Industria italiana del vetro, il 68% delle aziende è pronta per la decarbonizzazione

Emissioni di CO2 in diminuzione, mentre cresce l'utilizzo di energie rinnovabili e, per risparmiare CO2 cala il peso delle bottiglie e aumenta l'uso del rottame

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

L’industria italiana del vetro sta affrontando con determinazione la sfida della decarbonizzazione, adottando una strategia multidimensionale per ridurre l’impatto ambientale del settore. Questa strategia comprende diversi elementi chiave, tra cui l’elettrificazione degli impianti, l’incremento dell’utilizzo di energia proveniente da fonti rinnovabili e l’impiego di nuovi combustibili a basse emissioni di carbonio.

Le aziende del settore stanno implementando piani rigorosi per la riduzione dei gas serra negli impianti produttivi, investendo in soluzioni tecnologiche innovative. Inoltre, viene adottato un approccio sistematico per ridurre l’impronta di carbonio lungo l’intera catena del valore, intervenendo anche sul prodotto finale. Ad esempio, si sta lavorando per alleggerire il peso di bottiglie e vasetti, riducendo così le emissioni associate alla produzione e al trasporto.

Un altro elemento fondamentale della strategia è l’incremento dell’utilizzo di rottame di vetro nella produzione. Questa scelta non solo riduce la dipendenza dalle materie prime vergini, ma contribuisce anche in modo significativo alla riduzione delle emissioni di CO2. Nel 2022, grazie all’impiego del rottame di vetro, l’industria italiana ha risparmiato 1.042.295 tonnellate di emissioni dirette.

Gli investimenti realizzati nel biennio 2021-2022 testimoniano l’impegno concreto dell’industria del vetro nella transizione energetica e nella riduzione dei consumi e delle emissioni. Questi sforzi dimostrano la volontà del settore di contribuire attivamente alla lotta contro il cambiamento climatico e di promuovere un modello di produzione più sostenibile e rispettoso dell’ambiente.

Verso una transizione energetica sostenibile nel settore del vetro

Assovetro, l’Associazione degli industriali del vetro aderente a Confindustria, esamina i risultati acquisiti e le sfide future che attendono un’industria simbolo del Made in Italy, prima in Europa per la produzione di contenitori.

Secondo il Presidente di Assovetro, Marco Ravasi, le soluzioni tecnologiche per un cambio di paradigma energetico esistono, ma è necessario definire un quadro normativo-regolatorio chiaro e duraturo. Inoltre, sono necessari adeguati sistemi incentivanti che rendano sostenibili gli investimenti per le aziende. Alcuni paesi, come la Germania e gli Stati Uniti, hanno adottato piani di supporto economico per facilitare la transizione energetica delle loro industrie energetiche.

Il report di sostenibilità di Assovetro rivela che il 68% delle aziende esaminate ha formalizzato una roadmap di decarbonizzazione entro il 2030 e il 2050. Molte vetrerie stanno già attuando importanti cambiamenti sia nei processi industriali che nei prodotti. Inoltre, l’utilizzo del rottame di vetro ha contribuito alla diminuzione delle emissioni di CO2, con 1.042.295 tonnellate di emissioni dirette risparmiate nel 2022.

L’industria del vetro in Italia è strategica, rappresentando il 21,3% della produzione continentale dei contenitori. Nonostante le pressioni legate al rincaro delle materie prime, dei trasporti e dell’energia, l’industria del vetro si impegna a garantire bottiglie e vasetti di qualità per le eccellenze agroalimentari italiane. Ciò si traduce in investimenti nell’ampliamento delle capacità produttive e nella progettazione di nuovi forni.

Innovazione e sostenibilità nell’industria vetraria italiana

La percentuale di energia rinnovabile sul totale dei consumi, autoprodotta o acquistata, ha rappresentato oltre l’11% nel 2022, registrando un aumento del 1% rispetto all’anno precedente. Questo dato indica un progresso significativo verso la transizione verso fonti energetiche più sostenibili.

Un altro aspetto importante è la riduzione del peso delle bottiglie e dei vasetti di vetro. Nel corso degli ultimi 10 anni, le bottiglie di vino hanno ridotto in media il loro peso del 12%, portando a un minor consumo di materie prime, energia e, di conseguenza, a minori emissioni di CO2.

Inoltre, l’utilizzo del rottame di vetro nella produzione delle bottiglie scure ha raggiunto una media dell’85-87%, con il potenziale di arrivare al 100%. L’utilizzo di una tonnellata di rottame consente di risparmiare 0,67 tonnellate di CO2. Se tutti i forni italiani che producono bottiglie chiare passassero al vetro scuro, le emissioni di CO2 diminuirebbero di circa l’8%.

Il Rapporto di Sostenibilità 2023 evidenzia che l’industria del vetro in Italia ha ottenuto importanti risultati non solo nella riduzione delle emissioni di CO2, ma anche nella diminuzione delle emissioni di NOX del 41%, delle emissioni di SOX del 49% e delle polveri del 53% nel periodo tra il 2016 e il 2022. Inoltre, i consumi idrici hanno registrato un calo del 39% nel 2022 rispetto al 2016, con un ulteriore calo del 7,2% tra il 2021 e il 2022, grazie anche al contributo del recupero.

L’industria del vetro italiano sta dimostrando un impegno concreto verso la sostenibilità energetica, implementando soluzioni tecnologiche e adottando pratiche che riducono l’impatto ambientale. Questi sforzi contribuiscono a preservare l’ambiente e a garantire un futuro più sostenibile per l’industria del vetro nel contesto del Made in Italy.

L’industria del vetro italiano in prima linea per la decarbonizzazione

Le aziende vetrarie italiane stanno adottando misure significative per ridurre la propria impronta carbonica e contribuire alla transizione verso un’economia più sostenibile. Diverse iniziative sono state intraprese nel settore, come evidenziate di seguito.

Zignago Vetro: Un piano di decarbonizzazione e l’utilizzo di energia rinnovabile

Zignago Vetro, un’importante azienda del settore, ha stabilito obiettivi strategici al 2030 e ha implementato un piano di decarbonizzazione. Un esempio significativo di questa strategia è l’impianto di Fossalta di Portogruaro, che utilizza energia rinnovabile prodotta da un impianto a biomassa di Zignago Power. Questo impianto fornisce quasi il 100% dell’elettricità consumata dalla vetreria e copre circa il 38% del fabbisogno energetico del Gruppo. Inoltre, l’impianto recupera parte dell’energia termica dei fumi di combustione per produrre acqua calda e alimentare una rete di teleriscaldamento.

Verallia: Riduzione delle emissioni di CO2 e prodotti più leggeri

Verallia, un altro importante attore del settore, sta portando avanti il progetto HEATOX, che prevede il preriscaldo di gas e ossigeno per ridurre il consumo di combustibile e le emissioni di CO2. Questo progetto ha permesso una riduzione di circa il 5% delle emissioni di CO2 “scope 1”, ovvero quelle generate direttamente dalla combustione del gas utilizzato per la fusione. Inoltre, Verallia sta lavorando per realizzare prodotti più leggeri e con un minor impatto ambientale. Ad esempio, hanno recentemente lanciato sul mercato la Bordolese Air 300gr, la bottiglia Bordolese più leggera di sempre, utilizzando strumenti di modellazione avanzati per garantire la resistenza meccanica della bottiglia.

O-I: Utilizzo di ossigeno e recupero del calore

Lo stabilimento O-I di Villotta di Chions ha avviato un progetto innovativo che prevede l’utilizzo di ossigeno nei forni fusori, noto come tecnologia oxy-fuel. Questa tecnologia consente di aumentare l’efficienza energetica utilizzando l’ossigeno, riducendo il consumo di energia del 38% e le emissioni dell’80%. Inoltre, lo stabilimento ha implementato il riutilizzo “circolare” del calore proveniente dai fumi di combustione per preriscaldare il rottame di vetro delle raccolte differenziate prima di introdurlo nei forni di fusione.

Questi sono solo alcuni esempi delle iniziative intraprese dall’industria del vetro italiano per ridurre le emissioni di CO2, migliorare l’efficienza energetica e promuovere la sostenibilità. L’impegno del settore nel perseguire la decarbonizzazione è evidente attraverso la riduzione delle emissioni di gas serra, l’aumento dell’utilizzo di energia rinnovabile e l’adozione di soluzioni tecnologiche innovative.

Impatto della crisi geopolitica sulla produzione di contenitori in vetro

La crisi geopolitica e l’inflazione che hanno caratterizzato il 2023 hanno avuto un impatto significativo sui consumi in Europa, compresa l’Italia. Di conseguenza, si è registrato un calo nella produzione dei contenitori in vetro, che sono considerati un’eccellenza nel settore alimentare e delle bevande.

Secondo i dati, la produzione di vetro cavo nel 2023 è diminuita del 5,3% rispetto all’anno precedente. In particolare, la produzione di bottiglie è scesa anch’essa del 5,3%, mentre quella dei vasi ha subito una diminuzione dello 0,9%.

Non solo la produzione, ma anche l’import ed export di bottiglie e vasi in vetro hanno risentito della situazione economica. Nel dettaglio, si è registrato un calo dell’11,6% nell’import di bottiglie e una diminuzione del 18,3% nell’export di bottiglie. Per quanto riguarda i vasi, l’export ha subito una contrazione del 30%, mentre l’import ha registrato un aumento del 5,5%.

Questi dati evidenziano come il settore dei contenitori in vetro abbia affrontato sfide significative nel 2023 a causa delle difficoltà economiche e della riduzione dei consumi. Tuttavia, è importante sottolineare che il vetro rimane un materiale di grande valore per la conservazione e l’imballaggio di alimenti e bevande, grazie alle sue proprietà di igiene, sicurezza e sostenibilità.

Il ruolo chiave del riciclo del vetro nell’economia e nell’occupazione

Utilizzare rottami di vetro non solo contribuisce al riuso delle materie prime, ma ha anche un impatto significativo sul risparmio energetico, diventando sempre più importante nell’attuale contesto di lotta al cambiamento climatico e alla crisi energetica. Secondo Assovetro, l’impiego di rottame di vetro nella produzione di oggetti di vetro consente di ottenere importanti economie sia indirette, sostituendo materie prime ad alto contenuto energetico, sia dirette, riducendo l’energia necessaria per la fusione.

Inoltre, il riciclo del vetro ha un impatto positivo sull’occupazione. Alla fine del 2020, le aziende italiane del vetro cavo e del vetro piano impiegavano complessivamente 11.738 addetti, registrando una crescita del 3,9% rispetto al 2016. La maggioranza dei lavoratori ha contratti di lavoro a tempo indeterminato, rappresentando il 93,6% della forza lavoro nel settore del vetro cavo e piano. Questo dato conferma l’importanza delle professioni verdi, che non solo sono in crescita, ma offrono anche contratti più stabili.

Italia in testa alla raccolta differenziata del vetro

Secondo i dati presentati da Coreve, il consorzio del riciclo del vetro, il tasso di riciclo del vetro in Italia è aumentato significativamente, raggiungendo l’80,8% nel 2022. Questo risultato ha permesso all’Italia di superare il target dell’UE del 75% fissato per il 2030 per il quarto anno consecutivo. Coreve ha collaborato con Anci, l’Associazione dei Comuni Italiani, per migliorare la quantità e la qualità della raccolta del vetro. Insieme, hanno messo a disposizione risorse economiche per finanziare progetti volti a promuovere la raccolta di vetro nei comuni italiani. Attraverso i Bandi Anci-Coreve, sono stati investiti circa 22 milioni di euro per migliorare la raccolta di vetro. Questa collaborazione ha contribuito a raggiungere risultati significativi nel 2022.

Crescita della raccolta differenziata del vetro in Italia

Secondo i dati forniti da Cereve, la quantità di vetro riciclato dagli italiani è aumentata significativamente nel 2022, con una media di 1,6 kg in più per persona, passando da 41 kg nel 2021 a 42,6 kg nel 2022. Ciò ha comportato una riduzione di 100 mila tonnellate di vetro destinato alla discarica, con un risparmio di 18 milioni di euro sui costi di smaltimento e un risparmio diretto di quasi 4 milioni di metri cubi di gas, oltre a un risparmio indiretto di quasi 7 milioni di metri cubi di gas.

Anche le regioni del Sud hanno registrato un significativo incremento nella raccolta, passando da una media di 33,7 kg pro-capite a 35,5 kg, contribuendo così in modo sostanziale alla riduzione del vetro destinato alla discarica.

Riciclo del vetro, Coreve e Anci insieme per migliorare la raccolta

Il presidente Gianni Scotti del Coreve ha dichiarato che migliorare la qualità e la quantità della raccolta del vetro è l’obiettivo principale del consorzio. Negli ultimi mesi, i risultati del più grande intervento mai realizzato dal Consorzio, finanziato insieme ad Anci, sono stati evidenti. Il Coreve ha finanziato 122 progetti in 351 comuni, coinvolgendo 7 milioni di cittadini con un investimento totale di quasi 12 milioni di euro. Grazie al successo di questa iniziativa, Coreve e Anci hanno annunciato nuovi bandi per il 2023, con un ulteriore finanziamento di 8 milioni di euro per sostenere progetti e interventi, soprattutto nelle regioni del Sud.

Scotti ha sottolineato che lasciare che il vetro riciclabile finisca in discarica è uno spreco enorme, come dimostrano i dati di Coreve. Ha evidenziato che l’utilizzo di vetro riciclato comporta numerosi vantaggi ambientali ed economici. Il riciclo del vetro permette di risparmiare 4,2 milioni di tonnellate di materie prime, equivalente a circa due volte il volume del Colosseo, con un risparmio economico del 20-30%. Inoltre, riduce il consumo energetico e di gas naturale del 25%, con un risparmio di almeno 360 kg di CO2 per tonnellata di prodotto.

Impatto ambientale positivo del riciclo del vetro

Gli eccellenti risultati ottenuti nel riciclo nel 2022 hanno avuto un impatto significativo sull’ambiente. Grazie a questi risultati, sono state evitate l’emissione in atmosfera di 2,5 milioni di tonnellate di gas a effetto serra, quantità equivalente a quella prodotta dalla circolazione di circa 1,6 milioni di autovetture euro 5 di piccola cilindrata, per una percorrenza media di 15.000 km. Inoltre, il riciclo del rottame di vetro ha comportato un risparmio energetico di oltre 436 milioni di metri cubi di gas, equivalenti ai consumi domestici di oltre 580.000 famiglie italiane o di una città con più di 1,6 milioni di abitanti.

Il presidente Scotti ha concluso sottolineando che grazie all’impegno di tutti si punta a raggiungere un tasso di riciclo del 83% nel 2023 e a superare l’86% nel 2025.

L’Italia raggiunge il target di riciclo del vetro ma persistono alcune difficoltà

Nonostante l’Italia abbia già superato il target di riciclo fissato dall’Europa per il 2030 con 10 anni di anticipo, il 9,1% degli italiani ammette di non essere sufficientemente abile nel riciclare il vetro. Questo problema è particolarmente diffuso tra i giovani, con il 18% che si autovaluta sotto la sufficienza. Tra gli errori più comuni nel riciclo del vetro vi è l’inserimento nella raccolta di bicchieri (71%), vetri delle finestre (42,9%), e cristallo (22,9%).

Il 20% degli italiani conferisce anche lenti per gli occhiali, mentre il 14% smaltisce lampadine insieme al vetro. Oggetti in porcellana, come tazze e pirofile in borosilicato, finiscono nella raccolta del vetro nell’8% dei casi. A livello regionale, gli abitanti delle regioni del Sud si autovalutano più negativamente, con il 12% che giudica la propria abilità nel riciclo del vetro sotto la sufficienza. La Campania si distingue con il 13% dei casi.