L’Italia arriverà al summit Nato dell’Aia (previsto per il prossimo 24-25 giugno 2025) con un’agenda chiara. Il governo Meloni sta infatti predisponendo un piano di rafforzamento della difesa che porterà la spesa militare al 2% del Pil entro il 2028, con un passaggio intermedio intorno all’1,38% già nel 2025.
Il percorso prevede aumenti graduali e la reimpostazione di alcune voci di bilancio, in linea con le richieste dell’Alleanza.
Nel piano italiano figurano, ad esempio, le risorse del servizio meteorologico, della Guardia Costiera e i fondi per le politiche migratorie, tutte voci che il governo intende considerare nella spesa difesa.
Inoltre si conta di valorizzare grandi opere infrastrutturali come spese militari: rientrerebbero negli investimenti difesa i costi di opere logistiche “chiave” come il nuovo ponte sullo Stretto di Messina, definito “opera militare”.
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L’Italia verso il 3,5% del Pil per la difesa
Il segretario generale della Nato, Mark Rutte, sta spingendo per una ripartizione più ambiziosa delle risorse tra i Paesi membri: il 3,5% del Pil destinato ogni anno agli armamenti e un ulteriore 1,5% a infrastrutture strategiche, industria e sicurezza. L’idea è rendere il piano gestibile anche per gli Stati con ritardi strutturali, come l’Italia, offrendo un approccio più graduale ma vincolante.
L’Italia ha dato il suo sostegno al progetto, allineandosi con il Regno Unito per raggiungere gli obiettivi entro il 2035. Nel frattempo, il governo Meloni prevede di comunicare al summit che il 2% del Pil dedicato alla spesa militare sarà realtà entro il 2025. Questo risultato sarà possibile grazie all’inclusione di voci di bilancio innovative, come il ponte sullo Stretto, identificato non solo come opera infrastrutturale ma anche come asset strategico per la difesa.
Il Ponte sullo Stretto, infrastruttura chiave per la sicurezza Nato
Qui vale la pena fare un breve approfondimento. Il governo Meloni punta sul Ponte sullo Stretto come elemento chiave di una strategia di difesa e sviluppo infrastrutturale. Nel dossier trasmesso a Bruxelles, Meloni e il ministro Matteo Salvini hanno dichiarato che l’opera stradale e ferroviaria tra Calabria e Sicilia deve essere riconosciuta come “infrastruttura militare strategica”.
Il progetto, secondo il governo, consentirebbe un rapido spostamento di truppe e mezzi pesanti dall’Europa settentrionale al Mediterraneo in caso di crisi, ottimizzando il trasferimento delle forze Nato verso il Sud.
Riconoscendolo come opera di difesa, il ponte contribuirebbe anche a incrementare la spesa militare italiana in percentuale sul Pil, rispondendo così agli obiettivi condivisi con gli alleati. Questa mossa da una parte fa raggiungere agilmente gli obiettivi internazionali e dall’altro accelera i lavori di un complesso sempre più criticato sia dal punto di vista ambientale che logistico.
Gli alleati e l’Italia quali sono le nuove relazioni transatlantiche
Sul piano transatlantico, l’Italia punta a rafforzare il dialogo con Washington e gli alleati con azioni concrete e dichiarazioni strategiche. A febbraio 2025, Giorgia Meloni ha proposto un vertice tra Stati Uniti ed Europa per affrontare le sfide globali, con un’attenzione particolare alla guerra in Ucraina. Tra le iniziative del governo, spicca una dichiarazione bilaterale con gli Usa per la cooperazione energetica, che include progetti legati al gas naturale liquefatto.
L’Italia sta riallineando le proprie politiche alle nuove priorità della Nato, inclusa una graduale crescita delle spese militari. Questi investimenti sono considerati essenziali non solo per rispondere alle minacce sul fianco orientale, ma anche per gestire le tensioni in Asia-Pacifico.
Gli Stati Uniti, che vedono nella Cina una minaccia primaria e vogliono staccarsi dal vecchio continente in termini di impegno in difesa, spingono l’Europa a rafforzare il proprio ruolo difensivo.
Collaborazioni strategiche con la Francia e impegni europei
Un ulteriore tassello della strategia di Meloni è il riavvicinamento con la Francia, specie dopo l’ultimo summit con Macron. Dopo un periodo di tensioni, il dialogo tra i due Paesi è stato rilanciato con un vertice che ha posto al centro temi cruciali per la Nato e l’Europa.
Tra le priorità emergono la stabilizzazione dell’Africa e una maggiore autonomia europea in materia di difesa, obiettivi che rispecchiano le richieste degli Stati Uniti di un ruolo più attivo da parte degli alleati europei.