Salone del Mobile 2024, come le fiere destagionalizzano il turismo

Il Salone del Mobile 2024 ha permesso a Milano di accogliere uno dei momenti più rilevanti dell'anno per i flussi turistici, confermando un trend positivo

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Donatella Maisto

Esperta in digital trasformation e tecnologie emergenti

Dopo 20 anni nel legal e hr, si occupa di informazione, ricerca e sviluppo. Esperta in digital transformation, tecnologie emergenti e standard internazionali per la sostenibilità, segue l’Innovation Hub della Camera di Commercio italiana per la Svizzera. MIT Alumni.

Il turismo in Italia sta rafforzandosi giorno dopo giorno. Le previsioni per il 2024 sono fortemente incoraggianti, laddove le politiche pensate per questo settore vedono l’organizzazione di “verticali del turismo”, ovvero eventi che mirano ad analizzare la trasversalità delle politiche del turismo, in coordinamento con le singole regioni, attribuendo a ciascuna di esse la regia delle azioni attuative delle misure concordate, in stretto collegamento con il territorio e con gli operatori economici interessati.

E’ importante ricordare che, a novembre 2024, l’Italia ospiterà il primo G7 dedicato al turismo, occasione per declinare criteri condivisi a livello internazionale per la crescita delle politiche nel turismo, quale comune vettore di pace e consolidare la cooperazione tra gli Stati protagonisti dell’evento.

I numeri del Salone del Mobile 2024

Il Salone del Mobile è l’appuntamento culturale, oltre che di business e relazione, in grado di richiamare operatori qualificati tra buyer, architetti, interior designer e media da tutto il mondo. Un evento unico al mondo, che si pone come ponte di dialogo imprescindibile con le nuove geografie dei mercati, ponendo Milano come città intercontinentale aperta all’innovazione.
La 62ma edizione del Salone conferma il ruolo preminente che questo evento si è ritagliato nel panorama internazionale, contribuendo allo sviluppo della ricerca e portando sul palcoscenico sperimentazione e innovazione.

Il Salone del Mobile 2024 ha registrato un +17,1% rispetto all’edizione 2023 e visto la partecipazione di oltre 1.950 espositori provenienti da 35 Paesi. La manifestazione ha registrato un’affluenza record, che vuol dire:

  • 417 presenze complessive
  • 54,3% dall’estero, con +100.000 presenze rispetto al 2022

A questi dati si aggiungono quelli per le presenze degli operatori che registrano un +26,8%, con un 65,8% provenienti dall’estero.

Salone del Mobile e turismo

Il report THE NEXT, osservatorio nato dalla partnership tra Global Blue e Lybra Tech, mette in evidenza una serie di elementi che fanno comprendere come si muove l’indotto del turismo attorno ad un evento fieristico.
Dal report emerge come americani e britannici si distinguano per una Booking Window rispettivamente di 48 e 57 giorni, contro una media generale di circa 2 mesi, a riprova del vivo interesse per la manifestazione. I giorni più ricercati sono stati quelli di lunedì 15 e martedì 16 aprile, e un picco il 18 aprile, per una permanenza media di oltre due notti.
Questo dato, tuttavia, è rivisto per i visitatori di nazionalità come Paesi arabi, Australia, Brasile, Canada o India, per i quali la durata del soggiorno si spinge oltre i 3 giorni.
Il turista medio viaggia:

  • in coppia (71%)
  • singolarmente (17%)
  • con la famiglia (10%).

Tra le zone più ricercate in città per soggiornare spicca quella limitrofa alla Stazione Centrale.
A Milano la spesa tax free ha superato i valori del pre-pandemia segnando un +37% sul 2019: la crescita più alta tra le città d’arte. Anche lo scontrino medio risulta il più elevato, con 1.418 euro, in aumento del 27% rispetto al 2019. A detenere i primi posti per scontrino medio sono i turisti provenienti dalla Cina con 2.070 euro, seguiti dai turisti del sud-est asiatico con 1.854 euro e dagli americani, 1.764 euro. Tra le categorie merceologiche, l’81% della spesa tax free è attribuita al Fashion&Clothing, mentre il 15% è rivolto al Watches&Jewellery.
Il mix di nazionalità è poi composto prevalentemente da cinesi, che realizzano il 15% della spesa tax free totale, con un tasso di recovery che arriva al 67% di quanto registrato nel 2019.
Seguono:

  • gli arabi (14%)
  • gli americani (11%).

Tra le 15 aree di maggior riscontro di affluenza è importante evidenziare:

  • il grande ritorno della Cina
  • l’importante presenza di Germania, Spagna, Brasile, Francia, Stati Uniti, Polonia, Russia, Svizzera, Turchia, India, Regno Unito, Corea del Sud, Giappone, Austria.

Si registrano importanti nuove opportunità di business grazie anche alle numerose delegazioni provenienti da Stati Uniti, India, Emirati Arabi Uniti, Regno Unito, Francia, Arabia Saudita.
Unendo il dato previsionale a quello consuntivo THE NEXT ha osservato come nel periodo tra dicembre 2023 e febbraio 2024 Milano si sia posizionata come la principale destinazione italiana del Tax Free Shopping, con il 42% degli acquisti totali.
Questo dato è in aumento rispetto al 36% del 2019 e più del doppio se confrontato al 20% registrato da Roma.

Emerge, leggendo questi dati, come diventi sempre più strategico il ruolo delle fiere nell’economia e nella società soprattutto in un Paese con una ben radicata propensione al turismo. Possono le fiere contribuire a quel processo di destagionalizzazione tanto auspicato sia a livello di governance che di marketing?

Le fiere e la destagionalizzazione del turismo

Il turismo e le fiere sono un connubio fondamentale, aiutando a destagionalizzare il comparto. La sfida è anche questa. Le fiere, come i congressi, sono imprescindili per poter destagionalizzare. Cosa vuol dire destagionalizzare?

Destagionalizzare vuol dire:

  • mantenere le strutture ricettive aperte
  • stabilizzare i lavoratori
  • vuol dire far vivere intere comunità anche, e forse solo, di turismo

Forti di un sistema industriale che vede nel Made in Italy un volano di eccellenza, è possibile affermare con sempre più certezza che le fiere hanno una funzione di stimolo importante per l’economia del nostro Paese. L’Italia si distingue per manifestazioni leader a livello internazionale, ovverosia più rappresentative nei settori che sono espressione forte del Made in Italy ed è altrettanto evidente come la crescita dei visitatori esteri a queste manifestazioni si colleghi ad un aumento dell’export settoriale.

Alcuni dati contestualizzano questa affermazione:

  • ogni anno, complessivamente, durante le fiere, vengono conclusi affari per 60 miliardi di euro
  • il 50% delle esportazioni trova le sue origini in contatti originati dalla partecipazione a manifestazioni fieristiche
  • la fiera viene vista come uno strumento fondamentale per lo sviluppo, utile al contatto diretto con il mercato e alla comunicazione della competenza aziendale in fase di ricerca attiva del potenziale acquirente, da parte del 75,3% delle imprese

Considerando settori come Agroalimentare, Edilizia e Arredo, Moda-Bellezza, Tempo Libero e Tecnologia, questi pesano complessivamente per il 28,4% del valore della produzione dell’economia italiana, per oltre il 62% dell’export e per il 34,1% degli occupati.

Le fiere e le città

Secondo dati pubblicati dall’UFI nella World Map of Exhibition Venues, il nostro Paese ha 4.200.000 metri quadrati di superficie espositiva e 2.361.690 metri quadrati di superficie coperta, pari al 5,8% della superficie globale e al 15,0% della superficie europea, dato che assegna all’Italia il quarto posto al mondo e il secondo posto in Europa per superficie espositiva.
I quartieri delle città italiane, in moltissimi casi, sono cresciuti in supporto all’esigenza di valorizzare settori produttivi specifici o attività di scambio con aree specifiche. Le loro collocazioni, le loro storie e le loro strutture sono a volte talmente particolari da diventare elementi di attrazione turistica.
Le fiere sempre di più si estendono alla città, promuovendo, esse stesse, iniziative sul territorio per rendere attrattiva la presenza in fiera.