Discarico automatico cartelle esattoriali: quali debiti vengono cancellati

Dal 1° gennaio 2025 è previsto il discarico automatico delle cartelle esattoriali, ma non tutti i debiti verranno cancellati in modo automatico

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Quali debiti vengono cancellati con il discarico automatico delle cartelle esattoriali? Ma soprattutto come cambierà dal 1° gennaio 2025 il sistema di gestione delle tasse e dei tributi nel nostro paese? A tratteggiare le novità previste in questo campo è la bozza del Decreto Legislativo che riguarda il sistema nazionale di riscossione.

La normativa, che risulta essere in esame preliminare al Consiglio dei Ministri e che ormai sembra essere di sicura approvazione, ha introdotto il cosiddetto discarico automatico delle cartelle esattoriali, che coinvolge unicamente le somme che non sono state riscosse entro cinque anni dal momento in cui sono state affidate all’Agenzia delle Entrate Riscossione. Tra i debiti che verranno gestiti  con questa nuova misura ci sono:

  • imposte;
  • tasse;
  • contravvenzioni stradali;
  • Imu;
  • Tari;
  • bollo auto.

Tra le novità previste ci sono i tempi di notifica delle cartelle esattoriali e l’accesso alla rateazione. In questa sede ci soffermiamo, però, solo sul discarico automatico delle cartelle esattoriali e sui debiti con il fisco che vengono cancellati.

Discarico automatico delle cartelle esattoriali: come funziona

Attraverso il discarico automatico delle cartelle esattoriali, il legislatore ha intenzione di andare a ridurre il magazzino della riscossione. Stiamo parlando, in altre parole, dell’accumulo di crediti di difficile riscossione, che verranno stralciati dopo cinque anni dall’affidamento. Attenzione, però, questa misura non comporta l’estinzione automatica del debito, ma costituisce semplicemente la restituzione del titolo del credito all’ente creditore originario, che può essere, solo per portare degli esempi, l’Agenzia delle Entrate, l’Inps o il Comune, nel caso in cui sia una multa stradale.

Il decreto, inoltre, provvede a fissare quali debbano essere i criteri per effettuare il discarico anticipato delle quote. L’operazione può essere effettuata nel momento in cui il debitore abbia chiuso per fallimento o sia in corso una liquidazione giudiziale. O quando non siano presenti dei beni aggredibili per ottenere il pagamento del debito.

Attenzione, comunque, questo non comporta che il creditore rinunci definitivamente al credito. Siamo davanti ad un meccanismo che permette all’ente creditore di tornare in possesso del controllo sulla gestione del credito. Soprattutto quando si vengono a verificare delle situazioni leggermente più complesse.

Cosa succede allo scoccare del quinto anno

A questo punto la domanda più delicata a cui rispondere è la seguente: cosa accade al debito dopo cinque anni. Viene cancellato definitivamente? Il legislatore ha introdotto alcune opzioni per la gestione delle eventuali somme che risultino essere state discaricate:

  • l’ente creditore ha la possibilità di procedere in completa e totale autonomia e procedere con la riscossione coattiva delle somme;
  • a seguito di una gara ad evidenza pubblica, l’ente ha la possibilità di cercare un soggetto privato che si prenda l’onere di effettuare la riscossione;
  • può affidare nuovamente il debito all’Agenzia delle Entrate Riscossione. Questa opportunità risulta essere disponibile solo e soltanto se sono emersi degli elementi significativi che hanno comportato un cambiamento della situazione economica del debitore.

A seguito del discarico automatico delle cartelle esattoriali, le somme possono essere gestite, quindi, in tre differenti modi, garantendo una maggiore flessibilità della riscossione dopo lo stralcio. La possibilità di muoversi con una maggiore autonomia risulta essere di particolare importanza per permettere di adottare le strategie di recupero al contesto specifico che rende unico ogni tipo di debito.

Debiti contratti prima del 2000

Ad essere gestiti con particolare cura sono i debiti che sono stati affidati all’agente addetto alla riscossione prima del 2000. È prevista l’istituzione di una particolare Commissione – che dovrà essere presieduta da un magistrato della Corte dei Conti – che avrà l’obiettivo di elaborare delle specifiche proposte legislative che possano servire a gestire l’enorme volume dei crediti arretrati, che hanno raggiunto quota 1.200 miliardi di euro.

Un importo, senza dubbio, che rappresenta una vera e propria sfida per il sistema di riscossione nazionale. Anche perché coinvolge dei debiti di soggetti che sono deceduti, insolventi o sono diventati irrintracciabili.

Discarico automatico delle cartelle esattoriali: gli evasori possono festeggiare?

Tramite il discarico automatico delle cartelle esattoriali è stato fatto un regalo agli evasori? Troppo presto per saperlo: prima di tutto è necessario verificare cosa conterrà il decreto e poi si potrà capire se le nuove misure siano giuste o meno.

Da segnalare, comunque vada, è che togliere all’Agenzia delle Entrate Riscossione i debiti che ormai sono diventati inesigibili, significa permettere loro di dedicarsi a quelli che possono essere davvero riscossi. L’ente, al momento, è dotato di un personale al di sotto del proprio fabbisogno e andare a destinare delle risorse a dei crediti di difficile – se non impossibile – rientro risulta sicuramente controproducente. Ad ogni modo l’eventuale cancellazione dei debiti si baserà non solo sul tempo che è trascorso, senza che nessuno sia riuscito a riscuoterlo. Ma anche su altri fattori, come ad esempio sulla stima delle possibilità che si hanno di recuperarlo e sulla reale situazione finanziaria del debitore. Se poi quest’ultimo fosse deceduto, il recupero sarebbe davvero impossibile.

Debiti, quando diventano inesigibili

I debiti vengono considerati inesigibili nel momento in cui è altamente improbabile la riscossione da parte del creditore. Un debito diventa tale quando:

  • l’attività di recupero non ha dato gli esiti sperati;
  • la parte debitrice non è in grado di farvi fronte;
  • il debitore risulti essere irreperibili o sia deceduto;
  • il debitore ha dichiarato fallimento.

Nel momento in cui l’agente di riscossione non può ipotecare o pignorare alcun bene del debitore, non ha alcun appiglio su cui appoggiarsi per far in modo che il debito venga saldato. Stesso discorso se il debitore è nullatenente (non ha, quindi, beni da pignorare) o è deceduto.

Già oggi i crediti che vengono considerati inesigibili vengono cancellati periodicamente, attraverso lo stralcio delle cartelle esattoriali. L’operazione, nella maggior parte dei casi, coinvolge i debiti più vecchi e con un importo generalmente non molto alto. L’ultimo stralcio, infatti, ha coinvolto le pendenze tributarie con almeno otto anni e con un importo inferiore a 1.000 euro.

Il discarico automatico delle cartelle esattoriali, in altre parole, potrebbe servire ad evitare di prevedere un saldo e stralcio periodico.