavia, resta fondamentale un impegno condiviso tra cittadini, imprese e Governo per affrontare questa sfida in modo efficace”.
Il 2023 un anno record per l’energia solare in Italia
Il 2023 ha segnato un anno record per l’eolico e, soprattutto, per il fotovoltaico in Italia. Per la prima volta nella storia del Paese, queste due fonti hanno insieme contribuito a oltre il 20% della produzione nazionale di energia elettrica. Nel corso dell’anno passato, si è assistito a un notevole miglioramento nell’installazione di nuovi impianti fotovoltaici, mentre l’eolico è rimasto sostanzialmente stabile. I nuovi impianti fotovoltaici hanno superato i 5 GW di potenza, più del doppio rispetto all’anno precedente, sebbene ancora distanti dagli 8 GW della Spagna e soprattutto dai 14 GW della Germania, nonostante quest’ultima non sia nota per il suo clima particolarmente soleggiato. Nel settore residenziale, grazie anche al Superbonus, più di 1,3 milioni di famiglie sono ormai collegate a impianti fotovoltaici, che da soli coprono quasi il 10% di tutti i consumi domestici nazionali.
Un successo trainato dal Superbonus
Un ruolo fondamentale in questo successo è stato svolto dal Superbonus, l’incentivo fiscale che ha spinto molte famiglie all’installazione di impianti fotovoltaici per uso domestico. Ad oggi, si contano oltre 1,3 milioni di famiglie con pannelli solari sui propri tetti, che contribuiscono a soddisfare quasi un decimo del fabbisogno energetico domestico nazionale.
Nonostante le sfide da affrontare, il 2023 rappresenta un anno di svolta per le rinnovabili in Italia. I progressi compiuti nel fotovoltaico e la crescente attenzione all’eolico aprono la strada a un futuro energetico più sostenibile per il Paese. Con un impegno continuo e politiche mirate, l’Italia può diventare un modello di riferimento nella transizione verso un’economia energetica basata su fonti rinnovabili.
Meno dipendenza energetica, più efficienza, consumi in calo
Il 2023 si è rivelato un anno positivo per l’Italia non solo per il calo delle emissioni, ma anche per due importanti fattori energetici: la riduzione della dipendenza energetica dall’estero e l’aumento dell’efficienza energetica.
Un passo importante è stata l’uscita della Russia dalla lista dei dieci maggiori fornitori di energia per l’Italia. Questo risultato, ottenuto grazie a una diversificazione delle fonti di approvvigionamento, rappresenta un passo fondamentale per la sicurezza energetica del Paese.
L’intensità energetica del Pil, ovvero la quantità di energia necessaria a produrre una unità di Prodotto Interno Lordo, è diminuita del 3%. Si tratta di un dato significativo che evidenzia una maggiore efficienza nell’utilizzo dell’energia da parte del sistema economico italiano. Questo miglioramento è dovuto a diversi fattori, tra cui le temperature invernali più miti, l’efficientamento energetico degli edifici e l’ammodernamento del sistema industriale.
Nonostante una seppur timida crescita economica (+0,9% del Pil secondo l’Istat), secondo le stime Enea, la domanda di energia è diminuita di oltre il 2%. I consumi finali di energia sono scesi di circa 3,5 Mtep, attestandosi a livelli minimi mai registrati prima.
Un trend positivo da consolidare
I dati del 2023 dimostrano che l’Italia si sta muovendo nella giusta direzione per quanto riguarda la gestione energetica. La riduzione della dipendenza dall’estero, l’aumento dell’efficienza e il calo dei consumi sono tutti segnali positivi che indicano un Paese più sostenibile e resiliente. Per consolidare questo trend positivo, è necessario continuare a investire in tecnologie innovative, promuovere comportamenti virtuosi e attuare politiche mirate a favore dell’efficienza energetica.
La crisi energetica non ha fermato la transizione verde
Andrea Barbabella, Coordinatore di Italy for Climate, commenta i dati positivi sul calo delle emissioni in Italia nel 2023. “Contrariamente alle aspettative, la crisi energetica non ha frenato la transizione energetica in Italia – afferma Barbabella – Anzi, ha spinto cittadini, imprese e istituzioni ad adottare contromisure che hanno accelerato il processo di decarbonizzazione, rimasto fermo per anni.”
Le contromisure adottate:
- Aumento delle rinnovabili: investimenti in fonti energetiche rinnovabili come eolico e fotovoltaico per ridurre la dipendenza dai combustibili fossili.
- Efficienza energetica: miglioramento dell’efficienza energetica di edifici e industrie per ridurre i consumi energetici.
- Mobilità sostenibile: promozione di mezzi di trasporto sostenibili come auto elettriche e biciclette per diminuire le emissioni legate ai trasporti.
Un’occasione per un cambiamento strutturale
Secondo Barbabella, la crisi rappresenta un’opportunità per accelerare la transizione verso un modello energetico più sostenibile e resiliente. “Questa crisi ci ha insegnato che non possiamo più dipendere dai combustibili fossili,” afferma. “Investire nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica non solo ci aiuterà a ridurre le emissioni, ma anche a creare nuovi posti di lavoro e a rafforzare la nostra sicurezza energetica.”
L’impegno di Italy for Climate
Italy for Climate, la coalizione di oltre 250 organizzazioni che promuove la transizione energetica in Italia, continuerà a monitorare i progressi e a sollecitare le istituzioni a fare di più per raggiungere gli obiettivi climatici. “L’Italia ha le potenzialità per diventare leader nella lotta al cambiamento climatico. – conclude Barbabella – Dobbiamo cogliere questa occasione per costruire un futuro più sostenibile per le generazioni future”.
I 10 trend chiave del clima in Italia, luci e ombre nel 2023
L’Italia si trova ad affrontare le conseguenze della crisi climatica, con eventi meteo estremi sempre più frequenti e una vulnerabilità crescente. Tuttavia, l’anno ha visto anche importanti passi avanti verso la decarbonizzazione, con un calo record delle emissioni e una crescita significativa delle rinnovabili.
- Crisi climatica: con un nuovo record di 3.400 eventi meteoclimatici estremi censiti in Italia, il 2023 è il secondo anno più caldo di sempre, rendendo l’Italia sempre più vulnerabile agli effetti della crisi climatica.
- Emissioni: un taglio del 6,5% delle emissioni di gas serra, il più alto mai registrato durante una fase di crescita economica debole, equivalente a 27 milioni di tonnellate in meno in un solo anno, in linea con i target europei per il 2030.
- Energia: una riduzione del 3% nell’intensità energetica del PIL, portando l’economia a livelli di efficienza senza precedenti, con una diminuzione assoluta dei consumi di energia, specialmente negli edifici e nell’industria.
- Generazione elettrica: un calo record del 18% delle emissioni di CO2 per kWh nel settore elettrico, grazie alla crescita delle fonti rinnovabili e alla diminuzione della produzione da combustibili fossili.
- Dipendenza energetica: una dipendenza energetica dall’estero del 77%, in miglioramento ma ancora tra le più elevate in Europa, con la Russia che esce per la prima volta dalla top ten dei maggiori fornitori di energia.
- Rinnovabili elettriche: il 20% della produzione di elettricità è stata generata da fotovoltaico ed eolico, con tutte le fonti rinnovabili che hanno raggiunto quasi il 44% della produzione totale, superando il record del 2014.
- Eolico e solare: un aumento di 5,7 GW nei nuovi impianti installati, trainato dal Superbonus e dall’aumento dei prezzi dell’energia, anche se l’Italia rimane indietro rispetto ad altri paesi europei.
- Edifici: 700.000 abitazioni riqualificate con il Superbonus, triplicando la media degli anni precedenti, con 1,3 milioni di famiglie connesse a impianti fotovoltaici.
- Auto elettrica: una quota del 4,2% di auto elettriche vendute, in crescita ma ancora inferiore ad altri paesi europei, segnalando un mercato ancora in fase di sviluppo.
- Acqua e neve: un deficit medio del 60% nelle scorte di acqua nevosa, il più basso registrato fino ad oggi, colpendo principalmente i bacini nel nord Italia.
Gli obiettivi Ue 2030, verso una società sostenibile e resiliente
L’Unione europea ha delineato una serie di obiettivi chiave per il 2030, miranti a promuovere una società più sostenibile, resiliente e inclusiva. Questi obiettivi, parte integrante dell’Agenda per il 2030 dell’Onu e degli Accordi di Parigi sul clima, riflettono l’impegno dell’Ue verso la realizzazione di un futuro migliore per tutti i suoi cittadini e per il pianeta nel suo complesso.
Obiettivi Chiave:
- Clima: l’Ue si è posta l’obiettivo di ridurre le emissioni di gas serra del 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Questo ambizioso traguardo mira a limitare il riscaldamento globale e ad affrontare le sfide del cambiamento climatico.
- Energia: un altro obiettivo cruciale è quello di aumentare la quota di energia rinnovabile fino al 40% del consumo totale di energia dell’UE entro il 2030. Ciò promuoverà una transizione verso un sistema energetico più pulito e sostenibile, riducendo la dipendenza dalle fonti fossili.
- Economia circolare: l’Ue si impegna a promuovere l’economia circolare, riducendo al minimo il consumo di risorse e promuovendo il riutilizzo, il riciclo e il ripensamento dei processi produttivi. L’obiettivo è raggiungere un tasso di riciclo del 70% per i rifiuti urbani e del 60% per i rifiuti industriali entro il 2030.
- Innovazione e tecnologia: l’Ue mira a promuovere l’innovazione e l’adozione di tecnologie pulite per favorire una crescita economica sostenibile e creare posti di lavoro di qualità. Investimenti significativi sono diretti verso la ricerca e lo sviluppo di soluzioni innovative per affrontare le sfide ambientali e sociali.
- Inclusione sociale: Un altro pilastro degli obiettivi Ue per il 2030 è la promozione dell’inclusione sociale e della riduzione delle disuguaglianze. Questo include garantire un’istruzione di qualità per tutti, l’accesso a servizi sanitari adeguati e la creazione di opportunità di lavoro dignitoso.
- Biodiversità e ambiente: l’Ue si impegna a proteggere e ripristinare gli ecosistemi naturali, con l’obiettivo di arrestare il declino della biodiversità entro il 2030. Questo comprende la conservazione degli habitat naturali, la promozione della gestione sostenibile delle risorse naturali e la lotta contro l’inquinamento.