Turismo in forte crescita per l’estate 2024: 66 milioni di arrivi in Italia

Le previsioni di Demoskopika per l'estate 2024: Italia tra le “più virtuose” in Europa per un minore tasso di inflazione turistica, ma pesa il caro prezzo dei servizi di trasporto

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Donatella Maisto

Esperta in digital trasformation e tecnologie emergenti

Dopo 20 anni nel legal e hr, si occupa di informazione, ricerca e sviluppo. Esperta in digital transformation, tecnologie emergenti e standard internazionali per la sostenibilità, segue l’Innovation Hub della Camera di Commercio italiana per la Svizzera. MIT Alumni.

L’estate è alle porte e per la nostra industria del turismo le premesse sembrano essere più che rosee. Secondo i dati diffusi da Demoskopika, sono previsti 65,8 milioni di arrivi e oltre 266 milioni di presenze, con una crescita rispettivamente pari al 2,1% e all’1,1% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, segnato da 64,4 milioni di arrivi e poco più di 263 milioni di  pernottamenti.

A fronte di questi dati il presidente di Demoskopika, Raffaele Rio, afferma che: “Sarebbe proficuo alimentare la quali-quantità dei flussi turistici con una programmazione proattiva che potrebbe consolidare il sorpasso anche rispetto al periodo pre-pandemico”.

Scenario confortante anche sul versante dell’incoming. A optare per una destinazione italiana sarebbero 35,5 milioni di stranieri pari a poco più della metà (54%) del dato complessivo degli arrivi previsti, generando ben 135,5 milioni di pernottamenti.

Questo scenario proattivo potrebbe, addirittura, se ben veicolato, produrre un effetto “rialzista” sulle stime, aspettandosi oltre 70 milioni di arrivi e 278,3 milioni di presenze con una variazione in crescita, rispetto allo stesso periodo del 2023, pari, rispettivamente, all’8,8% e al 5,8%.

Il “caro prezzi” pesa sul turismo

Se Italia sale sul podio delle più virtuose in Europa per un minore tasso di inflazione turistica dietro soltanto a Germania e Francia, al nostro Paese viene assegnata la maglia nera, però, per il “caro prezzi” dei servizi di trasporto, con in testa quello aereo, che cancella i benefici di una maggiore spesa turistica.

Se si prende come riferimento, l’ultimo dato disponibile, ovvero quello di febbraio 2024, l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA), sviluppato per assicurare una misura dell’inflazione comparabile a livello europeo, fa registrare incrementi su base annua per l’Italia del tasso di inflazione turistica tra i più bassi del Vecchio Continente, ovvero 3,9%. L’acquisizione di questo dato fa sì che l’Italia si collochi, come già visto, al terzo posto tra le destinazioni “più virtuose”, preceduta soltanto da Francia (3,7%) e Germania (2,9%).

A fronte di questa direzione intrapresa risultano inevitabili le ripercussioni anche sulla spesa turistica che supererebbe la soglia dei 43 miliardi di euro con una crescita stimata pari al 4% rispetto ai mesi estivi del 2023.

Tale effetto positivo, però, quasi interamente viene meno per colpa dell’inflazione turistica. Per i mesi estivi del 2024 si stima, infatti, che la dinamica dei prezzi nel turismo registri una variazione tendenziale in aumento pari al 3,5% rispetto all’anno precedente. A pesare prioritariamente sono alcune voci rispetto ad altre del paniere turistico con in testa, per inflazione tendenziale a marzo del 2024 rispetto allo stesso mese dello scorso anno:

  • il trasporto aereo (15,5%)
  • i pacchetti vacanza nazionali (8,2%)
  • gli alberghi (6,7%).

Nonostante l’Italia si collochi tra le destinazioni con il minore tasso di inflazione turistica, i costi crescenti in aree critiche come il trasporto aereo, però, rischiano di assorbire quasi interamente i benefici di una maggiore spesa turistica. Risulta, quindi, quanto mai necessario adottare strategie non solo reattive, ma soprattutto proattive.

“Una programmazione istituzionale più consapevole – precisa Raffaele Rio – permetterebbe al sistema turistico italiano di adattarsi rapidamente alle esigenze del mercato e alle aspettative dei turisti, garantendo che il comparto non solo cresca in quantità, ma anche in qualità. E ciò potrebbe generare un consolidamento più significativo rispetto ai livelli pre-pandemici e stabilire nuovi standard di successo per il turismo in Italia”.

Previsioni ancora più rosee

Sono ben 65,8 milioni gli arrivi stimati da Demoskopika per l’imminente stagione estiva che, a loro volta, dovrebbero generare ben 266,1 milioni di presenze, con una crescita rispettivamente pari al 2,1% e all’1,1% rispetto al 2023. L’estate italiana sarà caratterizzata, in valore assoluto, da 1,4 milioni di vacanzieri in più e da un incremento di quasi 3 milioni di pernottamenti.

A pesare maggiormente nell’andamento al rialzo dei flussi turistici, inoltre, la componente estera sia per gli arrivi che per le presenze. Sarebbero oltre 35,5 milioni i turisti provenienti dal mercato estero a optare per una vacanza in una delle nostre località turistiche, registrando un balzo in avanti del 5% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Sul versante delle presenze, invece, il contributo al rialzo della quota estera sarebbe di 135,5 milioni di pernottamenti con un incremento pari al 2,2% rispetto alla stagione estiva 2023.

Se è plausibile, addirittura, auspicare 70 milioni di arrivi e 278,3 milioni di presenze con una variazione in crescita, rispetto allo stesso periodo del 2023, pari all’8,8% e al 5,8%, nulla impedisce di pensare che si possa consolidare il sorpasso anche rispetto al periodo pre-pandemico del 2019 con un incremento sia degli arrivi (+6,8%) che dei pernottamenti (+7,0%).

Quali sono i paesi che sceglieranno maggiormente l’Italia per una vacanza

Demoskopika ha stilato una classifica sulla base della crescita stimata delle presenze tra i primi 10 mercati dell’incoming italiano. Sono tre i mercati più “attivi”:

  • Polonia (100,0)
  • Stati Uniti (95,8)
  • Repubblica Ceca (88,8).

Seguono:

  • Germania (87,7)
  • Francia (86,0)
  • Austria (84,4)
  • Regno Unito (78,7)
  • Spagna (77,8)
  • Belgio (75,8)
  • Paesi Bassi (71,7).

Italia tra le destinazioni europee “meno inflazionate”

A febbraio dell’anno in corso, l’Italia si colloca tra le destinazioni europee con il minore tasso di inflazione turistica ideato da Demoskopika sulla base delle seguenti voci:

  • servizi di trasporto
  • servizi ricreativi e culturali
  • pacchetti vacanza
  • servizi ricettivi e di ristorazione.

In particolare, la crescita su base tendenziale del tasso di inflazione turistica dell’Italia è pari al 3,9%, preceduta soltanto dalla Francia (3,7%) e dalla Germania (2,9%). A presentare un andamento dei prezzi del paniere turistico più elevato dell’Italia sono:

  • Grecia (4,5%)
  • Spagna (5,5%)
  • Portogallo (5,6%)
  • Paesi Bassi (5,7%)
  • Svezia (5,7%)
  • Austria (7,4%)
  • Polonia (7,5%).

A “condizionare” al ribasso l’andamento dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) per il settore turistico italiano sono le voci riguardanti i “servizi ricreativi e culturali” (0,6%). A pesare negativamente, al contrario, i “servizi di trasporto” che con un’inflazione tendenziale pari al 5,6%, attribuiscono all’Italia, insieme alla Svezia (6,5%), la maglia nera dell’aumento dei prezzi.

Paniere turistico, chi traina la crescita dei prezzi

A marzo 2024, il tasso di inflazione turistica tendenziale, cioè rispetto allo stesso mese  dell’anno precedente, calcolato da Demoskopika, è pari al 3,9%. L’andamento in crescita dell’indice generale dei prezzi al consumo NIC per il settore turistico italiano si deve prevalentemente all’incremento dei prezzi dei servizi di trasporto (+8,2%) con in testa l’impennata del trasporto aereo che segna un rialzo rispetto a marzo dello scorso anno pari al 15,5%.

Tra le  altre voci “condizionanti”  il paniere turistico individuato dai ricercatori di Demoskopika spiccano per rilevanza:

  • i pacchetti vacanza (+4,7%)
  • i servizi di alloggio (+6,0%) all’interno dei quali risalta il dato degli alberghi con un incremento tendenziale dei prezzi pari al 6,7%

I prezzi dei voli nazionali con il 19,2%, cresceono in modo più sostenuto rispetto ai voli internazionali (+7,3%). Stessa dinamica dei prezzi per i pacchetti vacanza nazionali che con +8,2% presentano un differenziale turistico di +9,7 punti percentuali rispetto ai pacchetti vacanza internazionali che, al contrario, registrano una flessione (- 1,5%).

L’estate 2024 nel mondo

Si prevede che il turismo internazionale riprenderà completamente i livelli pre-pandemia nel 2024, con le stime iniziali che indicano una crescita al 2% al di sopra dei livelli del 2019. Questa previsione centrale dell’UNWTO rimane soggetta al ritmo di ripresa in Asia e all’evoluzione dei rischi economici e geopolitici esistenti al ribasso.

Le prospettive positive si riflettono nell’ultima indagine dell’indice di fiducia verso il turismo dell’UNWTO, con il 67% dei professionisti del turismo che indica prospettive migliori o decisamente migliori per il 2024 rispetto al 2023. Circa il 28% si aspetta prestazioni simili, mentre solo il 6% si aspetta che le prestazioni del turismo nel 2024 siano peggiori rispetto allo scorso anno. Le considerazioni chiave includono:

  • C’è ancora spazio significativo per il recupero in tutta l’Asia. La riapertura di diversi mercati e destinazioni aumenterà la ripresa nella regione e nel mondo.
  • Il turismo in entrata e in uscita cinese dovrebbe accelerare nel 2024, grazie alla facilitazione dei visti e al miglioramento della capacità aerea. La Cina sta applicando viaggi senza visto per i cittadini di Francia, Germania, Italia, Paesi Bassi, Spagna e Malesia per un anno fino al 30 novembre 2024.
  • Le misure di facilitazione dei visti e dei viaggi promuoveranno i viaggi da e intorno al Medio Oriente e in Africa con i paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (CCG) per attuare un visto turistico unificato, simile al visto Schengen e misure per facilitare i viaggi intra-africani in Kenya e in Ruanda.
  • L’Europa dovrebbe guidare nuovamente i risultati nel 2024. Romania e Bulgaria si sono unite allo spazio Schengen di libera circolazione e Parigi ospiterà le Olimpiadi estive a luglio e agosto.
  • Una rilevante spinta ai viaggi verso gli Usa è determinata da un forte dollaro. Come nel 2023, i robusti mercati di origine in Europa, nelle Americhe e in Medio Oriente continueranno ad alimentare i flussi turistici e le spese in tutto il mondo.
  • I venti contrari economici e geopolitici continuano a porre sfide significative per la ripresa sostenuta del turismo internazionale e dei livelli di fiducia. A queste situazioni si aggiungono gli alti tassi di interesse, i prezzi volatili del petrolio e le interruzioni del commercio, che continuano ad avere un impatto sui costi dei trasporti e degli alloggi nel 2024.
  • Dato questo contesto, ci si aspetta che i turisti attribuiscano sempre più valore ai soldi e viaggino più vicino a casa. Anche le pratiche sostenibili e l’adattabilità giocheranno un ruolo sempre più importante nella scelta dei consumatori.
  • La carenza di personale rimane un problema critico, poiché le imprese turistiche affrontano un deficit di manodopera per far fronte alla forte domanda.
  • L’evoluzione del conflitto Hamas-Israele può interrompere i viaggi in Medio Oriente e avere un impatto sulla fiducia dei viaggiatori. L’incertezza derivata dall’aggressione russa contro l’Ucraina e da altre crescenti tensioni geopolitiche, continuano a pesare sulla fiducia dei turisti a livello globale.