Direttiva Omnibus, come cambia il diritto di recesso

Attraverso la Direttiva Omnibus sono state introdotte alcune novità sul diritto di recesso relativamente ai contenuti digitali. Scopriamo cosa cambia e come

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Come funziona il diritto di recesso nel momento in cui si effettuano degli acquisti su un eCommerce? Quali sono le novità introdotte dalla Direttiva Omnibus e alle quali qualsiasi rivenditore o commerciante deve necessariamente sottostare?

Ma partiamo dall’inizio. Il 2 aprile 2023 è entrata in vigore in Italia un’importante direttiva europea, il cui scopo principale è quello di tutelare maggiormente gli acquirenti – forse soprattutto nel momento in cui effettuano degli acquisti sulle piattaforme online – e garantire una maggiore trasparenza nelle comunicazioni. Proprio a seguito dell’introduzione della Direttiva Omnibus deve essere prestata una maggiore attenzione nel momento in cui si reclamizzano delle campagne promozionali e si effettuano degli sconti su determinati prodotti.

Sicuramente uno degli aspetti principali, nel momento in cui si effettua un acquisto online, è il diritto di recesso. Quali sono le novità introdotte dalla Direttiva Omnibus su questo particolare argomento? Ma soprattutto come vengono tutelati i consumatori quando si accorgono di aver sbagliato a fare un acquisto? E quando il prodotto che arriva è diverso rispetto a come era descritto? Cerchiamo di capirlo insieme.

Direttiva Omnibus, l’acquisto di contenuti e servizi digitali

La Direttiva omnibus è intervenuta per disciplinare l’utilizzo dei contenuti e dei servizi digitali. Il legislatore europeo ha definito in maniera dettagliata quando il consumatore ha diritto a recedere dall’acquisto del prodotto. Ma non solo: è stato disciplinato, inoltre, il diritto di recesso dai contratti di vendita conclusi in particolari contesti, come ad esempio le visite effettuate da un professionista direttamente presso l’abitazione del consumatore o quando vengono effettuate delle escursioni con il semplice obiettivo di promuovere o vendere determinati prodotti.

Ma partiamo dai contenuti e dai servizi digitali. Nel caso in cui il consumatore dovesse decidere di esercitare il diritto di recesso, il professionista può impedire qualsiasi ulteriore utilizzo del contenuto o del servizio digitale da parte dell’utente. Può effettuare questa operazione rendendo all’utente inaccessibile o disattivando il suo account.

Gestione dei dati o dei contenuti

Nel caso in cui il consumatore dovesse effettuare questa scelta, i contenuti forniti dallo stesso – ad eccezione dei dati personali – che sono stati creati non possono essere utilizzati. A meno che non risultino essere privi di utilità al di fuori del contesto in cui sono stati utilizzati, ossia all’interno del contenuto o del servizio digitale che è stato fornito dal professionista. L’eccezione che abbiamo appena visto vale anche nel momento in cui i dati siano stati aggregati dal professionista ad altri dati e non possano essere disaggregati o possano esserlo solo a seguito di sforzi sproporzionati. O nel caso in cui i contenuti siano stati generati congiuntamente dal consumatore e da altre persone.

Ad ogni modo, questi contenuti devono essere resi disponibili al consumatore, nel momento in cui ne fa richiesta.

Il diritto di recesso vero e proprio

Ok, fino a questo punto abbiamo capito che il consumatore può esercitare il suo diritto di recesso. Abbiamo compreso quali sono i casi nei quali non sia possibile farsi restituire i contenuti caricati nel memento in cui si usufruisce di un determinato servizio online. Ma non abbiamo ancora risposto alla domanda fondamentale: quanto tempo c’è per esercitare il diritto di recesso?

Nel momento in cui un consumatore accede ad eCommerce per acquistare un servizio o un contenuto digitale, ha generalmente un periodo di tempo – che è anche comunemente noto come periodo di recesso – durante il quale il cliente ha la possibilità di cambiare idea ed annullare il contratto. Il periodo di recesso ha una durata di quattordici giorni, che decorrono dalla data di invio dell’ordine. In altre parole, i suddetti 14 giorni partono dal momento in cui è stato concluso il contratto.

Quando si perde ogni diritto

In alcuni casi, però il consumatore perde completamente il diritto ad esercitare il recesso. Questo avviene quando di vengono a verificare le seguenti situazioni:

  • nel caso in cui sia stato acquistato un contenuto digitale, se il consumatore ha esplicitamente dato il proprio consenso perché l’eCommerce cominci a fornire il contenuto digitale mentre c’era il periodo di recesso. Il consenso esplicito viene dato, ad esempio, nel momento in cui viene scaricato un libro elettronico o un qualsiasi software dopo il suo acquisto;
  • nel momento in cui il consumatore abbia espressamente riconosciuto che, quando ha dato il consenso all’inizio della prestazione durante il periodo di recesso, ha contestualmente perso il suo diritto a recedere. Il consumatore, in altre parole, deve essere evidentemente consapevole delle conseguenze della sua scelta e del suo consenso;
  • quando l’eCommerce abbia esplicitamente fornito una conferma, così come è previsto direttamente dagli articoli 50, comma 2, o 51, comma 7 del Codice al Consumo. Questi due particolari articoli si riferiscono esplicitamente all’obbligo di inviare una email di conferma dell’ordine. Al suo interno deve essere fatto esplicito riferimento alla perdita del diritto.

Le conseguenze della perdita del diritto

Quali sono le conseguenze della perdita del diritto di recesso? Nel momento in cui un consumatore acquista un contenuto digitale, che gli viene offerto su un contenuto non materiale, perché viene scaricato online, ed acconsente ad utilizzare il contenuto immediatamente gli farà perdere il diritto al recesso.

In questi casi non avrà la possibilità di annullare l’acquisto e di richiedere un rimborso nel momento in cui la fornitura è iniziata.

Direttiva Omnibus e gli acquisti in casa

La nuova normativa ha esteso il termine per l’esercizio del diritto di recesso di un contratto a distanza o negoziato al di fuori dei locali commerciali: nel caso in cui il contratto venga perfezionato nel contesto di una visita non richiesta di un professionista presso l’abitazione, i giorni passano dai precedenti quattordici a trenta giorni.

La stessa tempistica deve essere applicata alle escursioni organizzate da un professionista con l’intento di promuovere o vendere determinati prodotti al consumatore.