Il governo Meloni vara il “Patto per la Terza età”: le nuove misure per gli anziani

Il Consiglio dei Ministri ha approvato un nuovo disegno di legge che rafforza le misure a favore degli anziani nel nostro Paese: tutte le novità

Via al “Patto per la Terza età“. Su proposta della premier Giorgia Meloni, del Ministro del lavoro e delle politiche sociali Marina Calderone e del Ministro della salute Orazio Schillaci, il Consiglio dei Ministri ha approvato un nuovo disegno di legge che rafforza le misure a favore degli anziani nel nostro Paese, ponendo le basi di una riforma più complessiva delle politiche in favore degli anziani e contro la loro marginalizzazione. Diversi gli interventi relativi alla salute, all’assistenza sociale, assistenziale e relazionale.

“Gli anziani non sono solo parte delle nostre famiglie, ma rappresentano il cuore stesso della società e un patrimonio di valori, tradizioni e conoscenze prezioso per la nazione. Avere cura degli anziani significa avere cura di tutti noi” ha detto la premier Meloni commentando la riforma.

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Quanti anziani ci sono in Italia e le previsioni per i prossimi anni

A guardare le ultime previsioni Istat sul futuro demografico del Paese, non c’è da rallegrarsi. I dati, aggiornati al 2021, confermano la presenza di quello che l’Istituto statistico definisce “un potenziale quadro di crisi”. In Italia la popolazione residente è in decrescita: da 59,2 milioni al 1° gennaio 2021 passerà a 57,9 milioni nel 2030, a 54,2 milioni nel 2050 e a 47,7 milioni nel 2070.

Il rapporto tra individui in età lavorativa (15-64 anni) e non (0-14 e 65 anni e più) passerà da circa 3 a 2 nel 2021 a circa 1 a 1 nel 2050. In Italia, entro 10 anni in 4 Comuni su 5 ci si attende un calo di popolazione, in 9 su 10 nel caso di Comuni di zone rurali. Aumenteranno le famiglie, ma con un numero medio di componenti sempre più piccolo. Meno coppie con figli, più coppie senza: entro il 2041, 1 famiglia su 4 sarà composta da una coppia con figli, più di 1 su 5 non ne avrà.

Dall’altro lato, si osserva come, al 1° gennaio 2021, i centenari residenti in Italia sono ben 17.177, di cui l’83,4% da donne. Dal 2009 al 2021 le persone di 100 anni e oltre sono passate da poco più di 10mila a 17mila. La maggior parte delle persone di almeno 105 anni di età risiede nel Nord Italia: 284 nel Nord-ovest e 243 nel Nord-est, al Sud sono 238, al Centro 225 e nelle Isole 121.

Quelle di 105 anni e oltre sono più che raddoppiate (+136%), passando da 472 a 1.111. Sono 1.111 gli individui residenti che hanno raggiunto e superato i 105 anni di età, circa 9 su 10 sono donne. 17 donne sono persino diventate supercentenarie, raggiungendo e superando i 110 anni di età.

Lato assistenziale, al 31 dicembre 2020 sono stati censiti 12.630 presidi residenziali in Italia, con un’offerta di circa 412mila posti letto: in pratica, 7 ogni 1.000 persone residenti. Gli ospiti nelle strutture residenziali ammontano complessivamente a 342.361, ultra 65enni in 3 casi su 4. L’offerta è maggiore nel Nord-est, con 9,9 posti letto ogni 1.000 residenti, mentre al Sud supera di poco i 3 posti, con appena il 10% dei posti letto complessivi. I lavoratori impiegati in queste attività sono più di 343mila, a cui vanno aggiunti oltre 35mila volontari.

L’essenziale figura del caregiver: chi è, requisiti e agevolazioni

Lato familiare, è sempre più fondamentale la figura del caregiver, colui che presta le cure a un familiare malato e non autosufficiente. In Italia, sono oltre 8 milioni le persone che, gratuitamente, si prendono cura di un genitore malato o di un familiare non autonomo.

Il problema però è che nel nostro Paese la figura del caregiver non è ancora riconosciuta legalmente in maniera puntuale, e chiunque potenzialmente potrebbe diventarlo, visto che spesso si tratta di una condizione improvvisa che le famiglie sono chiamate a gestire.

Oggi per farsi riconoscere come caregiver serve rispettare alcuni requisiti:

  • l’assistenza alla persona non autosufficiente deve essere svolta gratuitamente e per un periodo continuativo
  • l’assistito deve essere riconosciuto come portatore di handicap grave
  • il riconoscimento di caregiver può essere concesso ad un solo familiare dell’assistito
  • l’assistente familiare deve essere nominato dall’assistito.

Il caregiver ha diritto ad alcune – poche – agevolazioni:

  • legge 104: permessi singoli per i dipendenti di un’azienda nel caso in cui assistano famigliari con disabilità gravi entro il 2° grado di parentela
  • Bonus caregiver
  • detrazioni fiscali per assistenza: nel caso in cui il reddito dell’assistito sia inferiore a 2.830,51 euro all’anno, risulta fiscalmente a carico dei propri famigliari, che ottengono così il diritto ad una detrazione sull’Irpef, tanto maggiore quanto più basso è il reddito familiare.

Le agevolazioni per tutti coloro che si trovano in condizioni di non autosufficienza sono diverse e vanno dal riconoscimento dell’invalidità – cosiddetta legge 104 – all’indennità di accompagnamento fino alla detrazione delle spese mediche.

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Patto per la Terza età: cosa prevede, tutte le misure del governo Meloni

Evidente, quindi, che sarà sempre più essenziale fornire agli anziani altre forme di assistenza. La riforma oggetto di legge è volta ad attuare le norme della Legge di bilancio 2022 e, con specifico riferimento alla categoria degli anziani non autosufficienti, a realizzare uno degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).

Il provvedimento muove dal riconoscimento del diritto delle persone anziane alla continuità di vita e di cure presso il proprio domicilio e dal principio di semplificazione e integrazione delle procedure di valutazione della persona anziana non autosufficiente.

Con la nuova legge, spiega il Governo Meloni, l’Esecutivo agisce su vari fronti. Ecco le novità:

  • vengono allargate le cure palliative per alleviare il dolore delle persone malate, favorendone la somministrazione sia a livello domiciliare che presso gli hospice
  • viene potenziata l’assistenza domiciliare con progetti individualizzati, per scongiurare l’effetto “parcheggio” degli anziani in Rsa e strutture sanitarie: vengono integrati gli istituti dell’assistenza domiciliare integrata (ADI) e il servizio di assistenza domiciliare (SAD).
  • vengono creati “punti unici di accesso” (PUA) diffusi sul territorio: si potrà effettuare, in una sede unica, una valutazione multidimensionale finalizzata a definire un “progetto assistenziale individualizzato” (PAI) che indicherà tutte le prestazioni sanitarie, sociali e assistenziali necessarie per la persona anziana
  • agli strumenti economici già previsti per la non autosufficienza viene aggiunto un nuovo pacchetto di interventi di prestazioni socio-sanitarie
  • arrivano nuovi incentivi per forme rinnovate di co-housing: promozione di nuove forme di coabitazione solidale per le persone anziane e di coabitazione intergenerazionale, anche nell’ambito di case-famiglia e condomini solidali, aperti ai familiari, ai volontari e ai prestatori di servizi sanitari, sociali e sociosanitari integrativi
  • più servizi e ausili per gli anziani in condizione di maggiore fragilità
  • maggiore tutela per i caregiver
  • promozione di misure a favore dell’invecchiamento attivo e dell’inclusione sociale.
  • sostegno al cosiddetto “turismo lento”.