Diritto di riparazione, via libera Ue: cosa cambia per smartphone e tablet

Il Parlamento europeo ha sottolineato la necessità che, durante il periodo di garanzia legale, i venditori attribuiscano la massima importanza alla riparazione

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Alessandro Mariani

Giornalista green

Nato a Spoleto, dopo una laurea in Storia e una parentesi in Germania, si è stabilito a Milano. Ha avuto esperienze in radio e in TV locali e Nazionali. Racconta la società, con un focus sulle tematiche ambientali.

Riparare invece di buttare. può sembrare ovvio, ma così non è. Il Parlamento europeo ha votato a favore del rafforzamento del diritto di riparazione. Con 590 voti favorevoli, 15 contrari e 15 astensioni, si è aperta così la strada a un cambiamento sostanziale nel modo in cui ci occupiamo della manutenzione dei dispositivi elettronici. Dopo il sì della Commissione per il mercato interno e la protezione dei consumatori (Imco), questo ulteriore passo avanti pone le basi per una rivoluzione nel consumo e nella gestione dei prodotti tecnologici.

Riparazione anziché sostituzione, nuove norme per venditori e produttori

Le nuove norme, attualmente in fase legislativa, sono progettate per semplificare e rendere più semplice e vantaggioso il processo di riparazione e riutilizzo di prodotti come smartphone, tablet, PC, elettrodomestici e e-bike. Una delle proposte più innovative è l’introduzione di un dispositivo sostitutivo gratuito, fornito dai produttori mentre il bene è in riparazione. Questa misura non solo facilita la vita dei consumatori, ma incoraggia attivamente l’opzione della riparazione anziché la sostituzione.

Al centro di queste nuove disposizioni c’è l’obbligo per i venditori di dare priorità alla riparazione durante il periodo di garanzia legale, se questa risulta più conveniente o equivalente in costo alla sostituzione del prodotto. Inoltre, si propone di estendere la garanzia di un anno dopo la riparazione, offrendo ai consumatori una maggiore sicurezza riguardo alla durabilità delle loro scelte di riparazione. Un aspetto importante di queste norme è l’apertura del mercato alla competizione nella riparazione, stimolando nuove opportunità occupazionali nel settore delle “professioni della rigenerazione”.

Piattaforme online e sanzioni efficaci: il quadro normativo in evoluzione

Per garantire l’applicazione efficace di queste norme, gli Stati membri sono chiamati a fornire almeno una piattaforma online che consenta ai consumatori di trovare i riparatori e i venditori di articoli ricondizionati nella loro zona. Tutte queste informazioni saranno raccolte in un database accessibile a tutti gli acquirenti, semplificando il processo di ricerca di servizi di riparazione affidabili. Il 22 novembre il Consiglio europeo dovrebbe esprimere la propria posizione negoziale, in seguito potranno iniziare i negoziati con il Parlamento Ue, con la prima riunione prevista per il 7 dicembre.

La legislazione prevede sanzioni efficaci, proporzionate e dissuasive per le violazioni della direttiva. Questa è una misura fondamentale per limitare l’atteggiamento irresponsabile di gettare via beni di consumo riparabili, con le conseguenti ripercussioni sull’ambiente. Ogni anno nell’Ue si producono enormi quantità di emissioni di CO2, risorse e rifiuti, un costo che la società paga a caro prezzo. La nuova legislazione mira a invertire questa tendenza, ponendo le basi per una società più consapevole e rispettosa dell’ambiente, promuovendo una nuova cultura della riparazione.

Il contributo ambientale della scelta tra riparazione e sostituzione

Uno studio recente condotto da Eurobarometro ha evidenziato che il 77% degli europei sente una responsabilità personale nel contribuire a limitare il cambiamento climatico. Molte degli oggetti buttati via sono ancora funzionanti e potrebbero essere riparati, ma troppo spesso vengono gettati prematuramente, generando così un’impressionante quantità di rifiuti: 35 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici, 30 milioni di tonnellate di risorse e 261 milioni di tonnellate di emissioni di gas serra nell’Ue ogni anno.

La scelta di sostituire anziché riparare ha come conseguenza non solo un impatto ambientale significativo, ma anche una perdita economica stimata di quasi 12 miliardi di euro all’anno per i consumatori. Tuttavia, questa iniziativa non solo mira a ridurre gli impatti ambientali, ma è anche previsto che porti a una considerevole crescita e investimenti stimati in 4,8 miliardi di euro nell’intera Unione Europea. Le nuove norme si pongono l’obiettivo di superare questi ostacoli, creando un ambiente più favorevole alle riparazioni e aprendo il mercato alla concorrenza in questo settore.