Il Bonus asilo nido va restituito: questa, in sintesi, l’istanza che l’Inps ha inviato a decine di famiglie della provincia di Salerno.
Il corto circuito amministrativo, che ha colpito con particolare durezza il piccolo comune di Altavilla Silentina, rischia di causare un’ondata di disagio sociale dal momento che alcune famiglie si sono viste chiedere indietro importi che superano i 10.000 euro e che devono essere saldati entro 30 giorni dalla notifica.
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Chi deve restituire il Bonus asilo nido
Le motivazioni fornite dall’Inps parlano di una “indebita percezione“, ma le famiglie coinvolte lamentano di aver seguito il corretto iter amministrativo.
Sky TG24 ha raccolto la versione di una mamma lavoratrice, Piera Acito, alla quale è stato richiesto di restituire circa 1.800 euro:
Molti cittadini si ritrovano ora a dover fronteggiare una richiesta economica spropositata, con la sola possibilità, indicata dall’Inps stessa, di provare a rivalersi in un secondo momento su presunti “responsabili” ancora non identificati. Una responsabilità collettiva che diventa, nei fatti, una colpa individuale.
L’Inps, in particolare, sostiene che le richieste siano state effettuate con irregolarità nella documentazione allegata o nella scelta degli asili frequentati dai bambini, in particolare per l’utilizzo di strutture non convenzionate o non riconosciute sul piano territoriale. E adesso per decine di contribuenti del territorio salernitano, il Bonus asilo nido da strumento di welfare si è trasformato in un boomerang economico e psicologico. Le famiglie si stanno organizzando per muoversi in una class action contro l’Inps al fine di far valere il principio della buona fede.
Al momento, non risulta alcuna presa di posizione ufficiale da parte dell’Inps. Le famiglie chiedono una moratoria immediata delle richieste di rimborso e l’apertura di un tavolo tecnico-giuridico per fare chiarezza sulle responsabilità di chi ha materialmente gestito le pratiche. Il rischio è il caso di Altavilla Silentina dia vita a un effetto domino che si propaghi a macchia d’olio su tutto il territorio nazionale.
I requisiti del Bonus asilo nido 2025
Il Bonus nido è previsto dalla legge n. 232/2016 (articolo 1, comma 355). Si tratta di un contributo economico erogato alle famiglie per sostenere la frequenza di asili nido, sia pubblici che privati (autorizzati) o per l’assistenza a domicilio in caso di gravi patologie croniche nei bambini sotto i tre anni.
La misura è stata concepita come supporto alla natalità e al lavoro femminile. Gli importi sono variabili: da 1.500 euro a 3.600 euro l’anno in base all’Isee e in relazione alla data di nascita del bambino. In assenza di Isee, il contributo è erogato nella misura minima.
Gli importi del Bonus asilo nido 2025
Per i bambini nati dall’1 gennaio 2024 spettano:
- 3.600 euro (dieci rate da 327,27 euro e una da 327,30 euro), con Isee minorenni in corso di validità minore o uguale a 40.000 euro;
- 1.500 euro (dieci rate da 136,37 euro e una da 136,30 euro) con Isee minorenni non presente, difforme, discordante, non calcolabile o superiore alla soglia di 40.000 euro.
Per i bambini nati prima dell’1 gennaio 2024 spettano:
- 3.000 euro (dieci rate da 272,73 euro e una da 272,70 euro), con Isee minorenni fino a 25.000,99 euro;
- 2.500 euro (dieci rate da 227,27 euro e una da 227,30 euro) con Isee minorenni da 25.001 a 40.000 euro;
- 1.500 euro (dieci rate da 136,37 euro e una da 136,30 euro) con Isee minorenni non presente, difforme, discordante, non calcolabile o superiore alla soglia di 40.000 euro.