Nella Manovra 2026 non mancano misure a favore delle donne, ma questa figura è vista in due chiavi specifiche: lavoratrice e/o madre. Possiamo anche dire con certezza che sono molte di più le misure pensate per le madri e per le famiglie con figli rispetto a quelle dedicate a categorie in difficoltà lavorativa come donne e giovani. Partendo da questo presupposto, la Legge di Bilancio 2026 appare comunque ricca di piccoli ma significativi cambiamenti per il genere femminile.
Da più soldi al mese fino ai congedi parentali che si adattano maggiormente alle necessità delle famiglie, cerchiamo di capire quanti e in che modo sono stati disposti i fondi per le categorie delle donne, lavoratrici e madri, soprattutto se con figli.
Indice
Bonus mamme lavoratrici: 60 euro in più con due o più figli
Al secondo capitolo della Manovra 2026 troviamo tutto quel pacchetto di misure pensate per la famiglia e per le pari opportunità. L’articolo 46 riguarda la misura di integrazione del reddito delle lavoratrici madri con due o più figli.
Il bonus mamme lavoratrici è pensato per le dipendenti con almeno due figli. La misura integrativa viene disposta fino al compimento del decimo anno del secondo figlio. L’integrazione del reddito non è imponibile ai fini fiscali e contributivi.
L’integrazione è di 60 euro mensili, per ogni mese o frazione di mese del rapporto di lavoro o dell’attività di lavoro autonomo, con Isee fino a 40.000 euro.
Attenzione: non è incluso il lavoro domestico. Sono comprese le lavoratrici madri autonome iscritte a gestioni previdenziali obbligatorie autonome, come casse di previdenza professionali e gestione separata.
L’importo è valido anche per le madri con più di due figli, ma in questo caso la somma spetta fino al compimento del diciottesimo anno di età del figlio più piccolo. Il limite Isee è sempre pari a 40.000 euro annui.
L’integrazione sarà riconosciuta dal 1° gennaio al 30 novembre 2026 e verrà erogata in un’unica soluzione con la mensilità di dicembre 2026, per tutte le mensilità maturate.
Estensione del congedo parentale
Nel pacchetto di misure dedicate alla famiglia rientra anche l’estensione dei congedi parentali e del congedo per malattia dei figli. Il testo porta da 12 a 14 anni l’età del figlio entro cui è possibile usufruire dei principali istituti di congedo, compreso il prolungamento per figli con disabilità.
Sale inoltre da 5 a 10 giorni il limite annuo per il congedo per malattia del figlio e l’età del minore per accedere al beneficio passa da 8 a 14 anni.
Attenzione: le stesse tutele vengono riconosciute anche nei casi di adozione o affidamento, sia nazionali che internazionali.
Esonero contributivo per l’assunzione di madri lavoratrici
Tra gli interventi principali della Manovra 2026 c’è anche la misura per la promozione dell’occupazione delle madri lavoratrici.
L’articolo 48 introduce un esonero contributivo totale per le imprese che, dal 1° gennaio 2026, assumono donne madri di almeno tre figli minorenni e prive di un impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi.
L’incentivo prevede l’azzeramento dei contributi previdenziali a carico del datore di lavoro, nel limite massimo di 8.000 euro annui, con esclusione dei premi e contributi Inail.
La durata varia in base al tipo di contratto:
- 12 mesi per assunzioni a tempo determinato;
- 24 mesi per quelle a tempo indeterminato;
- 18 mesi in caso di trasformazione da contratto a termine.
Attenzione: restano esclusi i rapporti di lavoro domestico e di apprendistato.
La misura, inoltre, non è cumulabile con altri esoneri contributivi, ma è compatibile con la maggiorazione della deduzione del costo del lavoro prevista dal decreto legislativo n. 216 del 2023, che può arrivare fino al 130% in caso di assunzioni di lavoratrici fragili.
Trasformazione dei contratti per le famiglie numerose
Tra le misure a sostegno della genitorialità, la Manovra introduce anche un incentivo legato alla trasformazione dei contratti di lavoro per le famiglie numerose.
Si riconosce, a partire dal 1° gennaio 2026, una priorità per lavoratrici e lavoratori con almeno tre figli conviventi, fino al compimento del decimo anno di età del figlio più piccolo, o senza limiti di età in caso di figli con disabilità, nella richiesta di trasformazione del contratto da tempo pieno a part-time, o di rimodulazione dell’orario di lavoro con una riduzione minima del 40%.
Per favorire l’applicazione di questa misura, ai datori di lavoro privati che accolgono tali richieste senza ridurre il monte ore complessivo aziendale viene riconosciuto un esonero contributivo del 100%, fino a un massimo di 3.000 euro annui, per 24 mesi dalla data di trasformazione del contratto.
L’esonero non si applica ai rapporti di lavoro domestico o di apprendistato e non è cumulabile con altri sgravi, ma è compatibile con la maggiorazione della deduzione del costo del lavoro prevista dal decreto legislativo n. 216 del 2023.
Fondo per il reddito di libertà
La manovra interviene anche sul Fondo per il reddito di libertà, destinato alle donne vittime di violenza. L’articolo 55 prevede un rifinanziamento della misura istituita nel 2020 per sostenere l’autonomia economica delle donne che intraprendono percorsi di fuoriuscita dalla violenza domestica.
La dotazione del fondo, gestito tramite l’Inps e i Centri antiviolenza, viene incrementata di 500.000 euro per il 2026 e di 4 milioni di euro annui a partire dal 2027.
Le risorse serviranno a garantire la continuità dell’erogazione del contributo economico mensile, che le Regioni distribuiscono alle beneficiarie per favorirne il reinserimento sociale e lavorativo.
Prevenzione e salute femminile
Nel capitolo dedicato alla sanità pubblica, la Manovra interviene anche sul fronte della prevenzione e della salute femminile. L’articolo 64 destina 238 milioni di euro annui a partire dal 2026 al potenziamento delle misure di prevenzione collettiva, con un’attenzione specifica allo screening mammografico per la diagnosi precoce del tumore al seno.
L’obiettivo è estendere gli esami alle donne tra i 45 e i 49 anni e tra i 70 e i 74 anni, ampliando così la fascia di età attualmente coperta dal programma nazionale di screening.
Le risorse serviranno anche a rafforzare gli interventi di prevenzione per il tumore del colon-retto e per il tumore polmonare, oltre a incrementare i fondi destinati ai vaccini del calendario nazionale.
Per il solo 2026 è previsto un ulteriore stanziamento di 247 milioni di euro, mentre 1 milione di euro annui sarà dedicato alle campagne istituzionali di comunicazione sulla prevenzione sanitaria, promosse dal ministero della Salute.