Tra le misure fiscali allo studio del governo ci sono quelle di un saldo e stralcio per le cartelle esattoriali che contengono complessivamente debiti fino a 5mila euro e di una rottamazione per tutte le altre. Inoltre, verrebbero eliminati i codici Ateco per i ristori per fare largo al sostentamento alle partite Iva.
Saldo e stralcio per le cartelle fino a 5mila euro
L’opzione del saldo e stralcio è sul tavolo dell’esecutivo insieme ad altre proposte per permettere di regolarizzare alcune posizioni a chi è in condizioni di farlo e contemporaneamente assicurare risorse dovute alla riscossione.
Attraverso il saldo e stralcio per le cartelle emesse dal 2015 fino a 5mila euro, l’Esecutivo vuole venire incontro ai contribuenti che hanno un debito fino a quella cifra consentendo loro di regolarizzare la propria posizione e, d’altro canto, alleviare il peso dell’Agenzia delle Entrate garantendo, comunque, risorse per la rottamazione.
Si tratterebbe di cancellare le cartelle per un importo superiore a quello previsto per il saldo e stralcio del 2018, fissato allora a 1.000 euro. Per i plichi che superano quella cifra, si parla di una nuova rottamazione rateizzata su due anni senza interessi né sanzioni. Significa che sarà possibile pagare il debito in 24 mesi versando soltanto la somma indicata nella cartella.
Rinvio scadenze rottamazione ter
È confermato il mini-differimento di qualche giorno della scadenza del 28 febbraio per i versamenti delle rate della rottamazione ter e del saldo e stralcio per poter poi agganciare la norma al decreto Ristori 5, che verrebbe ribattezzato dl Sostegno. In assenza di interventi le 5 rate dovute per la definizione agevolata e i due arretrati del vecchio saldo e stralcio per i debiti fino a mille euro – per un valore di 950 milioni per 1,2 milioni di contribuenti – andavano versate in un’unica soluzione lunedì. Il differimento verrà ufficializzato entro il primo marzo, per poi probabilmente inserire norma e coperture nel decreto Ristori 5 atteso entro la prossima settimana.
Addio codici Ateco per i ristori
Intanto prende forma lo schema per i nuovi risarcimenti alle attività colpite dalle restrizioni per la seconda ondata del Covid: gli aiuti questa volta non dovrebbero basarsi sui codici Ateco per aumentare i beneficiari degli aiuti includendo le partite Iva, cioè i professionisti che finora sono rimasti fuori dall’elenco.
Verrebbe inoltre modificato il calcolo per l’erogazione dei ristori e si terrebbe in considerazione il calo del fatturato del 33% su base annua, cioè la diminuzione degli incassi nel 2020 rispetto al 2019.
Si punta a ristorare fino al 20-25% dei ricavi perduti. Interessati dal provvedimento saranno soprattutto i settori alberghiero e della ristorazione, oltre a quello della montagna legato allo sci, del turismo in generale e dei trasporti.