Pratiche commerciali, cosa cambia con la Direttiva Omnibus

La Direttiva Omnibus ha introdotto nuove fattispecie di pratiche commerciali scorrette. Scopriamo quali sono e cosa cambia per consumatori ed eCommerce

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

La Direttiva Omnibus – o più correttamente la Direttiva Ue 2019/2161 – è stata recepita ufficialmente lo scorso 23 febbraio 2023 ed è entrata in vigore dal 2 aprile 2023. L’Italia, in questo modo, ha recepito ufficialmente la normativa europea attraverso la quale sono state rafforzate le tutele dei consumatori, che effettuano gli acquisti nei negozi fisici e negli eCommerce.

Attraverso la direttiva Omnibus sono state introdotte alcune importanti modifiche al Codice del Consumo, andando a modificare direttamente alcune clausole vessatorie, delle politiche commerciali scorrette ed è stata introdotta una maggiore trasparenza nei confronti dei consumatori finali. Sicuramente, almeno per gli operatori dell’eCommerce, una delle novità di maggiore impatto è l’ampliamento delle cosiddette pratiche commerciali scorrette. In altre parole quelle che vengono considerate come sleali.

Le pratiche commerciali scorrette

Sicuramente una delle novità più importanti introdotte direttamente dalla Direttiva Omnibus è stato l’ampliamento di quelle che sono considerate come pratiche commerciali scorrette. Attraverso la Direttiva 2005/29/CE sono stati vietati alcuni comportamenti ritenuti sleali, che il legislatore ha caratterizzato in due differenti modi, definendoli come:

  • pratiche commerciali ingannevoli;
  • pratiche commerciali aggressive.

Soffermandosi sulle pratiche commerciali ingannevoli è necessario sottolineare che queste, a loro volta, si dividono in azioni ed omissioni ingannevoli, che risultano essere disciplinate rispettivamente dagli articoli 6 e 7 della disciplina. La Direttiva 2005/29/CE ha provveduto ad elencare – nel proprio allegato I – tutte le pratiche commerciali che, in qualsiasi caso, devono essere considerate come sleali. Ossia quelle che non è necessario effettuare una valutazione caso per caso sul loro carattere di slealtà.

Il legislatore europeo, attraverso la Direttiva Omnibus, ha provveduto ad introdurre delle nuove fattispecie di azioni ed omissioni ingannevoli, che sono state a loro volta inserite direttamente all’interno dell’allegato I. Ma soprattutto ha provveduto ad aggiungere una nuova fattispecie di pratica commerciale sleale all’interno dell’allegato I, che non figura tra le azioni e le omissioni ingannevoli.

Direttiva Omnibus, la nuova azione ingannevole

La Direttiva Omnibus ha introdotto una nuova tipologia di azione ingannevole, che riguarda una particolare attività di marketing, che consiste nella promozione di un bene, all’interno di un qualsiasi Paese membro dell’Unione europea, come identico a quello che è stato commercializzato negli altri Paesi membri. Anche se ci sono delle significative differenze tra i due diversi beni, come composizione e come caratteristiche.

Questa pratica commerciale scorretta, anche conosciuta come dual quality viene considerata come ingannevole a tutti gli effetti, salvo che non sia stata giustificata da fattori legittimi ed obiettivi. All’interno dell’ordinamento italiano è stata introdotta attraverso la modifica dell’articolo 21 del Codice del Consumo.

L’omissione ingannevole

Tra le pratiche commerciali scorrette introdotte dalla Direttiva Omnibus è stata introdotta una nuova fattispecie di omissione ingannevole. Tra le aggiunte effettuate direttamente all’articolo 22 del Codice del Consumo, quella più importante riguarda i risultati di risposta forniti ad una ricerca online del consumatore effettuati sotto forma di parola chiave, frase o altri dati. Nelle risposte fornite deve essere indicato chiaramente ogni eventuale annuncio pubblicitario a pagamento. Deve essere anche indicato l’eventuale pagamento specifico per riuscire ad ottenere una classificazione migliore dei prodotti all’interno dei suddetti risultati.

Questa particolare tipologia di pratica commerciale scorretta coinvolge direttamente la fornitura agli operatori eCommerce, da parte dei vari motori di ricerca, del servizio di posizionamento dei risultati a pagamento. Questa operazione, in linea di principio, corre il rischio di creare una certa confusione tra i consumatori, che non riescono a comprendere quali siano i risultati più rilevanti rispetto alla ricerca che hanno effettuato. La confusione, che viene generata tra i consumatori, talvolta può essere tale da diventare oggetto di discussione anche per quanto riguarda la tutela dei marchi.

Le recensioni online

Tra le pratiche commerciali scorrette rientrano anche le recensioni online. Ad essere più precisi si tratta di un caso di omissione ingannevole. Nel momento in cui un professionista permette agli utenti di accedere alle recensioni dei consumatori sui prodotti, deve tenere conto che, adesso, viene considerata rilevante l’informazione che rende noto in quale modo il professionista riesce a garantire se le recensioni pubblicate provengono direttamente o meno da dei consumatori, che hanno acquistato od utilizzato realmente il prodotto recensito.

L’eventuale omissione di queste informazioni costituisce a tutti gli effetti una fattispecie di omissione ingannevole. Viene considerata una pratica commerciale scorretta l’attività del professionista che indichi che le recensioni sono state effettivamente lasciate da dei consumatori che hanno acquistato od utilizzato il prodotto, senza che abbia adottato delle misure ragionevoli e proporzionate per verificare la loro autenticità. E per verificare che siano state rilasciate da chi abbia acquistato il prodotto.

I nuovi obblighi degli eCommerce

A seguito delle nuove pratiche commerciali scorrette introdotte con la Direttiva Omnibus partono dei nuovi obblighi per gli operatori dell’eCommerce. Questi non dovranno astenersi unicamente dal compiere determinate pratiche. Saranno tenuti ad agire proattivamente per assicurare che vengono fornite tutte le informazioni necessarie e ritenute rilevanti ai consumatori. Solo in questo modo non si verrà a generare la fattispecie di omissione ingannevole.

Sicuramente uno dei punti più delicati da affrontare è quello relativo alle recensioni online. In questo caso i professionisti saranno tenuti ad adottare delle misure ragionevoli e proporzionate che possano permettere loro di verificare la provenienza delle recensioni pubblicate. In questo modo avranno la possibilità di garantire effettivamente la provenienza delle recensioni.

L’importanza delle pratiche commerciali scorrette

Sostanzialmente attraverso la Direttiva Omnibus sono state introdotte alcune importanti modifiche sulle pratiche commerciali scorrette. Queste novità hanno lo scopo di chiudere, una volta per tutte, alcune condotte che si sono sviluppate di recente nel mondo dell’eCommerce, che l’Unione europea aveva individuato e che risultavano essere nocive per i consumatori.

Adesso non resta da capire se con l’applicazione di queste nuove regole i clienti finali risultino essere effettivamente tutelati. E soprattutto comprendere quanto sia agevole per gli operatori andare a conformarsi con i nuovi obblighi.