In Italia niente carne sintetica, artificiale, coltivata o che dir si voglia. Almeno non durante l’era Meloni: il governo ha già incassato l’ok al Senato sul provvedimento che blocca la produzione e la commercializzazione dei prodotti di laboratorio che imitano la carne naturale e ora si attende la discussione generale alla Camera che avverrà il 6 novembre.
Carne sintetica vietata in Italia per legge
L’obiettivo è quello di approvare il testo entro il 15 novembre. La legge contro la carne sintetica è il provvedimento bandiera del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida. Applaude Coldiretti, da sempre in forte opposizione a qualsiasi iniziativa che possa danneggiare la filiera dell’allevamento.
Carne coltivata: Italia a rischio procedura d’infrazione
Si teme però che la norma possa finire nel mirino dell’Europa, dal momento che il testo non è passata dal tavolo della Commissione europea nonostante abbia potenzialmente un forte impatto sul mercato interno dell’Unione. La decisione italiana si pone in netta controtendenza rispetto a quella di altri Paesi europei che invece stanno accelerando sulla carne coltivata, come Spagna, Danimarca e Paesi Bassi. La decisione italiana rischia di creare frammentazione nel mercato comune e il rischio è quello che l’Italia possa essere destinataria di una procedura di infrazione.
Dai banchi dell’opposizione si alza la voce dei deputati pentastellati Elisa Scutellà e Alessandro Caramiello secondo i quali il rischio è di “far sanzionare il nostro Paese e di fargli accumulare un ritardo irrecuperabile rispetto a un mercato globale che corre veloce e che certo non aspetterà un’Italia che arranca”. Il Sole 24 Ore riporta il commento di Patrizio La Pietra, sottosegretario all’Agricoltura, il quale dice “intanto lo approviamo, poi si vede”.
Carne sintetica: le sanzioni previste
Sono pesantissime le multe per chi violi il divieto di produrre, trasformare o commercializzare carne coltivata sul suolo italiano: la sanzione amministrativa parte dai 10mila euro fino ad arrivare ai 60mila. Per gli stabilimenti più grossi, e dai fatturati più alti, la sanzione cresce progressivamente all’aumentare del fatturato fino ad arrivare a un massimo di 150mila euro.
Pesantissime anche le sanzioni accessorie: oltre alla confisca della merce, viene disposta la chiusura dello stabilimento per un periodo che va da 1 a 3 anni. E non solo: gli imprenditori sanzionati non potranno accedere ad alcuna forma di bonus, sgravio, agevolazione per un periodo pari agli anni di chiusura, sia che si tratti di misure italiane che europee. Tutto questo nel rispetto del principio di precauzione che ha spinto l’Italia a dire no alla carne sintetica.
Preoccupazione fra le aziende del settore
Il disegno di legge, spinto dal ministro Francesco Lollobrigida, proibisce anche l’utilizzo di termini che si riferiscono in maniera impropria alla “carne” e al “pesce” relativamente ai preparati a base vegetale. Questo suscita le preoccupazioni delle aziende produttrici di alternative alla carne che utilizzano la soia e il seitan per commercializzare hamburger vegetali, ma anche cotolette, straccetti e altri prodotti simili.
“Il divieto di denominazioni che si ispirano a ricettazioni e preparazioni alimentari utilizzate anche per la carne o il pesce, o a terminologie della macelleria, salumeria e pescheria, metterà a rischio un comparto in continua crescita (+10% nel 2021) e aziende che operano in questo settore da decenni, offrendo prodotti sani, naturali e sostenibili”. È questo l’allarme lanciato in estate dal settore “prodotti a base vegetale” di Unione italiana food.