Ecco dove sorgeranno le prime 36 stazioni a idrogeno italiane

Con il via libera del Mit, stanziati dal Pnrr più di 103 milioni di euro per realizzare i primi progetti in Italia, ma il 77% delle risorse sono destinate al Nord

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Matteo Paolini

Giornalista green

Nel 2012 ottiene l’iscrizione all’Albo dei giornalisti pubblicisti. Dal 2015 lavora come giornalista freelance occupandosi di tematiche ambientali.

Il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti ha pubblicato recentemente la lista dei 36 progetti finanziati per la costruzione di nuove stazioni di rifornimento ad idrogeno. Questo rappresenta un importante passo in avanti per la promozione dell’uso di questa tecnologia alimentare. Il finanziamento pubblico è pari a circa 103,5 milioni di euro, che fa parte del totale di 230 milioni di euro destinati alla creazione della rete nazionale di rifornimento ad idrogeno entro il 2026, finanziati grazie al PNRR.

Nuove stazioni ad idrogeno finanziate dallo Stato italiano

Se tutti i 36 progetti di nuove stazioni di rifornimento ad idrogeno dovessero essere approvati, si verificherebbe un drastico cambiamento della situazione attuale, visto che attualmente ci sono solo due stazioni attive, una a Bolzano e una a Mestre. Il criterio principale per la distribuzione dei fondi è quello di intercettare le maggiori direttive del traffico commerciale pesante, come ad esempio l’asse stradale del Brennero, il corridoio est-ovest da Torino a Trieste e le reti di trasporto trans-europee (TEN-T), ma anche aree del sud Italia come la Puglia e la Calabria. Inoltre, sono previste stazioni di servizio nelle cosiddette “hydrogen valleys” italiane, ovvero le zone dove si vuole sperimentare il trasporto ferroviario ad idrogeno. Al momento, ci sono tre progetti in fase di sviluppo: uno in Valcamonica, uno in Umbria e uno in Sicilia.

Il Sud Italia riceverà il 40% delle risorse

Il Sud Italia riceverà il 40% delle risorse totali destinate ai progetti di rifornimento ad idrogeno, come previsto dal PNRR. Tuttavia, dei 36 progetti approvati, la maggioranza si concentra ancora nel Nord Italia, che riceverà il 77% del finanziamento complessivo. In particolare, il Veneto otterrà circa 27 milioni di euro per ben 9 progetti, seguito dal Trentino-Alto Adige (21 milioni di euro per 6 stazioni di rifornimento) e dal Piemonte e dalla Lombardia con rispettivamente 5 e 4 progetti. Le altre regioni coinvolte includono la Puglia, con un investimento di 8 milioni di euro per la realizzazione di 3 stazioni di rifornimento, il Lazio con 2 progetti, e la Calabria con 1 progetto.

L’importanza dell’idrogeno verde

Un aspetto fondamentale delle nuove stazioni di rifornimento ad idrogeno, che copriranno sia i veicoli privati che i veicoli commerciali pesanti e leggeri, è che i finanziamenti saranno concessi solo a patto che l’idrogeno prodotto ed erogato sia verde, cioè prodotto tramite elettrolisi con l’ausilio di energia elettrica rinnovabile per l’intera durata della concessione. L’obiettivo è quello di contribuire alla decarbonizzazione del sistema italiano e allo sviluppo di una filiera di grande importanza per l’economia della transizione ecologica e per la creazione di nuovi posti di lavoro. “Lo sviluppo di una rete di stazioni di rifornimento è fondamentale per garantire che l’idrogeno giochi un ruolo decisivo nel raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione in Italia”, ha dichiarato Alberto Dossi, Presidente di H2IT, l’Associazione Italiana Idrogeno.

A oggi ci sono solo due stazioni a idrogeno in Italia

Attualmente in Italia solo due auto ad idrogeno disponibili per il trasporto privato, la Toyota Mirai e la Hyundai Nexo, ma il progetto di ampliamento della rete è molto ambizioso. Entrambe le auto si basano sulla tecnologia delle “fuel cell” e offrono un’autonomia di 650 e 666 chilometri rispettivamente, con prezzi a partire da 66.000 euro per la Mirai e dai 77.900 agli 80.900 euro per la Nexo.

L’elenco dei progetti approvati

Ecco i progetti approvati per le aziende coinvolte: Autostrada del Brennero (4 progetti), Milano Serravalle (3), Snam 4 Mobility (8), Eni (3), Sapio (2), Green Factory (1), Sasa (2), Edison (3), Q8 Petroleum (3), Alperia Greenpower (1), Gemmo – Simplifhy SB (1), Dilella Invest (1), Beyfin (1), Teca Gas (1), Sol (1), Italgas (1). “Siamo soddisfatti che il Governo abbia ascoltato le istanze del settore idrogeno italiano e abbia dato fiducia al suo potenziale di crescita”, ha commentato Alberto Dossi. “Lo sviluppo di una rete di stazioni di rifornimento è essenziale per consentire all’idrogeno di dare un contributo decisivo per raggiungere gli obiettivi di decarbonizzazione. Investire nell’infrastruttura è di importanza strategica perché abilita lo sviluppo della mobilità a idrogeno e di tutta la supply chain, sinergica con i progetti di Hydrogen Valleys”.

Come funziona un’auto a idrogeno

Per capire come funziona un’auto a idrogeno, è importante capire la principale differenza tra un’auto elettrica e una a idrogeno. In generale, le auto elettriche utilizzano energia esterna immagazzinata in una batteria, mentre quelle a idrogeno generano energia internamente tramite celle a combustibile (FCEV o FCV).

Questo significa che le auto a idrogeno utilizzano una reazione chimica che converte l’idrogeno in energia, immagazzinato in un serbatoio, attraverso le celle a combustibile. A differenza delle auto elettriche, che utilizzano una riserva di energia fissa, le auto a idrogeno generano continuamente energia.

Un modo semplice per comprendere questo meccanismo di funzionamento è immaginare che la benzina sia l’idrogeno e la reazione di combustione che avviene in un motore a benzina sia il processo di reazione chimica generato da un’unità elettrica.

I vantaggi delle auto a idrogeno

I veicoli a idrogeno offrono numerosi vantaggi, tra cui l’assenza di impatto ambientale e di emissioni nocive, oltre alla massima silenziosità di marcia. Inoltre, presentano tempi di ricarica molto più rapidi rispetto alle auto elettriche, impiegando circa cinque minuti per raggiungere la massima resa chilometrica (30 minuti con il fast charge per le auto elettriche). Altro punto di forza delle auto a idrogeno è la maggiore autonomia: attualmente, un serbatoio d’idrogeno è capace di contenere una quantità sufficiente di carburante per coprire una distanza superiore ai 500 chilometri. Inoltre, rispetto alle auto elettriche, i veicoli a idrogeno non risentono della variazione della temperatura esterna, soprattutto in presenza di climi particolarmente rigidi, grazie alla loro stabilità termica.

Gli svantaggi delle auto a idrogeno

Il principale svantaggio delle auto a idrogeno attualmente è legato alla scarsità delle stazioni di ricarica. Mentre in Germania e negli Stati Uniti sono sempre più diffuse, in Italia al momento ce ne sono solo tre. Inoltre, il prezzo di acquisto di queste vetture può essere un altro aspetto negativo, essendo molto elevato rispetto alle auto elettriche o ibride con caratteristiche simili. In media, infatti, si aggira sui 70.000 euro, il doppio di una vettura elettrica o ibrida. Ciò è dovuto non solo alla produzione ancora poco diffusa, ma anche alla necessità di utilizzare il platino come catalizzatore per generare corrente nelle celle a combustibile. Tuttavia, la quantità di platino necessaria per le celle a combustibile delle auto è stata notevolmente ridotta.