Partita Iva 2024: quando si deve aprire e i costi da sostenere

Tutte le regole per aprire la partita Iva nel 2024: i costi da sostenere e quando è necessario averla per poter lavorare

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Pierpaolo Molinengo

Giornalista economico-finanziario

Giornalista specializzato in fisco, tasse ed economia. Muove i primi passi nel mondo immobiliare, nel occupandosi di norme e tributi, per poi appassionarsi di fisco, diritto, economia e finanza.

Quando è obbligatorio aprire una partita Iva? Ma soprattutto quali sono i costi che si devono affrontare per effettuare questa operazione? Anche nel corso del 2024 per avviare una qualsiasi attività professionale o imprenditoriale con una partita Iva è necessario valutare alcuni aspetti legali.

Prima di tutto è necessario sottolineare che le informazioni relative alla soglia dei 5.000 sotto la quale è possibile effettuare delle prestazione occasionale sono in parte errate. Qualsiasi tipo di attività economica che viene svolta in maniera abituale e continuativa deve essere svolta in maniera professionale. Anche quando si percepiscono meno di 5.000  euro. Questo comporta l’apertura della partita Iva.

Fatta questa premessa rimangono sempre molti dubbi su quando una qualsiasi attività, almeno all’inizio, venga svolta in maniera professionale. Questo è un aspetto molto delicato, perché iniziare ad operare in forma privata quando sono stati superati i requisiti per operare professionalmente può costare molto caro al contribuente. Sono previste, infatti, delle sanzioni fiscali e contributi.

Ma cerchiamo di districarci tra le varie regole e cerchiamo di comprendere quando effettivamente diventa obbligatorio aprire la partita Iva per i contribuenti che avviano un’attività.

Partita Iva: com’è composta

Volendo sintetizzare al massimo la partita Iva è un codice numerico attraverso il quale viene identificata una persona fisica (o una società). La utilizzano quanti svolgono una determinata attività in maniera professionale o imprenditoriale. A comporre la partita Iva sono 11 numeri, che vengono suddivisi in questo modo:

  • i primi sette servono a collegare la partita Iva al soggetto che ne è titolare;
  • i tre successivi servono ad identificare l’Ufficio delle Entrate;
  • l’undicesimo ha una semplice funzione di controllo.

Il contribuente deve aprire la partita Iva nel momento in cui avvia l’attività ed il codice rimane operativo fino a quando non si decide di chiudere l’attività. È sempre importante andare ad individuare e definire il momento nel quale si apre e si chiude la partita Iva: per fare questa operazione è necessario, onde evitare dei grossolani errori, chiedere la consulenza di un dottore commercialista.

Chi è tenuto ad aprire la partita Iva

Ad essere tenuti all’apertura di una partita Iva sono tutti quei soggetti che svolgono una qualsiasi attività in forma autonoma. Non importa se lo facciano in maniera individuale o attraverso una società. Tenuti a questo adempimento sono quindi i liberi professionisti o le imprese, che offrono servizi o beni.

La partita Iva, in estrema sintesi, deve essere aperta dai lavoratori autonomi e dagli imprenditori. Quanti stiano offrendo dei beni o dei servizi e non siano titolari di un rapporto di lavoro subordinato.

L’apertura della partita Iva determina l’obbligo di emettere fattura per regolamentare i compensi inerenti alle prestazioni effettuate o ai beni che sono stati ceduti. La fattura è un adempimento obbligatorio per gli adempimenti Iva ed è necessaria per determinare il reddito di impresa o di lavoro autonomo.

Quando è obbligatorio aprirne una

Nel momento in cui l’attività viene svolta in maniera professionale è obbligatorio aprire la partita Iva. È necessario farlo quando l’attività viene svolta in maniera abituale, anche quando non viene effettuata in maniera esclusiva, indipendentemente dal fatto che venga organizzata in maniera prevalente con il lavoro del singolo titolare o avvalendosi di eventuali collaboratori.

Quando si inizia a svolgere una qualsiasi attività in maniera abituale e continuativa, il contribuente deve aprire la propria partita Iva. Questo obbligo nasce indipendentemente dal volume dei compensi che vengono percepiti nel corso dell’anno e dal numero dei giorni nei quali l’attività viene svolta. È bene precisare, comunque, che non per tutte le attività economiche la partita Iva deve essere aperta nello stesso momento, perché ognuna di queste ha delle caratteristiche proprie. Per capire se è necessario o meno aprire la partita Iva devono essere presi in considerazione i seguenti elementi:

  • l’abitualità e la continuità dell’esercizio dell’attività;
  • la professionalità e l’eventuale esercizio in maniera organizzata dell’attività.

Nel momento in cui si rispettano i requisiti appena elencati è obbligatorio aprire la partita Iva. L’Agenzia delle Entrate ha fornito un utile chiarimento in questo senso: con il termine abituale si intende l’attività che si ripete costantemente nel tempo. E per la quale sia necessario un impegno intellettuale o materiale. La predisposizione dei mezzi necessari per svolgere l’attività viene considerata come abituale (i mezzi possono essere la pubblicità su qualsiasi rivista o su internet o l’iscrizione in alcuni portali per trovare degli incarichi).

Il superamento di determinate soglie

A volte si tende a far confusione tra l’obbligo di aprire la partita Iva ed il superamento di determinati ricavi, tra i quali ci sono i famosi 5.000 euro. Questo è assolutamente sbagliato. I ricavi non costituiscono un parametro di riferimento che può servire, almeno da solo, a determinare l’obbligo o meno di operare professionalmente. Il principio sul quale si basa l’obbligo dell’apertura della partita Iva è il seguente:

abitualità + continuità dell’attività.

Quelli appena enunciati sono i due principi che portano all’obbligo dell’apertura della partita Iva.

Lavoro occasionale

Da anni, ormai, si è diffusa la falsa opinione che l’obbligo dell’apertura della partita Iva possa essere superato con il lavoro autonomo occasionale. La disciplina, che risulta essere regolata dall’articolo 2222 del Codice Civile e da alcune circolari dell’Inps è una disciplina che coinvolge le attività autonome, che non hanno dei vincoli di coordinamento da parte del committente. E che risultano essere saltuari ed episodici. La prestazione occasionale, in altre parole, può essere utilizzata unicamente per le attività che non vengono ripetute nel tempo. In altre parole per quelle attività lavorative che hanno carattere professionale, ma non vengono svolte in maniera continuativa.

Senza dubbio la caratteristica più importante di questa prestazione è l’aspetto intellettuale. Un esempio può essere costituito dallo studente che, nel corso dei mesi estivi, dà ripetizioni di matematica. In questo caso sta svolgendo una prestazione occasionale.

Come si apre una partita Iva

Per aprire la partita Iva è necessario presentare un modulo direttamente all’Agenzia delle Entrate. Questa provvederà a rilasciare il codice composto da 11 numeri, che andrà ad identificare in modo automatico il soggetto che ha presentato la richiesta. Il modello per richiedere l’apertura della partita Iva è:

  • per le persone fisiche il Modello AA9/12;
  • per le società il Modello AA7/10.

I due modelli, sostanzialmente, sono delle dichiarazioni di inizio attività e devono essere presentati entro 30 giorni dall’avvio dell’attività professionale o di impresa. La presentazione può avvenire, in maniera alternativa:

  • telematicamente attraverso i canali messi a disposizione dall’Agenzia delle Entrate;
  • con una richiesta cartacea, da presentare personalmente o tramite delega presso gli uffici territoriali dell’Agenzia delle Entrate.

Nel momento in cui si apre la partita Iva deve essere individuato anche il corretto codice Ateco da utilizzare in relazione all’attività professionale o economica che il contribuente andrà a svolgere.

Aprire la partita Iva non ha alcun costo, nel caso in cui lo si faccia personalmente online o si decida di presentarsi nelle sedi territoriali dell’Agenzia delle Entrate.