Quando devono essere pagate le cartelle esattoriali

Scopri quando è dovuto il pagamento delle cartelle esattoriali e quando cadono in rottamazione

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Quando devono essere pagate le cartelle esattoriali? Ma soprattutto come si devono muove i contribuenti nel momento in cui le ricevono? Sono diversi i dubbi che emergono nel momento in cui si ricevono questi documenti e si deve provvedere al loro saldo.

Iniziamo con il ricordare che le cartelle esattoriali costituiscono un atto attraverso il quale L’Agenzia delle Entrate Riscossione pretende il pagamento di una determinata somma. La richiesta arriva a seguito di un controllo effettuato dall’ente creditore, che può essere l’Inps, l’Agenzia delle Entrate o un Comune. Ma entriamo un po’ nel dettaglio e cerchiamo di comprendere come si debbano comportare i diretti interessati quando ricevono delle cartelle esattoriali.

Per quanto riguarda i tributi che risultano essere di competenza dell’Agenzia delle Entrate, la cartella esattoriale viene emessa a seguito degli atti che scaturiscono dall’ordinaria attività di liquidazione e di controllo delle imposte e delle tasse. A questa regola fanno eccezione gli avvisi di accertamento che vengono emessi ai sensi dell’articolo 29, comma 1, del Decreto Legge n. 78/2010 ai fini delle imposte dirette, Irap ed Iva e connesso provvedimento di irrogazione sanzioni.

Cosa contengono le cartelle esattoriale

Volendo sintetizzare al massimo, la cartella esattoriale al suo interno contiene:

  • una descrizione analitica degli importi che devono essere versati;
  • le informazioni necessarie per effettuare il pagamento;
  • le istruzioni necessarie per poter richiedere la rateizzazione, la sospensione o per proporre l’eventuale ricorso.

All’interno della prima pagina del documento il contribuente ha la possibilità di trovare:

  • il numero che serve ad identificare l’atto;
  • l’ente o gli enti titolari del credito;
  • il debitore e l’eventuale coobbligato, nel caso in cui sia presente.

Il pagamento delle somme

A seguito dei controlli effettuati dagli enti creditori, le somme dovute vengono iscritte a ruolo. Questo è, in estrema sintesi, un elenco che contiene le seguenti informazioni:

  • nominativi dei debitori,
  • tipologia del credito
  • relative somme dovute.

Il compito di formare il ruolo è in capo all’ente creditore, che lo trasmette direttamente all’Agenzia delle Entrate Riscossioni. Quest’ultima deve provvedere a notificare al debitore la cartella esattoriale per la somma dovuta.

Le cartelle esattoriali possono essere pagate:

  • online;
  • in banca;
  • alla Posta;
  • presso i tabaccai;
  • negli sportelli dell’Agenzia delle Entrate Riscossioni.

Nel caso in cui la cartella esattoriale non venga pagata nell’arco di 60 giorni – in alcuni casi, previsti dalla legge, il termine può essere esteso a 180 giorni – o quando non dovesse pervenire una richiesta di rateazione, l’Agenzia delle Entrate Riscossioni avvia nei confronti del debitore e degli eventuali coobbligati le seguenti procedure cautelari:

  • fermo amministrativo di beni mobili registrati;
  • ipoteca;
  • pignoramento dei beni mobili, immobili o dei crediti.

La rateazione della cartella esattoriale

Nel caso in cui il contribuente non dovesse disporre delle somme contenute all’interno della cartella esattoriale, ha la possibile di presentare un’istanza per la rateazione del pagamento. A prevedere questa possibilità è l’articolo 19 del DPR n. 602/73.

La rateazione delle cartelle esattoriali può essere richiesta in maniera rapida e viene concessa ai soggetti che ne fanno richiesta, in base alla soglia di debito e alle condizioni economiche che vengono documentate.

È possibile dilazionare i pagamenti:

  • accedendo al sito internet dell’Agenzia delle Entrate Riscossioni e attivare il servizio Rateizza adesso dell’area riservata. È possibile farlo per importi fino a 120.000 euro;
  • compilando un modello che può essere inviato tramite Pec agli indirizzi riportati all’interno della cartella esattoriale.

Nel caso in cui si dovesse ritenere che la cartella esattoriale non debba essere pagata è possibile chiederene la sospensione per verificare la propria posizione.