Modello 730 precompilato, quando scattano i controlli preventivi dell’Agenzia delle Entrate

Anche quando si presenta il Modello 730 precompilato si può essere sottoposti a dei controlli preventivi da parte dell'Agenzia delle Entrate. A cosa stare attenti

Foto di Pierpaolo Molinengo

Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Pubblicato: 20 Maggio 2024 09:34

Quando scattano i controlli preventivi sul Modello 730? Nel momento in cui la dichiarazione dei redditi dovesse contenere alcuni elementi di incoerenza l’Agenzia delle Entrate ha la possibilità di bloccare il rimborso del credito che spetta al contribuente: lo stop permette di effettuare le verifiche ritenute necessarie. Il blocco, nello specifico, può essere imposto nel momento in cui dalla dichiarazione dei redditi dovesse scaturire un rimborso superiore a 4.000 euro.

Senza dubbio il Modello 730 è uno dei documenti maggiormente utilizzati dai lavoratori dipendenti e dai pensionati per comunicare all’Agenzia delle Entrate i redditi. Attraverso questo documento i contribuenti hanno la possibilità di comunicare quanto è stato guadagnato nel corso dell’anno precedente. È possibile, inoltre, presentare le spese che sono state sostenute in modo da ottenere le detrazioni fiscali, le quali, quando spettano, sono nell’ordine del 19%.

Il Modello 730 può essere presentato entro il 30 settembre 2024: l’operazione può essere effettuata in modalità telematica, utilizzando il documento telematico che è stato fornito direttamente dall’Agenzia delle Entrate.

Gli uffici tributari, a ogni modo, hanno sempre la possibilità di procedere con dei controlli specifici sulla dichiarazione dei redditi che viene presentata dai contribuenti. Ma entriamo nel dettaglio e verifichiamo cosa può accadere.

Come funziona la dichiarazione dei redditi

I contribuenti sono tenuti a presentare la dichiarazione dei redditi ogni anno. Attraverso questo documento devono essere comunicate tutte le informazioni relative ai guadagni percepiti l’anno precedente: quest’anno, quindi, si deve far riferimento ai compensi del 2023. Per assolvere questo obbligo, i diretti interessati hanno la possibilità di utilizzare diversi documenti, tra i quali ricordiamo:

  • il Modello 730, che viene impiegato dai pensionati e dai lavoratori dipendenti, per dichiarare quanto guadagnato nel 2023;
  • il Modello Redditi Persone Fisiche, che deve essere utilizzato negli altri casi, ossia quando si percepiscono dei redditi autonomi e dei redditi diversi.

I contribuenti hanno tempo fino al 30 settembre 2024 per presentare il Modello 730 e fino al 15 ottobre 2024 per presentare il Modello Redditi PF. La documentazione completa può essere presentata in diversi modi:

  • affidandosi a un commercialista abilitato o chiedendo il supporto a un CAF;
  • muovendosi in totale e completa autonomia, utilizzando la documentazione precompilata, che è stata messa a disposizione dall’Agenzia delle Entrate direttamente nell’area riservata del proprio portale.

In entrambi i casi è necessario controllare che le informazioni contenute al suo interno siano esatte. I dati sensibili, che necessitano di maggiori controlli, sono quelli relativi ai redditi percepiti per il lavoro dipendente o per la pensione. Ma anche se si è in possesso di redditi derivanti dal possesso di immobili o terreni.

Modello 730 precompilato, quando avvengono i controlli preventivi

Come funzionano i controlli preventivi sul Modello 730? Uno dei vantaggi che riguardano la dichiarazione dei redditi precompilata consiste nel fatto che l’Agenzia delle Entrate non procederà con l’effettuare dei controlli aggiuntivi.

I controlli, in estrema sintesi, non scatteranno nel momento in cui il contribuente non dovesse apportare delle modifiche al Modello 730 precompilato: non deve inserire nuove voci di spesa per quanto riguarda le spese e non deve modificare i redditi. Senza dubbio, uno dei principali vantaggi dell’invio della documentazione precompilata senza modifiche è proprio quella della mancanza di controlli da parte degli uffici preposti.

Attenzione, però, che l’Agenzia delle Entrate ha comunque la facoltà di andare a verificare i dati inseriti. L’articolo 5, comma 4-bis, del DLG n. 175/14 prevede che, nel caso in cui dovesse emergere un credito da rimborsare superiore a 4.000 euro, gli uffici tributari hanno la possibilità di effettuare dei controlli preventivi. Questa opportunità in capo al fisco rimane a prescindere dalle modalità attraverso le quali viene presentato il Modello 730, quindi, indipendentemente dal fatto che venga inviato tramite un CAF, un commercialista abilitato o utilizzando i canali telematici messi a disposizione dall’AdE.

Gli elementi di incoerenza a cui stare attenti

A fornire le indicazioni relative agli elementi di incoerenza ai quali i diretti interessati devono prestare attenzione è direttamente l’Agenzia delle Entrate. Nel caso in cui quelli particolari elementi dovessero essere presenti nella dichiarazione dei redditi, scattano i controlli preventivi, ossia prima che venga effettuato il rimborso del credito che emerge dal Modello 730.

Attraverso un Provvedimento datato 30 maggio 2022, l’AdE ha fornito un elenco degli elementi che costituiscono incoerenza, che, nel dettaglio, sono:

  • incoerenza nel versamento degli acconti. Questa situazione si viene a verificare nel momento in cui ci siano degli scostamenti di un certo rilievo tra gli acconti che sono stati versati dal contribuente attraverso dei modelli F24 e quelli che sono stati indicati all’interno del quadro F;
  • delle incoerenze tra gli importi che sono presenti all’interno della Certificazione Unica e nelle dichiarazioni relative all’anno precedente. In questo caso a finire sotto la lente d’ingrandimento sono gli acconti presenti nel quadro F che non con coincidono – in maniera significativa – con gli importi contenuti nella CU fornita dal datore di lavoro;
  • alcune incoerenze relative agli elementi di spesa, tra i quali rientrano gli oneri deducibili e quelli detraibili, che sono indicati all’interno della dichiarazione dei redditi e che sono stati comunicati all’Agenzia delle Entrate da dei soggetti esterni. Questa situazione si viene a verificare nel momento in cui il contribuente inserisce nel Modello 730 degli oneri che non risultano essere riscontrabili dai dati che sono stati forniti da enti terzi, come ad esempio una spesa medica indicata per un importo superiore rispetto a quanto indicato.

Cosa comportano i controlli preventivi

Cosa succede nel caso in cui l’Agenzia delle entrate dovesse procedere con dei controlli preventivi? In questi casi si vengono a verificare le seguenti situazioni:

  • il rimborso del credito viene sospeso, in modo da permettere agli uffici preposti di effettuare i dovuti controlli;
  • il rimborso deve essere effettuato dall’Agenzia delle Entrate entro e non oltre il sesto mese successivo rispetto al termine previsto per inviare la dichiarazione dei redditi: quindi entro sei mesi a partire dal 30 settembre 2024;
  • non viene trasmetto il Modello 730-4 al sostituto d’imposta, dando comunicazione al soggetto che ha prestato assistenza fiscale.

I controlli sul Modello 730 precompilato

Il controllo preventivo sul Modello 730 avviene quando – per una serie di motivi – il contribuente si trovi nella situazione di aver diritto a un credito superiore a 4.000 euro. Questo tipo di verifica determina il blocco del rimborso che arriverà, a ogni modo, entro sei mesi dal termine di consegna della dichiarazione dei redditi (entro il mese di marzo 2025, in altre parole).

Quando si apportano delle pesanti modifiche al Modello 730 è bene mettere in contro dei tempi più lunghi per l’arrivo dei rimborsi.