BCE taglia tassi d’interesse al 2%. Lagarde: “Adeguati per navigare nell’incertezza”

Le decisioni assunte dal Board nella riunione di politica monetaria di giugno. Lagarde conferma anche la volontà di arrivare a fine mandato

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Redazione

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Aggiornato: 5 Giugno 2025 16:01

Un’economia europea “resiliente” ed un’inflazione già “attorno al target di medio termine del 2%” non sono state sufficienti a convincere la BCE a rinviare un taglio dei tassi già ampiamente scontato dal mercato, poiché le tensioni derivanti dalle “incertezze legate al commercio internazionale” pesano sulle prospettive di crescita ed inflazione dell’Area Euro. E’ quanto confermato dalla Presidente Christine Lagarde, nella conferenza stampa seguita all’incontro di politica monetaria odierno.

Tassi adeguati a navigare nell’incertezza

La BCE ha confermato oggi un altro taglio dei tassi di 25 punti base e rivisto le prospettive di crescita ed inflazione, rendendo in considerazione diversi ed opposti scenari. La Presidente ha confermato che “una ulteriore escalation delle tensioni sui dazi provocherebbe livelli di crescita e di inflazione inferiori” allo scenario base.

Per  questo motivo il Board intende mantenere una impostazione flessibile, legata ai dati e decisa riunione dopo riunione.  “Con il taglio di oggi siamo in una buona posizione per navigare nell’incertezza che è all’orizzonte”, ha precisato Lagarde.

Lagarde decisa a finire mandato

La Presidente ha risposto anche ad una domanda sul suo futuro, dopo i rumors che parlavano di una sua uscita anticipata per il World Economic Forum, ribadendo di essere “pienamente determinata” a portare a compimento la sua missione e “determinata a completare il mandato fino alla scadenza”.

La decisione della BCE su tassi e QE

Il Consiglio direttivo ha dunque portato il tasso sui depositi al 2%, quello sulle operazioni di rifinanziamento principali al 2,15% e quello sulle operazioni di rifinanziamento marginale al 2,40% a partire dall’11 giugno 2025.

Quanto ai programmi di quantitative easing, la BCE fa sapere che il Programma di  acquisto di attività (PAA) ed il Programma di acquisto per l’emergenza pandemica (PEPP) “si stanno riducendo a un ritmo misurato e prevedibile”, dal momento che l’Eurotower non reinveste più il capitale rimborsato sui titoli in scadenza.

Le nuove proiezioni di inflazione e crescita

Avendo rilevato che l’inflazione si attesta attualmente intorno all’obiettivo di medio termine del 2%, gli economisti della BCE hanno delineato nuove previsioni macroeconomiche: uno scenario base; uno scenario peggiorativo che prevede l’ulteriore acuirsi delle tensioni commerciali nei prossimi mesi e livelli di crescita e di inflazione inferiori a quelli dello scenario di base; uno scenario migliorativo, che prevede una risoluzione positiva delle tensioni commerciali ed una crescita ed inflazione superiori rispetto allo scenario di base.

Nello scenario base, gli esperti prevedono un’inflazione in media al 2% nel 2025, all’1,6% nel 2026 e al 2% nel 2027. Le revisioni al ribasso rispetto alle proiezioni di marzo (-0,3 punti percentuali per il 2025 e il 2026) riflettono principalmente le ipotesi di prezzi dell’energia inferiori e di un rafforzamento dell’euro. Gli esperti si attendono che l’inflazione al netto della componente energetica e alimentare si porti in media al 2,4% nel 2025 e all’1,9% nel 2026 e nel 2027, sostanzialmente invariata da marzo.

La crescita del PIL in termini reali è attesa allo 0,9% nel 2025, all’1,1% nel 2026 e all’1,3% nel 2027. La proiezione di crescita invariata per il 2025 riflette un andamento nel primo trimestre più vigoroso rispetto alle attese, associato a prospettive più deboli per il resto dell’anno.

“Benché ci si attenda che l’incertezza relativa alle politiche commerciali gravi sugli investimenti delle imprese e sulle esportazioni, soprattutto nel breve termine – sottolinea la BCE – l’incremento degli investimenti pubblici in difesa e infrastrutture sosterrà sempre più la crescita nel medio periodo. L’aumento dei redditi reali e un mercato del lavoro robusto consentiranno alle famiglie di spendere di più. Insieme a condizioni di finanziamento più favorevoli, ciò dovrebbe aumentare la capacità di tenuta dell’economia agli shock mondiali”.

 

BCE conferma flessibilità e approccio basato su dati

Il Consiglio direttivo ribadisce di essere “determinato ad assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sul suo obiettivo del 2% a medio termine” e quindi “nelle attuali condizioni caratterizzate da eccezionale incertezza, l’orientamento di politica monetaria adeguato sarà definito seguendo un approccio guidato dai dati, in base al quale le decisioni vengono adottate di volta in volta a ogni riunione”.

Il Board “è pronto ad adeguare tutti i suoi strumenti nell’ambito del proprio mandato per assicurare che l’inflazione si stabilizzi durevolmente sull’obiettivo del 2% a medio termine e per preservare l’ordinato funzionamento del meccanismo di trasmissione della politica monetaria”.