Sondaggi, un grande partito torna a volare: lo scenario se si votasse oggi

Tre sondaggi diversi disegnano uno scenario simile: il primo partito d'Italia è sempre più primo, mentre alle sue spalle si registra qualche sorpresa. Tutti i numeri

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Maurizio Perriello

Giornalista politico-economico

Giornalista e divulgatore esperto di geopolitica, guerra e tematiche ambientali. Collabora con testate nazionali e realtà accademiche.

Dopo la battuta d’arresto registrata nei precedenti sondaggi politici (di cui abbiamo parlato qui), il primo partito d’Italia torna a correre e a rilanciare le sue quotazioni nelle intenzioni di voto degli elettori.

Dalle elezioni politiche del 25 settembre avevamo fatto l’abitudine a un trend di gradimento politico bene preciso: Fratelli d’Italia in perenne crescita, confermata ora dai dati di Proger Index Research e Supermedia YouTrend/Agi (la media ponderata dei sondaggi nazionali sulle intenzioni di voto).

Il balzo di Fratelli d’Italia e del centrodestra

YouTrend/Agi evidenzia un trend molto positivo per tutto il centrodestra, che guadagna quasi 2 punti come coalizione, con FdI che torna sopra la soglia simbolica del 30% delle preferenze. Anche il Partito democratico mostra segnali di ripresa, accorciando lo svantaggio sul Movimento 5 Stelle secondo il seguente schema (sondaggi raccolti il 2 febbraio):

  • FdI – 30,2% (+0,8%)
  • M5S – 17,8% (-0,1%)
  • PD – 15,9% (+0,1%)
  • Lega – 9,3% (+0,6%)
  • Terzo Polo – 7,6 (-0,3%)
  • Forza Italia – 7,0% (0%)
  • Verdi-Sinistra – 3,2% (-0,2%)
  • +Europa – 2,5% (0%)
  • Italexit – 2,0% (-0,1%)
  • Unione Popolare – 1,5% (+0,2%)
  • Noi Moderati – 1,5% (+0,4%)

Ecco invece i risultati dei partiti secondo il sondaggio realizzato da Index Research, che sembra confermare tutti i trend già evidenziati:

  • FdI – 31% (+0,3%)
  • M5S – 17,5% (-0,2%)
  • PD – 15,4% (+0,2%)
  • Lega – 8,8% (+0,2%)
  • Azione-Italia Viva – 7,6% (-0,3%)
  • Forza Italia – 6,3% (-0,3%)

Prendendo in considerazione un altro sondaggio realizzato da Tecné tra l’11 e il 13 febbraio, per conto di Rti, la situazione appare leggermente diversa.

  • FdI – 30,6%
  • PD – 17,1%
  • M5S – 16,7%
  • Lega – 9,2%
  • Forza Italia – 8%
  • Azione-Italia Viva – 7,4%
  • Verdi-Sinistra 3,3%
  • +Europa 2,5%
  • Altri 5,2%

Cosa accadrebbe se si votasse oggi

Proprio secondo i dati diffusi da Tecnè, se si tornasse a votare oggi il centrodestra potrebbe nutrire realistiche aspirazioni di ottenere una maggioranza dei due terzi in Parlamento. Una soglia decisiva, che gli consentirebbe di cambiare la Costituzione senza che opposizione o cittadini possano ricorrere alla strada del referendum confermativo.

Alle elezioni politiche del 25 settembre, il centrodestra ha ottenuto alla Camera 237 seggi, a fronte del 44,02% dei voti. Con il 4% in più attribuito ora dal sondaggio Tecnè, i 266 deputati necessari per ottenere una maggioranza dei due terzi non sarebbero così lontani. Sommando oggi le preferenze di Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, la coalizione salirebbe al 47,8%. Se si aggiungono anche le intenzioni di voto registrate da Noi Moderati e Rinascimento di Vittorio Sgarbi, la soglia del 50% sarebbe davvero a portata di mano (i sondaggi avevano risentito anche dell’effetto Cospito, col balzo clamoroso di un partito).

I due terzi in Parlamento non basterebbero però da soli a rilanciare le velleità della maggioranza guidata da Giorgia Meloni, perché poi occorrerebbe vincere in almeno l’85% dei collegi uninominali. Una sfida che il centrodestra, visto lo stato attuale dell’opposizione, potrebbe anche vincere.

La situazione delle opposizioni

L’altra grande novità degli ultimi sondaggi è senza dubbio la ripresa del Partito Democratico, seppur lieve. Il divario con Fratelli d’Italia appare però sempre incolmabile, col Movimento 5 Stelle che in due analisi su tre si conferma il secondo partito nazionale, anche se in leggera flessione nelle intenzioni di voto.

In calo anche le preferenze per il Terzo Polo, con Italia Viva di Matteo Renzi e Azione di Carlo Calenda che però potrebbero presto fondersi in un partito unico in vista delle elezioni europee del 2024. Perdono ancora un po’ di terreno anche l’Alleanza tra Sinistra e Verdi e +Europa.