Modello 730, gli errori da non fare: cestinare tutti i documenti

Sono molti gli errori che non si devono commettere nella compilazione del Modello 730. Uno di questi riguarda la conservazione dei documenti

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Cestinare la documentazione presentata a corredo del Modello 730: questo è il peggiore errore che un contribuente possa commettere. Dimenticarsi di archiviare correttamente fatture, scontrini e la certificazione unica ricevuta dal sostituto d’imposta può costare caro anche alla famiglia più corretta e che non ha mai evaso le tasse.

È sempre importante gestire correttamente e archiviare la documentazione della dichiarazione dei redditi, in modo che, nel momento in cui ci dovessero essere dei controlli da parte dell’Agenzia delle Entrate, si possa dimostrare di essere dalla parte della ragione. Sì perché – questo bisogna ricordarlo sempre – non importa quanto si è sicuri di aver fatto tutto correttamente: è necessario poter dimostrare di essere nel giusto nel momento in cui qualcosa viene contestato.

Questo significa, in altre parole, che è sempre necessario conservare tutta la documentazione relativa al Modello 730. Ma cosa si deve conservare? E soprattutto fino a quando? Ricordiamo che per la dichiarazione dei redditi 2024, si dovrà tenere a portata di mano scontrini, fatture e quant’altro serva sino al 31 dicembre 2029.

Ma andiamo a scoprire quali sono i documenti che devono essere conservati.

Modello 730, quali documenti devono essere conservati

L’obbligo della presentazione della dichiarazione dei redditi comporta una serie di adempimenti. Tra questi c’è l’archiviazione e la successiva conservazione della documentazione atta a dimostrare il diritto ad accedere ad alcune detrazioni fiscali e alle deduzioni. Per quanto riguarda il Modello 730/2024, il contribuente è tenuto a conservarla fino al 31 dicembre 2029: entro questa data, infatti, l’Agenzia delle Entrate ha la possibilità di effettuare tutti i controlli del caso.

In linea di principio il contribuente deve anche conservare la documentazione con la quale viene certificato il reddito che ha percepito nel corso del 2023 e quella relativa alle detrazioni fiscali richieste con la presentazione del Modello 730. Nel dettaglio devono essere conservati:

  • la certificazione unica, che si riferisce a redditi e ritenute operate nel corso del 2023;
  • scontrini, ricevute, fatture e relative quietanze di pagamento che si riferiscono a delle spese detraibili o deducibili;
  • ogni singolo modello F24 che si riferisca ai versamenti delle imposte che sono stati effettuati;
  • la dichiarazione dei redditi che si riferisce agli anni precedenti, nel momento in cui dovessero sussistere degli oneri detraibili in più anni;
  • i contribuenti che hanno preso un immobile in affitto devono conservare il contratto di locazione;
  • la documentazione attraverso la quale si attesti l’effettivo pagamento delle spese con dei mezzi tracciabili (estratto conto bancario o della carta di credito, per esempio).

Quello che abbiamo riportato non è un elenco esaustivo di tutta la documentazione che deve essere conservata. La regola principe a cui ogni contribuente si deve attenere è che deve essere conservata la pezza d’appoggio di ogni singola spesa inserita all’interno del Modello 730. E di ogni reddito che è stato percepito nel corso del 2023.

Quali sono i nuovi documenti da conservare

Alcune novità, per i contribuenti, sono state introdotte a partire dal 2020: è necessario, infatti, conservare anche i documenti che attestano di aver sostenuto le spese portate in detrazione con dei mezzi di pagamento tracciabili.

Le detrazioni, in molti casi, spettano esclusivamente se le spese sono state sostenute con i seguenti mezzi di pagamento:

  • carta di credito;
  • carta di debito;
  • bancomat;
  • bollettino postale;
  • bonifico bancario.

L’obbligo di utilizzare dei mezzi di pagamento tracciabili coinvolge le spese che sono state indicate all’interno dell’articolo 15 del TUIR. A questa regola generale c’è un’eccezione, che è costituita dai farmaci, dai dispositivi medici e dalle spese sanitarie che sono state sostenute all’interno di strutture pubbliche o accreditate con il servizio sanitario nazionale.

Volendo portare alcuni esempi delle spese per le quali è necessario conservare la tracciabilità, ricordiamo:

  • quelle relative all’abbonamento ai mezzi pubblici
  • scolastiche;
  • universitarie;
  • veterinarie;
  • funebri.

Ricordiamo che lo scontrino o la fattura che vengono rilasciate da un esercente o un professionista devono riportare al loro interno che la spesa è stata sostenuta attraverso dei mezzi tracciabili, come un bancomat o una carta di credito. Nel caso in cui lo scontrino non dovesse riportare queste informazioni, è necessario conservare e consegnare al CAF o all’intermediario che prepara la dichiarazione dei redditi la copia dell’estratto conto bancario, la ricevuta del bonifico che è stato effettuato o il bollettino postale. Nel caso in cui il pagamento sia stato effettuato con PagoPA è necessario conservare il MAV.

Spese mediche sostenute

Una nota particolare è da fare per le spese mediche e per quelle effettuate per l’acquisto dei farmaci. È sempre necessario rispettare le indicazioni fornite dall’Agenzia delle Entrate, che ha espressamente indicato che fanno fede unicamente i documenti al cui interno sia indicato:

  • la tipologia di farmaco;
  • la quantità di prodotto acquistato;
  • il codice alfanumerico del prodotto;
  • il codice fiscale del contribuente che procede all’acquisto.

Modello 730, i documenti necessari per il reddito

Nella gestione della documentazione relativa al Modello 730, di particolare importanza è quella relativa al reddito. In questo caso il contribuente deve essere in possesso della certificazione unica, attraverso la quale vengono attestati:

  • i redditi di lavoro dipendente e assimilati;
  • i redditi di lavoro autonomo;
  • le provvigioni;
  • i redditi diversi;
  • i corrispettivi che derivano dai contratti di locazione breve.

Anche la certificazione unica deve essere opportunamente conservata ed esibita nel momento in cui l’Agenzia delle Entrate dovesse effettuare dei controlli. Questo adempimento serve per verificare che il sostituto d’imposta abbia effettuato le ritenute d’acconto e che l’IRPEF sia stato versato in maniera corretta.

In sintesi

Una delle fasi più importanti per la gestione del Modello 730 è quello relativo alla gestione e alla conservazione dei documenti necessari per dimostrare i redditi percepiti e il diritto ad accedere alle detrazioni e alle deduzioni.

Questa documentazione deve essere opportunamente conservata e non deve essere cestinata in alcun modo. Almeno fino al 31 dicembre 2029: fino a quella data, infatti, l’Agenzia delle Entrate ha la possibilità di controllo che quanto è stato dichiarato corrisponde alla realtà.