Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica ha dato il via libera ufficiale al progetto del ponte sullo Stretto di Messina, come annunciato dal ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini. In una nota del Mit il vicepremier ha definito l’ok del Mase “una notizia di straordinaria importanza” e “un altro fondamentale passo in avanti”.
Il ponte rientra nel più ampio piano di potenziamento delle infrastrutture del Sud Italia e della rete europea Ten-T. Secondo Salvini, superati gli ultimi visti tecnici, i cantieri dovrebbero partire “entro l’estate” 2025.
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Ponte sullo Stretto, il progetto entra nella fase operativa
La conferma del Mase segna il completamento della fase istruttoria ambientale del progetto. In precedenza, nel 2024 il ministero aveva richiesto circa 239 integrazioni documentali, successivamente trasmesse da Stretto di Messina S.p.A. L’amministratore delegato Pietro Ciucci ha sottolineato che il progetto definitivo è stato aggiornato secondo le norme vigenti e che i costi sono “trasparenti, senza rischio di incompiuto”.
Con l’ok del Cipess (Comitato interministeriale) di marzo 2025 al progetto definitivo, come spiegato dallo stesso Ciucci (ad della Stretto di Messina spa), “il Piano Finanziario è stato approvato” e dimostra che l’opera è “completamente finanziata”.
Il governo evidenzia anche i benefici attesi per il territorio: Salvini ha parlato di un “indotto economico incredibile” e di un nuovo volano per i trasporti, auspicando che l’alta velocità arrivi fino a Reggio Calabria. Per garantire regolarità e trasparenza, è stato istituito un organismo di vigilanza antimafia sui lavori, con prefetture e istituzioni locali a monitorare l’esecuzione.
Ponte sullo Stretto: quanto costa e chi finanzia l’opera
Il progetto del ponte ha un costo complessivo di circa 13,5 miliardi di euro. La legge di bilancio 2025 ha stanziato 13,532 miliardi, ripartiti tra varie fonti.
Secondo i dati ufficiali, la copertura finanziaria è così suddivisa: c
- circa 6,96 miliardi dal bilancio statale;
- 4,6 miliardi da fondi dello Sviluppo e Coesione nazionali (Fsc);
- 1,6 miliardi da Fsc dedicati a Sicilia e Calabria;
- 370 milioni di aumento di capitale di Stretto di Messina spa.
Queste risorse coprono l’intero costo dell’opera, stimato su base aggiornata, senza oneri aggiuntivi rispetto ai piani finanziari già previsti. Il ponte prevede una campata centrale di oltre 3 km con due torri da 400 metri e collegamenti stradali e ferroviari integrati, dimensioni e caratteristiche che ne fanno l’infrastruttura sospesa più lunga al mondo.
Occupazione e pil: l’impatto economico del ponte sul Sud Italia
Un’analisi commissionata da Unioncamere Sicilia (Uniontrasporti/Openeconomics) stima che durante la fase di cantiere il ponte genererà un contributo di 23,1 miliardi di euro al pil e circa 36.700 posti di lavoro stabili. Lo studio parla anche di un valore attuale netto positivo di 1,8 miliardi (rapporto benefici/costi 1,2) e oltre 10,3 miliardi di maggiori entrate fiscali per lo Stato grazie all’opera.
Quando iniziano e quanto durano i lavori del ponte sullo Stretto di Messina
Ora l’iter burocratico è quasi concluso. Il prossimo passo formale sarà la pubblicazione del decreto di compatibilità ambientale, seguito dal contratto esecutivo di affidamento dei lavori. Se tutto procederà secondo i piani, come annunciato dal ministro Salvini i lavori dovrebbero iniziare nell’estate 2025.
Secondo le stime ministeriali, il cantiere durerà circa sette anni, durante i quali saranno realizzate anche opere di raccordo ferroviario e stradale ai centri urbani.
L’infrastruttura si incastra nel corridoio transeuropeo “Scandinavo-Mediterraneo” come l’ultimo pezzo di un puzzle pensato decenni fa e riesumato tra entusiasmi e perplessità. Più che una promessa, per il Sud potrebbe diventare una leva logistica tangibile. Se davvero andrà a regime, il ponte restituirà al Mezzogiorno un posto meno decorativo e più operativo nella mappa dei trasporti continentali.