Sono molteplici gli adempimenti a cui imprese e commercianti devono sottostare per adeguarsi alla Direttiva Omnibus. Il governo italiano, seppur con un notevole ritardo rispetto ai tempi previsti direttamente dall’Ue, ha provveduto ad adottare una normativa, che introduce una serie di novità. L’obiettivo della Direttiva Omnibus è quello di garantire una maggiore trasparenza ed una maggiore tutela dei consumatori finali.
È necessario sottolineare e mettere in evidenza che i nuovi obblighi imposti dalla Direttiva Omnibus, se da un lato ampliano le tutele nei confronti dei consumatori, dall’altra introducono una serie di sanzioni pecuniarie amministrative che risultano essere molto più incisive ed elevate che in passato.
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Direttiva Omnibus, l’area di intervento normativo
Quali sono le aree normative sulle quali la nuova Direttiva Omnibus impatta direttamente? Per le imprese ed i commercianti risulta essere di particolare importanza comprendere quali cambiamenti sono stati introdotti. Le principali novità sono le seguenti:
- vengono considerate come delle condotte commerciali scorrette alcune attività, tra le quali rientrano l’arbitraria esposizione dei prezzi da parte del commerciante e l’eventuale pubblicazione, online, di recensioni unicamente positive o che vengono prevalentemente stimolate;
- viene definita meglio la disciplina dei contratti con clausole vessatorie e vengono innalzate le sanzioni;
- viene analizzato ed approfondito meglio l’aspetto connesso alla concorrenza sleale;
- particolare attenzione viene posta alle comunicazioni commerciali, che non risultano essere veritiere.
Sono due gli obblighi principali che vanno ad impattare direttamente sui commercianti: i nuovi obblighi relativi ai prezzi e le disposizioni connesse con le recensioni.
Soffermandosi unicamente dal punto di vista del commerciante, per evitare di rimanere intrappolato dalle novità introdotte dalla Direttiva Omnibus è quella di riuscire a dimostrare tecnicamente che le recensioni sul proprio sito siano veritiere. Ma soprattutto, per i negozi fisici, riuscire ad avere un corretto tracciamento dei prezzi, in modo da dimostrare che gli sconti e le promozioni sono veritieri.
Il pericolo delle recensioni
I commercianti rischiano delle sanzioni nel momento in cui non vengano fornite delle informazioni precise e dettagliate sulla provenienza delle recensioni. Le recensioni che vengono pubblicate devono provenire da dei consumatori che hanno realmente acquistato il prodotto. O che, perlomeno, lo abbiano utilizzato.
I commercianti devono adottare delle misure ragionevoli e proporzionate, in modo da verificare l’effettiva autenticità delle recensioni pubblicate. Ma è proprio necessario verificare una ad una le recensioni? No, ma in questo caso il commerciante, che non adotta questi strumenti, deve informare esplicitamente i consumatori che la piattaforma online non adotta alcuna procedura in questo senso e che, quindi, non è in grado di assicurare che le recensioni provengano da persone che abbiano realmente comprato o utilizzato il prodotto. L’acquisto dei consumatori, in questo modo, diventa più consapevole e non viene indotto dalle opinioni degli altri utenti.
Cosa deve fare questo punto un commerciante che non effettua alcuna verifica delle recensioni? Per non incorrere in spiacevoli sanzioni è necessario inserire una dicitura con la quale si informano gli utenti che le recensioni non sono state verificate.
Dual quality: arrivano le sanzioni
Attraverso la Direttiva Omnibus, l’Unione europea ha intenzione di contrastare anche il fenomeno del Dual Quality: la prassi attraverso la quale vengono presentati ed offerti nel mercato di altri Stati membri prodotti italiani, con identiche modalità utilizzate nel mercato italiano, ma che, in realtà, posseggono una qualità differente e, nella maggior parte delle occasioni, inferiore. Questo ragionamento, ovviamente vale anche quando vengono introdotti sul mercato italiano dei prodotti commercializzati all’estero, facendoli passare come uguali a quelli venduti, ad esempio in Germania. Ma che alla fine non hanno le stesse caratteristiche.
Quella che abbiamo appena visto risulta essere una pratica commerciale ingannevole: in questo caso si tratta della commercializzazione di un bene identico in un altro Stato membro, anche se è significativamente diverso dall’originale per caratteristiche o composizione.
L’Agcm, per considerare come ingannevole questa pratica, dovrà verificare l’annuncio, l’etichetta o qualsiasi altro elemento che possa indurre il consumatore medio ad assumere una qualsiasi decisione di tipo commerciale che non avrebbe preso.
Sconti, promozioni e modifiche dei prezzi
Uno dei temi più delicati della nuova Direttiva Omnibus è quello relativo alle modifiche dei prezzi dei prodotti. Con questa particolare novità il legislatore ha intenzione di aumentare la trasparenza dei prezzi esposti sui siti di commercio elettronico e nei punti di vendita fisici.
Quello che si vuole combattere è la pratica commerciale scorretta che consiste nell’aumentare il prezzo di vendita prima dell’annuncio degli sconti. Questa operazione genera nel consumatore l’errato convincimento che sta acquistando un prodotto od un servizio ad un prezzo scontato. La nuova normativa prevede che per ogni annuncio di riduzione di un prezzo debba anche essere indicato il prezzo precedente applicato dal commerciante nel corso dei trenta giorni precedenti lo sconto.
Ai fini pratici cosa comporta tutto questo? Come possono tutelarsi i commercianti da eventuali sanzioni? Nel caso in cui le vendite siano effettuate online, è necessario implementare il sito con particolari plug-in, che siano in grado di mostrare in automatico il prezzo attuale di vendita e quello applicato nel corso dei trenta giorni precedenti lo sconto. Lo stesso discorso vale anche per i punti di vendita fisici, dove i prezzi precedenti dovranno essere inseriti manualmente o attraverso i normali gestionali.
Attenzione alle sanzioni
Attivare un comportamento prudente e preciso è molto importante per i commercianti. Anche perché le sanzioni in caso di comportamento scorretto sono molto alte: l’Agcom può irrogare, in caso di pratica commerciale scorretta una sanzione fino a 10 milioni di euro (in precedenza il limite massimo era pari a 5 milioni di euro). Una sanzione così alta può arrivare nel caso in cui, ad esempio, sia stato presentato un prezzo di vendita senza aver correttamente esposto quello applicato nel corso dei trenta giorni precedenti la modifica.
Stesso discorso vale anche per le clausole vessatorie, che possono portare ad uno squilibrio tra i diritti ed i doveri esistenti tra il commerciante ed il consumatore. Nel caso in cui l’Agcom dovesse ravvisare tra le condizioni generali di vendita pubblicate online una o più clausole vessatorie, può irrogare una sanzione fino a 10 milioni di euro.
Tra le novità a cui è necessario prestare la massima attenzione vi è anche quella che permette al consumatore di rivolgersi al giudice ordinario in caso di pratiche commerciali sleali. Questo significa che, per il consumatore, non sarà necessario ricorrere necessariamente all’Agcom per appurare che una pratica commerciale sia stata messa in pratica da un commerciante su un sito internet. Con la Direttiva omnibus sarà possibile arrivare allo stesso risultato rivolgendosi ad un giudice ordinario.