Recensioni su ristoranti e hotel nel mirino del governo, Santanchè chiede di proibire quelle anonime

Daniela Santanchè contro le recensioni anonime: la ministra del Turismo spinge per fare in modo che possa commentare solo chi effettivamente ha vissuto l'esperienza che descrive

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Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

La ministra del Turismo Daniela Santanchè intende proibire le recensioni online anonime. La proposta non è ancora arrivata sul tavolo del Consiglio dei ministri, ma si attende a breve la presentazione di una bozza. L’idea viene accolta con calore dai rappresentanti di categoria.

Daniela Santanchè contro le recensioni anonime

“Dobbiamo capire quale sia il modo migliore per sapere chi è che scrive”, puntualizza Daniela Santanchè, perché un commento “può decretare la vita o la morte delle imprese, dei ristoranti e degli alberghi e non si possono continuare ad accettare queste recensioni senza sapere da chi arrivano”.

Dunque la crociata non sarà contro le opinioni e le recensioni in generale, ma unicamente contro quelle anonime.

Per Santanchè le recensioni anonime rappresentano “uno strumento scorretto di marketing” perché “magari lo scopo è quello di far andar male quella determinata attività per mille motivi e quindi usarle negativamente”.

La questione è spinosa, soprattutto dopo il caso di cronaca che ha coinvolto Giovanna Pedretti, titolare del ristorante “Le Vignole” trovata morta il 14 gennaio sulle rive del fiume Lambro. La donna aveva ottenuto una certa notorietà per avere replicato alla recensione di un cliente che si lamentava della presenza di gay e disabili nel suo locale. Alcuni giornalisti e personaggi del mondo della comunicazione misero in dubbio l’autenticità di quel commento.

Una stretta sulle recensioni false è già arrivata dalla Direttiva Omnibus, ma la strada è ancora in salita.

Il plauso delle associazioni di categoria

Federalberghi sposa in pieno la visione di Daniela Santanchè: “È anche la nostra visione: condividiamo pienamente la sua posizione riguardo la necessità di regolamentare quanto prima le recensioni online al fine di arginare gli effetti devastanti che un cattivo uso di questo strumento può provocare alle nostre imprese, ai lavoratori e agli italiani in genere”. Così viene scritto in una nota.
“In un mondo in cui la tracciabilità è diventata centrale, è necessario intervenire sul tema con procedure certe, per comprendere come tali recensioni vengano fatte, chi le firmi e che base di veridicità abbiano”, prosegue Federalberghi. “Le recensioni on line possono avere un loro valore quando e se garantite da una forma di certificato di autenticità. Viceversa possono trasformarsi in vere e proprie armi capaci di distruggere le aziende e le persone stesse. Bene dunque che il ministro ponga in essere azioni mirate in questo ambito, a tutele delle nostre comunità”.

Fipe, la Federazione di bar e ristoranti, indica la strada: “La soluzione deve essere quella di garantire che chi scrive la recensione abbia effettivamente vissuto l’esperienza che descrive”.

La pensa allo stesso modo l’Associazione Italiana Confindustria Alberghi: “Le opinioni dei clienti sono sempre importanti, possono e devono essere uno strumento di crescita e di miglioramento per gli operatori, ma l’attuale Far West lascia esposti gli imprenditori ad utilizzi impropri o addirittura fraudolenti. L’ipotesi di aprire un tavolo di riflessione sul tema ci trova completamente d’accordo e disponibili partecipare attivamente”, ha commentato la presidente Maria Carmela Colaiacovo.

Comprare recensioni online

Attualmente uno dei pochi servizi che garantiscono l’affidabilità delle recensioni è Amazon, che assegna la dicitura di “utente verificato” a chi abbia effettivamente acquistato la merce che intende recensire. Più difficile applicare formulazioni simili a chi non acquisti merce, ma fruisca di esperienze come pernottamenti, pranzi e cene.

Si consideri che a complicare la situazione c’è la compravendita delle recensioni false. Scrivendo su Google “comprare recensioni online” si finisce sulle pagine di agenzie che per poco più di 500 euro garantiscono pacchetti di 100 recensioni fasulle.