L’UE definisce la sua strategia: l’idrogeno verde dopo il price cap sul gas

La Commissione europea ha adottato due atti delegati previsti dalla Direttiva sulle energie rinnovabili per definire cosa si intende per idrogeno verde e rinnovabile

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Redazione

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Dopo il successo del price cap, che ha fatto crollare il prezzo ai minimi da dicembre 2021 a 51,6 euro per Megawattora, l’UE lancia una nuova proposta per incentivare l’energia verde con l’idrogeno. In particolare la commissione europea, con l’adozione di due atti delegati previsti dalla Direttiva sulle energie rinnovabili, ha finalmente definito cosa si intende per idrogeno “verde”, includendo fra le fonti anche il nucleare.

Questi atti – spiega la Commissione – fanno parte di un ampio quadro normativo dell’UE per l’idrogeno, che comprende investimenti in infrastrutture energetiche e norme sugli aiuti di Stato, nonché obiettivi legislativi per l’idrogeno rinnovabile per l’industria e i settori dei trasporti. Gli atti adottati da Bruxelles saranno trasmessi al Parlamento europeo e al Consiglio, che hanno due mesi di tempo per approvarli o respingerli, ma non il potere di modificarli.

Gi obiettivi

Il primo atto delegato definisce a quali condizioni l’idrogeno, i combustibili a base di idrogeno o altri vettori energetici possono essere considerati RFNBO (combustibili rinnovabili di origine non biologica).

Grazie al piano REPowerEU, l’UE mira a raggiungere 10 milioni di tonnellate di produzione interna di idrogeno rinnovabile e 10 milioni di tonnellate di idrogeno rinnovabile importato. Gli atti adottati se5rviranno dunque a fornire certezza normativa per il conteggio dlele rinmnovabili degli Stati Membri.

La domanda di energia per la produzione di idrogeno, inizialmente trascurabile, aumenterà nel 2030 con il lancio di massa di elettrolizzatori su larga scala. La Commissione stima che siano necessari circa 500 TWh di elettricità rinnovabile per soddisfare il target di produrre 10 milioni di tonnellate di idrogeno. Ciò corrisponde al 14% del consumo totale di elettricità dell’UE e si riflette nella proposta della Commissione di aumentare al 45% il target di rinnovabili per il 2030.

Cosa è l’idrogeno verde

L’idrogeno è “green” se viene prodotto da elettrolizzatori collegati con fonti di energia rinnovabile (eolico, fotovoltaico ecc),  ma anche con energia a bassissima intensità di emissioni, ovvero con mix energetici in cui ha una forte incidenza il nucleare.

Per la sua definizione, la Commisisone ha scelto il principio di “addizionalità”, che punta a garantire che la generazione di idrogeno rinnovabile incentivi un aumento del volume di energia rinnovabile disponibile in rete rispetto al flusso esistente. In questo modo, la produzione di idrogeno sosterrà la decarbonizzazione et inegrerà gli sforzi di elettrificazione, evitando pressioni sulla produzione di energia.

Pro e contro

Non è stato facile giungere a questo risultato. La Commissione europea, infatti, ha impiegato oltre sette mesi per decidere, attuando una composizione degli interessi in gioco: da un lato la Francia, ricca di centrali nucleari, che puntava a veder riconosciuto l’idrogeno da nucleare, dall’altro la Germania, che ha prescelto una strada “pure renewables”, contraria a far ammettere il nucleare fra le fonti. (Per approfondire guarda anche come si pone l’Italia rispetto allì’idrogeno).

La tensione si è rivelata palpabile lo scorso 7 febbraio, quando il relatore “tedesco” dell’Europarlamento per la Direttiva sulle rinnovabili , ha bloccato l’iter legislativo della proposta.