Borse: le tensioni tra Israele e Iran monopolizzano l’attenzione dei mercati

L'ultima seduta positiva risolleva le sorti delle borse, che questa settimana hanno scontato le politiche prudenti delle banche centrali e le tensioni in Medioriente

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Pubblicato: 20 Giugno 2025 18:55

Settimana in borsa caratterizzata inevitabilmente dalle tensioni in Medio Oriente. Il conflitto tra Israele e Iran ha continuato a condizionare il sentiment di mercato, con i principali indici europei e statunitensi che archiviano l’intera settimana in ribasso. Nella giornata di venerdì, dopo l’impennata dei giorni precedenti, il prezzo del petrolio si è raffreddato anche se permangono i timori relativi ad un’interruzione dell’approvvigionamento a causa del conflitto in corso. Segnali di speranza sono arrivati dall’incontro tra le potenze europee e alcuni delegati di Teheran, con l’Iran che ha fatto sapere di essere pronto a collaborare con i Paesi europei per discutere di limitazioni all’arricchimento dell’uranio. Ancora tesi i rapporti invece con Washington con il presidente Trump che ha fatto sapere che nelle prossime due settimane deciderà se attaccare o meno l’Iran.

Il punto sulle banche centrali

È stata anche una settimana determinata dalle decisioni delle banche centrali. La Federal Reserve ha lasciato i tassi di interesse invariati per la quarta riunione consecutiva, nell’intervallo 4,25-4,50%. La banca centrale statunitense ha tagliato i tassi tre volte nel 2024 (50 punti base a settembre, 25 punti base a novembre e dicembre). Sebbene le oscillazioni delle esportazioni nette abbiano influenzato i dati, gli indicatori recenti suggeriscono che l’attività economica “ha continuato a espandersi a un ritmo sostenuto”, il tasso di disoccupazione rimane “basso” e le condizioni del mercato del lavoro rimangono solide, mentre l’inflazione rimane “piuttosto elevata”, si legge nello statement rilasciato al termine della riunione. La Fed ha sottolineato che l’incertezza sulle prospettive economiche “è diminuita, ma rimane elevata”, con il Comitato attento ai rischi per entrambe le parti del suo duplice mandato.

Anche la Bank of England ha deciso di mantenere i tassi d’interesse fermi al 4,25%, come largamente atteso dagli analisti, che si attendevano una impostazione restrittiva a causa di un”inflazione ancora alta in Regno Unito. Il Comitato di Politica Monetaria (MPC) nella riunione del 18 giugno 2025, ha votato con una maggioranza di 6 a 3 il mantenimento di un tasso di sconto al 4,25%. Tre membri avrebbero preferito ridurre il tasso di 25 punti base al 4%.

La seduta odierna

Quella odierna è stata una seduta positiva sia per la borsa di Milano che per gli altri principali listini europei, spinti dai segnali di allentamento delle tensioni tra Israele e Iran. Nel dettaglio, sostenuta Francoforte, con un discreto guadagno dell’1,27%, Londra è stabile, riportando un moderato -0,2%,  piccoli passi in avanti per Parigi, che segna un incremento marginale dello 0,48%. Segno più in chiusura per il listino italiano, con il FTSE MIB in aumento dello 0,74%; sulla stessa linea, performance positiva per il FTSE Italia All-Share, che termina la giornata in aumento dello 0,72% rispetto alla chiusura di ieri.

Tra le migliori azioni a Piazza Affari, Azimut, che mostra un forte incremento del 3,83%. Bene anche Telecom Italia, che mostra un ampio vantaggio del 2,90%. Chiude il podio BPER, che mostra un incremento del 2,55%.

I titoli della settimana

La performance settimanale degli indici evidenzia invece perdite fra l’1,2% di Londra ed il 2,2% incassato dalla borsa di Parigi, mentre Milano fa registrare un -1,8%.

La peggiore performace della settimana è quella di Stellantis che paga lo scandalo legato agli airbag difettosi prodotti dalla giapponese Takata che ha colpito il marchio Citroën. Il ministro dei Trasporti francese, Philippe Tabarot, ha chiesto ufficialmente il ritiro dalla circolazione di tutte le Citroën C3 e DS3 interessate dal richiamo sugli airbag Takata. Il gruppo Stellantis ha quindi annunciato il blocco immediato di 441 mila veicoli in tutta Europa.

La migliore performance è invece quella di Telecom Italia che ha ritoccato i massimi dell’anno. In programma la prossima settimana l’assemblea dei soci. Bene anche Eni che beneficia della corsa del prezzo di petrolio e gas a seguito dell’aumento delle tensioni in Medio Oriente soprattutto nella prima parte della settimana