Nuovo Patto di Stabilità: rischio mazzata sui conti dell’Italia

la Commissione UE ha presentato ieri la sua proposta di riforma sul Patto di Stabilità e Crescita con "l'obiettivo centrale di rafforzare la sostenibilità del debito pubblico.

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Redazione

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Misure di salvaguardia sulla sostenibilità del debito, invariati i valori di riferimento del 3% e del 60% del PIL per il deficit e il debito.

Patto di Stabilità, le nuove regole

Al termine del piano sulla spesa concordato da ciascuno Stato per il medio termine (4 anni) il rapporto tra debito pubblico e PIL dovrà essere più basso: la Commissione UE ha presentato ieri la sua proposta di riforma sul Patto di Stabilità e Crescita con “l’obiettivo centrale di rafforzare la sostenibilità del debito pubblico e promuovere una crescita sostenibile e inclusiva in tutti gli Stati membri attraverso riforme e investimenti”, come spiega una nota.

L’Italia dovrebbe porre in essere un piano correttivo da 14-15 miliardi l’anno, pari cioè allo 0,85% del Pil, per intraprendere con successo il percorso volto al risanamento dei conti pubblici. Sono le prime simulazioni tecniche circolate ieri sera di quanto potrebbe essere l’aggiustamento annuale proposto nella traiettoria tecnica che elaborerà la Commissione per i diversi Paesi su base di piani di 4 o 7 anni.

Cosa rischia l’Italia

Per un paese come l’Italia, si sottolinea, è chiaro che c’è un forte incentivo per proporre un piano su 7 anni. Come è stato spiegato oggi, la traiettoria tecnica sarà il punto di partenza per le discussioni con i singoli paesi. I calcoli, secondo quanto riferito, sono stati condotti di tecnici in base ai parametri contenuti nella proposta di riforma del Patto di stabilità e crescita presentata ieri, i cui esiti sono già stati resi noti ai singoli Stati.

“È certamente un passo avanti ma noi avevamo chiesto con forza l’esclusione delle spese d’investimento, ivi incluse quelle tipiche del Pnrr digitale e green deal, dal calcolo delle spese obiettivo su cui si misura il rispetto dei parametri. Prendiamo atto che così non è”, ha detto il Ministro dell’Economia Giorgetti. “Ogni spesa di investimento poiché è rilevante e produce debito per il nuovo patto deve essere valutata attentamente. Quindi occorre privilegiare solo la spesa che effettivamente produce un significativo impatto positivo sul Pil”, ha aggiunto.

Le reazioni

Non si può pensare di tornare a una politica rigorista, che sarebbe anti-economica e non contribuirebbe a ridurre il debito pubblico. Così il vicepremier Antonio Tajani intervenendo a Stasera Italia su Retequattro. “Che l’Italia debba ridurre il debito non è una novità, scopriamo l’acqua calda. E’ un problema che deve essere affrontato. Abbiamo fatto di tutto per non aumentarlo in questi primi mesi di governo, stiamo facendo di tutto per applicare il Pnrr, per non perdere neanche un euro. Per quanto riguarda i conti pubblici questo governo ha dimostrato grande serieta’”, ha detto Tajani rispondendo a una domanda sull’atteggiamento dell’Europa rispetto ai conti italiani.