La Commissione europea pubblica l’indice di competitività regionale

La Commissione ha pubblicato l'indice di competitività regionale (RCI), in una versione completamente riveduta: ecco le regioni più competitive e quelle meno sviluppate

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Donatella Maisto

Esperta in digital trasformation e tecnologie emergenti

Dopo 20 anni nel legal e hr, si occupa di informazione, ricerca e sviluppo. Esperta in digital transformation, tecnologie emergenti e standard internazionali per la sostenibilità, segue l’Innovation Hub della Camera di Commercio italiana per la Svizzera. MIT Alumni.

La Commissione ha pubblicato l’indice di competitività regionale (RCI), in una versione completamente riveduta. Lo strumento, ormai consolidato nel tempo per il suo ripetuto utilizzo, misura le diverse dimensioni della competitività per tutte le regioni dell’UE. Scopriamo insieme i dati che emergono.

Notevoli differenze nella Ue

L’indice di competitività regionale evidenzia che esistono ancora notevoli differenze tra le diverse regioni dell’UE. Tuttavia, anche che le regioni meno sviluppate hanno migliorato la loro competitività.

Emerge, inoltre, che le regioni di Utrecht, Zuid-Holland e Île-de-France sono le regioni più competitive dell’UE.

L’indice di competitività regionale (RCI)

L’indice di competitività è stato introdotto nel 2010 e viene pubblicato ogni tre anni.

L’indice di competitività regionale consente alle regioni dell’UE di monitorare e valutare il loro sviluppo nel tempo e di confrontarsi con altre regioni, fornendo, ad una lettura complessiva, una prospettiva europea sulla competitività delle regioni. È basato su 68 indicatori.

L’edizione 2022 dell’indice di competitività regionale utilizza una metodologia completamente riveduta e ricalcola i dati delle due edizioni precedenti.

L’indice di competitività regionale 2.0 è composto da 3 sottoindici:

  • Base
  • Efficienza
  • Innovazione

E  si basa su 11 pilastri che interessano i diversi aspetti della competitività:

  • Istituzioni
  • Stabilità macroeconomica
  • Infrastrutture
  • Salute
  • Istruzione di base
  • Istruzione superiore, formazione e apprendimento permanente
  • Efficienza del mercato del lavoro
  • Dimensione del mercato
  • Preparazione tecnologica
  • Sofisticazione delle imprese
  • Innovazione

L’attuale edizione del RCI utilizza un quadro metodologico aggiornato, per facilitare il confronto nel tempo. Per evidenziare il cambiamento nella metodologia, questa nuova edizione è denominata RCI 2.0. Inoltre, a partire dai dati originali utilizzati nel 2016 e 2019, i punteggi sono stati ricalcolati utilizzando la nuova metodologia ed etichettati come RCI 2.0, edizione 2016, e RCI 2.0, edizione 2019.

Le classifiche risultanti non sostituiscono le classifiche RCI pubblicate nel 2016 e 2019, prodotte con la vecchia metodologia. Ecco perché i punteggi per RCI 2.0 2019 e RCI 2.0 2016 sono pubblicati senza classifiche.

L’edizione 2022 di RCI 2.0, in linea con le precedenti edizioni, mostra un modello policentrico, con una forte performance delle regioni che ospitano grandi aree urbane.

Il divario tra le regioni

Questo indice è uno strumento prezioso per una migliore definizione delle politiche, che, tenuto conto dell’unicità di ciascuna regione, devono fornire un sostegno su misura a ognuna di loro in modo da responsabilizzarle e aiutarle a sfruttare i punti di forza.

Il divario tra le regioni che si sono sviluppate intorno alle capitali europee e i restanti territori, tuttavia, varia tra gli Stati membri del l’UE, con paesi più competitivi che tendono ad avere un divario minore tra la loro regione della capitale e le altre regioni, nonché una minore variazione interna.

Tra il 2016 e il 2022, la competitività regionale è migliorata nelle regioni meno sviluppate, mentre i risultati delle regioni in transizione sono stati più eterogenei. Le regioni più sviluppate hanno continuato ad avere i punteggi più alti, ma sono convergenti sulla media UE.

L’indice di competitività regionale 2.0 si basa sulle regioni statistiche NUTS 2 (classificazione comune delle unità territoriali per la statistica). Tutti gli indicatori sono anteriori alla guerra in Ucraina. Si tratta della prima edizione dell’indice di competitività regionale senza il Regno Unito.

La classificazione NUTS

L’attuale classificazione NUTS è valida dal 1° Gennaio 2021 ed elenca 92 regioni a livello NUTS 1, 242 regioni a livello NUTS 2 e 1166 regioni a livello NUTS 3.

La classificazione NUTS (Nomenclatura delle unità territoriali statistiche) è un sistema gerarchico di suddivisione del territorio economico dell’UE e del Regno Unito per le seguenti finalità:

  • Raccolta, sviluppo e armonizzazione delle statistiche regionali europee
  • Analisi socioeconomiche delle regioni

NUTS 1: principali regioni socioeconomiche

NUTS 2: regioni di base per l’applicazione delle politiche regionali

NUTS 3: piccole regioni per diagnosi specifiche

  • Elaborazione delle politiche regionali del l’UE

Le regioni meno sviluppate

Tra l’edizione 2016 e quella del 2022 la competitività a livello regionale è migliorata nelle regioni meno sviluppate.

I valori più bassi sono tuttavia ancora concentrati nelle regioni meno sviluppate degli Stati membri dell’UE orientale.

Tutte le regioni degli Stati membri dell’UE orientale hanno registrato un miglioramento del loro livello di competitività tra l’edizione 2016 e quella del 2019. Tuttavia, sono disomogenei i risultati delle regioni meridionali dell’UE che presentano livelli di competitività relativamente bassi.

Tra le edizioni del 2019 e del 2022, la maggior parte delle regioni dell’UE orientale ha continuato a recuperare terreno, anche negli Stati baltici, in Croazia, Ungheria, Polonia e Slovenia.

Alcune parti di Cechia, Romania, Slovacchia e Bulgaria si sono allontanate ulteriormente dalla media dell’UE.

Nell’UE meridionale le regioni del Portogallo, della Spagna e della maggior parte della Grecia hanno migliorato i propri risultati, sebbene queste ultime partano da un livello molto basso, ma la maggior parte delle regioni italiane e cipriote si è allontanata dalla media dell’UE.

Le regioni più competitive

Le Regioni dove sono localizzabili le capitali europee sono quasi sempre le più competitive, ma il divario è inferiore negli Stati membri con un più elevato livello di competitività.

Le regioni delle capitali sono le più competitive in tutti gli Stati membri, ad eccezione di Germania, Italia e Paesi Bassi. Il divario con le altre regioni può essere significativo ed è particolarmente elevato in Francia, Romania e Slovacchia.

I paesi più competitivi tendono ad avere un minor divario tra la regione della capitale e le altre regioni.

Nelle regioni più competitive il PIL pro-capite è più elevato. Qui le donne beneficiano di condizioni quadro più vantaggiose e possono quindi ottenere risultati migliori ed è inferiore il numero di giovani donne che non lavorano, né seguono un percorso scolastico o formativo (NEET).

Le regioni più competitive, quindi, risultano essere particolarmente attraenti per i neolaureati.

La politica di coesione per la competitività regionale dell’UE

Le politiche e gli investimenti pubblici dovrebbero promuovere la convergenza verso l’alto, aiutando le regioni meno competitive a migliorare i loro risultati e recuperare il ritardo, ma garantendo nel contempo che le regioni più competitive continuino a prosperare.

I risultati dell’indice di competitività regionale 2.0 dimostrano come le regioni dell’UE hanno ancora bisogno del sostegno dell’UE per migliorare la loro competitività e ridurre i divari tra di loro. La politica di coesione è la principale politica di investimento dell’UE a sostegno delle regioni per quanto riguarda la creazione di posti di lavoro, la competitività delle imprese, la crescita economica, lo sviluppo sostenibile e il miglioramento della qualità della vita dei cittadini.

La politica di coesione 2021-2027

La politica di coesione dell’UE contribuisce a rafforzare la coesione economica, sociale e territoriale nell’Unione europea. Mira a correggere gli squilibri tra paesi e regioni e risponde alle priorità politiche dell’Unione, in particolare la transizione verde e digitale. Ma quali sono le novita’ per il periodo 2021-2027?

Ecco gli obiettivi:

  • Sostegno alle priorità dell’UE: 5 obiettivi strategici incentrati su obiettivi chiave e concentrazione tematica su quelli più pertinenti per un’Europa competitiva e a prova di futuro. In particolare, il piano d’azione comune comprende:
    1. un’Europa più competitiva e più intelligente
    2. una transizione più verde e a basse emissioni di carbonio verso un’economia netta a zero emissioni di carbonio
    3. un’Europa più connessa attraverso il miglioramento della mobilità
    4. un’Europa più sociale e inclusiva
    5. un’Europa più vicina ai cittadini attraverso lo sviluppo sostenibile e integrato di tutti i tipi di territori
  • Obiettivi climatici: contributo ponderato degli investimenti al clima e all’ambiente, obiettivi minimi per i fondi, meccanismo di adeguamento climatico
  • Maggiore responsabilizzazione degli enti locali, urbani e territoriali nella gestione dei fondi: obiettivo politico dedicato attuato solo attraverso strategie di sviluppo territoriale e locale
  • Semplificazione: la nuova politica di coesione introduce un’unica serie di norme per gli otto Fondi e una significativa riduzione del l’importo del diritto derivato. Ciò comporta in particolare:
    1. Segnalazione più leggera e frequente
    2. Controlli più leggeri per i programmi: forte riduzione delle verifiche di gestione, “principio di audit unico”, disposizioni proporzionate per gli audit
    3. Consegne più rapide: possibilità estesa di utilizzare opzioni di costo semplificate (OSC) e finanziamenti non collegati a schemi di costi
    4. Fine dell’approvazione da parte della Commissione dei grandi progetti
    5. Cessazione della designazione degli organismi di gestione e di controllo

Si evidenziano gli 8 Fondi, ovvero:

  • European Regional Development Fund (ERDF)
  • European Social Fund Plus (ESF+)
  • Cohesion Fund
  • Just Transition Fund (JTF)
  • European Maritime, Fisheries and Aquaculture Fund (EMFAF)
  • Asylum and Migration Fund (AMIF)
  • Internal Security Fund (ISF)
  • Border Management and Visa Instrument (BMVI)
  • Creare le condizioni per il successo: condizioni semplificate e chiare che consentano di rispettare le condizioni per l’intero periodo di programmazione per il rimborso del bilancio dell’Unione.
  • Programmazione flessibile adattata alle nuove sfide e alle esigenze emergenti: assegnazione dell’importo della flessibilità solo dopo la revisione intermedia della situazione socioeconomica e di eventuali nuove sfide
  • Disposizioni rafforzate in materia di visibilità e comunicazione: requisiti per i beneficiari e le operazioni di importanza strategica.