Passa il no alla carne coltivata: cosa prevede la stretta del Governo

L'Italia mette al bando la carne coltivata: ma l'ultima parola non è ancora stata scritta dal momento che sulla decisione incombe l'ombra di una procedura d'infrazione europea

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

L’Italia dice no alla carne coltivata. Il disegno di legge che vieta questo prodotto di laboratorio, definito anche come carne sintetica, carne artificiale o clean meat, era uno dei manifesti del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Il no alla carne coltivata era prima passato al Senato e adesso, dopo l’approvazione anche alla Camera, è definitivo.

L’Italia dice no alla carne artificiale

Il Parlamento si è spaccato: il testo è stato votato solo dalla maggioranza, mentre il Pd si è astenuto e M5S e Avs hanno votato contro. L’esito del voto: 159 sì, 53 no e 34 astenuti. Il provvedimento reca la firma dei ministri Francesco Lollobrigida (Agricoltura) e Orazio Schillaci (Salute).

Con il suo no il centrodestra intende in primis tutelare i coltivatori e il made in Italy. Viene di fatto vietato produrre, consumare e mettere in commercio “cibi e mangimi generati a partire da colture cellulari”. I trasgressori verranno sanzionati con multe salatissime. Ma non solo: proibito anche l’utilizzo di alcune parole che non potranno essere associate a determinati prodotti alimentari. Non si potrà, ad esempio, etichettare un prodotto a base di soia come “cotoletta di soia” o “hamburger di soia”.

Concluso l’iter parlamentare, ora il testo raggiungerà il Colle per l’esame, la firma e la promulgazione della nuova legge. Oltre ad avere solcato una divisione ancora più profonda fra le due sponde del Parlamento, il testo solleva alcuni interrogativi legati al rischio di eventuali procedure di infrazione da parte dell’Unione europea. Il rischio è che il no italiano possa essere interpretato come un divieto preventivo cioè introdotto prima che la produzione venga avviata in Europa.

Quali sanzioni per la carne artificiale

Pesantissime le multe per chi violi il divieto di produrre, trasformare o commercializzare carne coltivata sul suolo italiano. La sanzione minima parte da 10mila euro, che sale a 60mila nei casi più gravi o addirittura a 150mila euro per gli stabilimenti di dimensioni più grandi e dai fatturati più alti.
Le sanzioni accessorie comprendono la confisca della merce e la chiusura dello stabilimento da 1 a 3 anni.
Gli imprenditori colpiti dalle multe non potranno accedere ad alcun bonus (regionale, nazionale o europeo) per un periodo pari agli anni di chiusura.

Carne coltivata: quello che c’è da sapere | Lo Speciale di QuiFinanza Green

Coldiretti contro la carne artificiale

Esulta Coldiretti, alla quale però il no italiano non basta: la battaglia “si sposta in Europa dove l’Italia, che è leader mondiale nella qualità e sicurezza alimentare, ha il dovere di fare da apripista nelle politiche di tutela della salute dei cittadini”. Così afferma il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Anche il ministro Lollobrigida spera che “l’esempio italiano venga seguito a livello europeo”.

Le critiche delle opposizioni

Tutte le opposizioni criticano il testo. +Europa sintetizza le varie posizioni parlando di “divieto anti-scientifico, anti-europeo e anti-italiano” e invitando i colleghi a votare le pregiudiziali di costituzionalità.

Intanto il resto dell’Unione europea e gli Usa sulla carne coltivata vanno nella direzione opposta: il pollo creato in laboratorio ha già raggiunto i primi ristoranti e supermercati statunitensi.

Approvazione con rissa sfiorata

Dallo scontro in aula allo scontro fisico: l’approvazione del testo che vieta la carne artificiale è stata accompagnata da un un duro faccia a faccia, con tanto di rissa sfiorata, fra il presidente di Coldiretti Ettore Prandini e il deputato di +Europa Benedetto Della Vedova. Tutto è iniziato quando Della Vedova e una delegazione di +Europa con il segretario Ricardo Magi si sono presentati davanti a Palazzo Chigi con dei cartelli per protestare. Dall’altra parte della piazza, alcuni allevatori e agricoltori di Coldiretti presenti per manifestare a sostegno del governo. Dalle urla si è (quasi) passati al confronto fisico.