L’ottavo taglio dei tassi della Bce in un anno dovrebbe essere l’ultimo, a meno di un ulteriore terremoto economico portato dall’offensiva protezionistica Usa. Una mossa tale da costringere Francoforte a rimettere mano alla politica monetaria.
In questo senso, nella conferenza con la quale ha annunciato la sforbiciata di 25 punti base, che ha portato il tasso sui depositi al 2%, Christine Lagarde ha lasciato uno spiraglio aperto. Non sono pochi ora gli analisti pronti a scommettere su un ulteriore intervento dell’Eurotower.
Per la prossima riunione del Consiglio direttivo, prevista il 24 luglio, è atteso uno stop alle sforbiciate, ma Donald Trump ha fissato il via ai dazi del 50% per l’Europa dal 9 luglio. Un’escalation nella guerra commerciale potrebbe portare pesanti ripercussioni sulla crescita dell’Eurozona.
Il taglio dei tassi
Con l’ultimo taglio dei tassi, Lagarde ha dichiarato che “ci stiamo avvicinando alla fine di un ciclo di politica monetaria”, avviata per rispondere in questi anni “a degli shock che si sono sommati l’un l’altro, incluso il Covid, la guerra in Ucraina e la crisi energetica”.
Secondo quanto riferito dalla numero uno dell’Eurotower, la Bce ha raggiunto l’obiettivo del 2% del livello dell’inflazione, che il prossimo anno scenderà fino all’1,6% grazie al crollo dei prezzi energetici, a conferma di un andamento talmente incoraggiante da portare Francoforte a diminuire di 0,3 punti percentuali le stime per i prossimi due anni.
Le revisioni al ribasso sull’inflazione e il tasso reale arrivato nella pratica a zero hanno permesso la presidente Lagarde di dichiarare che la politica monetaria è “ben posizionata per affrontare le incertezze” sullo scenario internazionale, a cominciare dai dazi.
Circostanze, però, non sufficienti a scongiurare un shock economico che richieda un nuovo intervento della Bce entro fine anno.
Le ripercussioni dei dazi sul Pil
“Un ulteriore acuirsi delle tensioni commerciali nei prossimi mesi determinerebbe livelli di crescita e di inflazione inferiori a quelli dello scenario di base delle proiezioni”, hanno spiegato gli economisti dell’Eurotower.
Le stime sul Pil della zona Euro sono state riconfermate da Francoforte all’ 0,9% nel 2025, mentre vengono riviste rispetto alle previsioni di marzo dall’1,2% all’1,1% nel 2026.
Con dazi del 20% sulle merci europee, del 120% sulle merci cinesi, e ritorsioni dell’Ue, la Bce stima un calo del Pil di 0,4 punti percentuali quest’anno e di 0,5 nel prossimo.
Dopo la nuova fuga in avanti di Trump, se le trattative in corso tra Usa e Ue non dovessero andare in porto, dal 9 luglio scatterebbero ulteriori tariffe fino al 50% contro l’Europa, che potrebbero aggravare ancora di più il quadro.
Per questo, di fronte a un’incertezza dominante sull’economia mondiale, Lagarde ha ribadito ancora una volta che la Bce si muoverà “incontro per incontro, guidata dai dati”.