Sondaggi politici: giù Meloni e Salvini, due partiti sopra la soglia critica

Mentre i partiti minori cercano consensi per la prova delle elezioni europee, continua il trend in negativo già monitorato con le scorse rilevazioni

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

A un giorno dal primo banco di prova per i partiti, quello delle regionali in Sardegna, il sentiment degli italiani nei confronti della politica non vede grandi stravolgimenti. Intanto due formazioni minori hanno raggiunto una percentuale importante nei sondaggi. Se confermata alle urne l’8 e il 9 giugno in occasione delle elezioni europee, potrebbero garantire una più variegata rappresentanza al nostro Paese all’interno della cornice comunitaria. Ma cosa dicono le intenzioni di voto di questa settimana? Vediamo quali sono gli umori e chi continua a perdere consensi.

Supermedia YouTrend/Agi: chi sale e chi scende

La Supermedia di YouTrend e Agi calcola la media ponderata dei sondaggi sulle intenzioni di voto degli italiani, con le rilevazioni realizzate nelle due settimane a cavallo tra il 10 e il 20 febbraio. Quella del 23 febbraio prende in considerazione i dati forniti da Demos, Eumetra, Euromedia, Ixè, Noto, SWG e Tecnè.

Fratelli d’Italia rimane il primo partito in Italia, ma continua a perdere consensi. Giorgia Meloni è in leggero calo anche in questa rilevazione. Sia chiaro: la percentuale è minima e lo stacco con le altre formazioni è ancora ben lontano dall’essere colmato. Ma il trend sta iniziando a far riflettere in quel di via della Scrofa.

Il Pd di Elly Schlein non mostra variazioni rispetto alla precedente Supermedia. Si nota invece una lieve crescita nel Movimento 5 Stelle guidato da Giuseppe Conte, che si conferma terzo partito d’Italia.

Anche Matteo Salvini e la Lega perdono potenziali voti, in maniera speculare a Forza Italia, che ne guadagna altrettanti proprio in occasione del Congresso Nazionale guidato da Antonio Tajani, che ha dichiarato che Silvio Berlusconi “era come Maradona, ora serve una squadra”.

Si attestano al 4% sia Azione che l’Alleanza Verdi e Sinistra. Sono proprio i partiti di Carlo Calenda e di Angelo Bonelli a confidare nel sogno europeo, forti di una lentissima ma costante crescita. Hanno infatti raggiunto la soglia di sbarramento necessaria per inviare eurodeputati a Strasburgo.

Crescono anche Italia Viva di Matteo Renzi, +Europa di Emma Bonino, Unione Popolare di Luigi De Magistris e Noi Moderati di Maurizio Lupi e Giovanni Toti. Tra i partiti minori perde consensi solo Italexit di Gianluigi Paragone.

Le percentuali delle intenzioni di voto nei sondaggi politici

Ma dunque chi vincerebbe se si votasse oggi e con che percentuali? Vediamo i dati della nuova media, con le intenzioni di voto degli ultimi 15 giorni. Tra parentesi il confronto con i precedenti sondaggi politici.

  • Fratelli d’Italia: 28,1% (-0,4);
  • Partito Democratico: 19,6% (=);
  • Movimento 5 Stelle: 16,2% (+0,2);
  • Lega: 8,3% (-0,3);
  • Forza Italia: 7,6% (+0,3);
  • Azione: 4% (+0,1);
  • Alleanza Verdi e Sinistra: 4% (+0,1);
  • Italia Viva: 3,1% (+0,2);
  • +Europa: 2,6% (+0,3);
  • Italexit: 1,5% (-0,1);
  • Unione Popolare: 1,3% (+0,1);
  • Noi Moderati 1,3% (+0,1).

Supermedia dei sondaggi politici: le percentuali delle coalizioni

Le intenzioni di voto nei confronto delle coalizioni, al 22 febbraio, sono le seguenti:

  • Centrodestra: 45,2%;
  • Centrosinistra: 26,2%;
  • Movimento 5 Stelle: 16,2%;
  • Terzo Polo: 7%;
  • Altri: 5,4%.

Alle elezioni politiche del 2022, invece, erano queste:

  • Centrodestra: 43,8%;
  • Centrosinistra 26,1%;
  • Movimento 5 Stelle: 15,4%;
  • Terzo Polo: 7,8%;
  • Altri: 6,9%.

È chiaro che, nonostante il trend di decrescita del partito di Giorgia Meloni, la maggioranza non è in crisi. Nel corso della Legislatura, tra alti e basso, ha anzi continuato a macinare consensi. Il centrodestra è tornato a salire inoltre rispetto alle intenzioni di voto rilevate al momento della formazione del Governo, e sarebbe dunque confermato dagli italiani se si andasse alle urne oggi.