Vacanze in Italia sotto i livelli pre-Covid: più cultura e meno mare

Il rapporto Istat evidenzia la crescita delle destinazioni culturali in Italia, con le città che eguagliano le località di mare. Ma i numeri pre-Covid sono lontani

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Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Gli italiani non rinunciano a fare le vacanze, né in estate né nei mesi invernali, anche se i livelli di turismo sono ancora ben lontani dall’era pre-Covid. A sottolinearlo è il report annuale dell’Istat su “Viaggi e vacanze in Italia e all’estero”, con anno di riferimento 2023 che fornisce una panoramica su quelle che sono state le scelte degli italiani per godersi qualche giorno di libertà lo scorso anno.

Dati che, sostanzialmente, sono stabili rispetto a quelli degli anni passati, ma ancora distanti da quelli che si registravano nel 2019. Forse per timore, o forse per il forte impatto che la pandemia e le guerre hanno avuto nell’economia degli italiani, infatti, messe a confronto con i numeri di cinque anni fa le vacanze segnalano ancora diversi “negativi”.

Turismo stabile e più smart workers

Secondo quanto emerso nel report Istat su viaggi e vacanze in Italia e all’estero, nell’intero anno 2023 sono stati più di 52 milioni, con 323 milioni e 606mila pernottamenti. Numeri sostanzialmente stabili rispetto al 2022, anche se con delle differenze. Infatti, nonostante i viaggi si equivalgano, calano in maniera drastica le vacanze “lunghe” in estate, intese con quatto o più notti, che rispetto al 2022 segnano un -12,6%.

Tra luglio e settembre, infatti, solo il 31,5% degli italiani ha deciso di andare in vacanza, col paragone del 35,8% del 2022 che fa dunque registrare una variazione importante, ancor di più col 37,8% del 2019. Complessivamente, invece, la durata media delle vacanze è di 6,4 notti, mentre quella dei viaggi è di 6,2 notti.

Interessanti anche i dati relativi alle escursioni, ovvero le visite in giornata, che nel 2023 sono state 42,4 milioni e sono effettuate per lo più nel periodo primaverile (28,8%). I viaggi all’estero, ancora inferiori rispetto ai livelli pre-pandemia, sono il 21% del totale, mentre quelli in giro per l’Italia sono il 24%.

Se è vero che solo il 7,9% dei viaggi è svolto per motivi di lavoro (4,1 milioni), senza sostanziali variazioni in termini di viaggi e di notti rispetto al 2022, gli italiano non riescono comunque a staccarsi dal lavoro. Infatti uno su 10 ha portato con sé il proprio impiego in modalità smart working, col 2022 che è stato l’anno di svolta delle cosiddette workation. Prima della pandemia, tale fenomeno era limitato ad alcune tipologie di liberi professionisti e lavoratori, ma nel 2022 il 9,7% dei vacanzieri occupati hanno lavorato dal luogo di vacanza in una qualsiasi modalità di lavoro da remoto (telelavoro, smartworking o lavoro agile).

Più cultura e meno mare per gli italiani

Guardando alle tendenze, il rapporto sul 2023 dell’Istat conferma la tendenza a spostarsi in ogni periodo dell’anno principalmente per piacere, svago o riposo (73,3% delle vacanze) e per visite a parenti e amici (24,7%). E per la prima volta la quota di vacanze per visite a una città eguaglia quella delle vacanze al mare.

Entrambe, infatti, si attestano al 50%, anche se le destinazioni marittime sono in calo dell’11,7% rispetto ai dati segnalati negli ultimi due anni. Mentre le vacanze in montagna e campagna rimangono stabili, rispetto al 2022 aumentano le vacanze dedicate a visite al patrimonio culturale, alla partecipazione a eventi e spettacoli e al turismo enogastronomico, grazie agli incrementi osservati nei primi nove mesi dell’anno (+55%).

Insomma, più cultura per gli italiani che puntano a visitare città e borghi (84,7%), monumenti e siti storici o archeologici (48,4%), seguite, quasi in egual misura, dalle visite a mercati tipici locali (35,9%) e a musei e mostre (33,4%)

Le mete preferite dai vacanzieri

Il rapporto Istat permette anche di fotografare le condizioni del turismo in giro per l’Italia. Il Nord, ancora una volta, pare rimanere l’area del Paese con più potere attrattivo, col 38% dei viaggi sia per le vacanze brevi sia per i viaggi di lavoro. Il Sud, invece, continua a registrare quote più elevate del Centro per le vacanze lunghe (29% contro 12,6%) e meno consistenti per le brevi (16% contro 25%) e per i viaggi di lavoro (11,3% contro 24,6%).

Toscana, Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Lazio, Campania e Trentino Alto Adige sono le sette regioni più visitate e, complessivamente, accolgono il 59,4% degli spostamenti interni, con quote che variano tra il 6,2% del Trentino Alto Adige e l’11,6% della Toscana. Anche nel 2023 quest’ultima rimane la regione preferita per le vacanze (11,6%), sia lunghe (9,9%) sia brevi (13,7%), mentre Lombardia e Lazio sono le mete preferite delle vacanze invernali (entrambe 11,7%), in particolare la prima per i soggiorni lunghi (15,1%), la seconda per quelli brevi (14%).

Le vacanze primaverili e autunnali confermano sempre la Toscana al primo posto tra le destinazioni privilegiate sia per i soggiorni brevi (rispettivamente 17,1% e 14,1%), sia per quelli lunghi (13,4% e 19,1%). Si inchina, invece, come seconda (9%) rispetto all’Emilia-Romagna (12%) nella graduatoria delle mete più frequentate in estate, anche durante le vacanze brevi.

I viaggi all’estero hanno come destinazione prevalente una meta europea (82%), con i Paesi più visitati che sono Spagna (13,4%), Francia (10,7%), Germania (7,1%) e Romania (5,5%). In estate e in autunno la Spagna è la meta più scelta (14,7% e 17,1%), ma in primavera è preceduta dalla Francia (16%). Tra le mete extra-europee, Egitto (4,3%), Stati Uniti (2,8%) e Marocco (2,3%) si riconfermano anche per il 2023 le destinazioni preferite per le vacanze lunghe.