Aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, i rincari di luglio 2023

Prosegue anche a luglio il calo dei prezzi dei cibi all'ingrosso: ecco i prodotti alimentari che sono aumentati e quelli che sono diminuiti di più

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

A settembre, secondo le stime preliminari dell’Istat, l’inflazione registra un ulteriore, seppur lieve, rallentamento, fissandosi al +5,3%. Il calo è soprattutto dovuto all’andamento dei prezzi dei beni alimentari, la cui crescita sull’anno si riduce sensibilmente, pur restando su valori che comunque possiamo definire alti (+8,6%). Tuttavia, gli ultimi dati certi e relativi a luglio, resi noti in questi giorni dalla consueta analisi mensile di Unioncamere, parlano, sì, di una contrazione dell’aumento dei prezzi, ma non certo generalizzata.

Proprio per contrastare il caro-vita, il governo Meloni ha dato il via l’1 ottobre al “Trimestre anti-inflazione”, che ha lo scopo di ridurre i prezzi del carrello della spesa e dei beni di prima necessità, calmierandone i prezzi. Per quanto il Patto anti-inflazione siglato con la distribuzione mostri evidenti lacune, soprattutto in questa fase di avvio, si tratta di una misura necessaria, e lodevole (qui l’elenco dei prodotti scontati fino al 31 dicembre 2023).

Tornando ai dati reali mostrati da Unioncamere, si nota come a luglio si registrano diffusi ribassi per i prezzi all’ingrosso dei prodotti alimentari. Tra i prodotti freschi, sono scesi rispetto a giugno la frutta, gli ortaggi, le carni e le uova ad esempio. Aumentano ancora invece, e di tanto, l’olio di oliva e la semola.

Ma vediamo nel dettaglio come sono cambiati i prezzi a luglio, nel pieno dell’estate e a ridosso delle ferie degli italiani, alle prese con super rincari che hanno inevitabilmente impattato sulle vacanze.

Verdura

Per quanto riguarda la verdura, a luglio si registrano prezzi in calo rispetto a giugno per gli ortaggi, che fanno segnare un -10,2%, anche se i prezzi attuali restano comunque su livelli superiori al 2022.

I risparmi maggiori si vedono per le melanzane (-5,9%), i peperoni (-36,6%), il sedano (-28,5%), pomodori da insalata (-9,5%), i finocchi (-25,4%), le bietole (-19%) e le zucchine (-23,6%), attualmente ancora nel pieno della campagna estiva. Si registrano cali di prezzo anche per i fagiolini (-13,5%) e le insalate (-8,8%), per cui il caldo ha penalizzato le produzioni e la conservabilità. Per agli (-11,7%), cipolle (-20%) e patate (-7%), da poco entrati in produzione per la campagna 2023, si riscontrano prezzi in calo, ma generalmente più alti rispetto al 2022, perché sono diminuite le quantità di prodotto in commercio.

Discorso diverso invece per i cetrioli (+37,4%), che invece hanno subito netti aumenti a causa del grande caldo del mese di luglio, che ne ha ostacolato la produzione a fronte di un livello della domanda piuttosto alto. Maggiore richiesta e minore produzione, anche rispetto al 2022, per i pomodori da sugo (+6,3%, e addirittura +31,4% rispetto all’anno scorso).

Da sottolineare anche la performance delle carote, i cui prezzi sono stabili rispetto a giugno (+0,2%) ma che sono invece raddoppiati rispetto allo scorso anno per via del maltempo dei mesi scorsi e del caldo di luglio.

Frutta

I prezzi scendono anche in generale per la frutta (-4,8%), anche se restano comunque su livelli nettamente superiori rispetto al 2022. Nei mercati all’ingrosso a luglio si è osservata una riduzione del costo delle albicocche (-32%), per cui si riscontra la
presenza sia di prodotto estero sia delle varietà non precoci, meno interessate dai danni del maltempo. Discorso simile per le pesche (-31,2%) e le nettarine (-39,5%), di cui sul mercato c’è molta più disponibilità dopo il periodo di crisi legato al maltempo.

Prezzi più alti rispetto al mese precedente, invece, per le susine (+24,7%), la cui qualità è andata in crescendo dopo il periodo primaverile, e le fragole (+21,9%), la cui produzione, duramente colpita dal maltempo, non è ancora su livelli ottimali. Netti ribassi anche per le pere (-10,4%) e l’uva (-15,6%).

Per quanto riguarda gli agrumi si riscontra una situazione di relativa stabilità – calano solo i pompelmi – tipica del periodo estivo, con costante disponibilità di prodotto estero e un basso livello di domanda: arance (-2,9%), limoni (-2,8%) e pompelmi (-10,1%) sono al momento poco richiesti dai consumatori.

Praticamente stabili rispetto a giugno, ma su livelli fortemente superiori rispetto al 2022, angurie (+2,2% rispetto a giugno; +56,1% rispetto a luglio 2022), ciliegie (+0,1% su base mensile, +74,1% su base annua) e meloni (-2,3% su base mensile; +43,3% su base annua). A causa degli effetti del cambiamento climatico che si sono abbattuti sui mesi primaverili, le produzioni sono risultate inferiori rispetto alle campagne precedenti ma comunque in buon equilibrio con la domanda. Si sono registrati inoltre arrivi di prodotto estero.

Anche mele (+0,7%), e kiwi (+3,9%) rimangono di fatto sugli stessi livelli di giugno. Questi prodotti – come anche pere e uva – hanno risentito del naturale calo della domanda che si registra durante il periodo estivo, in cui i consumatori preferiscono la frutta estiva di stagione.

Per lo stesso motivo assistiamo a cali anche per i prezzi all’ingrosso dei frutti tropicali, principalmente ananas (-9,2%) e banane (-1,2%), con prezzi che restano superiori rispetto al 2022 per via degli aumentati costi di trasporto.

Latte

Per quanto riguarda il latte, sembra essersi esaurita la spinta al rialzo: a luglio l’aumento del latte spot è solo marginale (+1%, contro il +13,8% di giugno). Tra i motivi principali, la scarsa domanda e una riduzione una della produzione, fattori considerati entrambi fisiologici in un contesto climatico caratterizzato dal forte caldo, spiega Unioncamere.

Colpisce invece il ribasso su base annua, che si attesta su -20,6%. Andamento negativo a livello continentale, con i dati più recenti del Milk Market Observatory che indicano per luglio un calo mensile del prezzo medio del latte alla stalla in Europa (-2,5%).

Burro

Torna il segno meno anche per i listini del burro (-6%), più bassi del -43,7% rispetto a un anno fa.

Formaggi

Mostra una certa tenuta il comparto dei formaggi: scende leggermente il prezzo delle lunghe stagionature (-0,4%) e lunghe (-0,6% su base settimanale). Consistente la flessione mensile dei prezzi della crema di latte nazionale (-6%), che risente di un ritardo rispetto a dodici mesi del -40%.

Uova

Tra i prodotti freschi, scendono anche i listini delle uova (-2,8%).

Olio

In controtendenza invece l’olio di oliva, in crescita ancora del +16,9% rispetto a giugno e del +73% rispetto allo scorso anno. I prezzi restano sostenuti dalla scarsità di scorte dell’olio extravergine, fattore a cui si aggiunge il clima d’incertezza sulla nuova raccolta sia in Italia che in Spagna.

Dopo un anno di continui cali, tornano col segno più i listini degli oli di semi. A trainare il rincaro è stato principalmente l’olio di girasole, complice i timori sulle forniture dall’Ucraina a causa del mancato rinnovo dell’accordo sul corridoio nel Mar Nero.

Cereali

Rialzi anche per la semola. Inversione di tendenza a luglio per i prezzi all’ingrosso, che dopo 8 mesi consecutivi di calo, fanno registrare un +6,6% rispetto a giugno. Tra le ragioni, il rincaro della materia prima dovuto a una riduzione della qualità del nuovo raccolto e i timori per l’evoluzione climatica in Canada, il maggior produttore di grano duro al mondo.

Si sono attenuati, invece, i ribassi per le farine di frumento tenero (-0,1%), con i prezzi che restano agganciati ai valori di giugno, complice la stabilità dei prezzi della materia prima ed un ritmo di scambi poco dinamico.

Riso

Scendono invece i listini del riso destinati al mercato interno, che a luglio perdono il -13,4% rispetto a giugno, principalmente a causa di una domanda ancora limitata. L’ulteriore calo ha riportato i prezzi attuali in calo rispetto ad un anno fa (-3,3%).

Carne

Nel settore delle carni i prezzi all’ingrosso hanno subìto una contrazione del -2,7% rispetto a giugno. Nel comparto bovino si sono registrati cali su base mensile del -7,5% per il bovino adulto e del -1,7% per la carne di vitello, con i prezzi che si sono riportati sostanzialmente in linea con i livelli del 2022. Le macellazioni di capi bovini nel primo semestre del 2023 si sono ridotte del -12,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente e fino a -15,6% per i vitelloni.

Tra le carni bianche, il prezzo del tacchino è sceso del -6,7% per i minori consumi, attestandosi su livelli inferiori del -27,5% rispetto all’anno precedente. Giù anche il coniglio (-6,2%), complice anche la fisiologica riduzione della domanda nei mesi estivi, con la crescita rispetto al 2022 che è diminuita di circa il 10%, portandosi a +13,8%. Anche il pollo cala, ma meno (-2,6%).

In controtendenza i prezzi dei tagli di carne suina, aumentati del +8% rispetto a giugno, grazie ad una domanda in crescita durante la stagione estiva. I maggiori rialzi hanno interessato, in particolare, lombi e pancette.

Pesce

Dando invece uno sguardo al pesce, a luglio piovono rincari a doppia cifra rispetto allo scorso anno per alici, dentici, sogliole e cozze, mentre i prezzi rimangono sostanzialmente stabili rispetto a giugno, con delle variazioni solo legate alla maggior reperibilità di alcuni prodotti. Il boom su base annua è dovuto principalmente alle variazioni climatiche, che hanno portato a una maggiore disponibilità di prodotti, come crostacei e molluschi cefalopodi, la cui attività riproduttiva si svolge durante l’inverno, mentre la pesca e l’allevamento delle altre specie hanno risentito dell’aumento generale dei costi.

Nella categoria “Pesci freschi di mare”, a luglio rispetto a giugno è evidente l’aumento del prezzo dei cefali (+18,4%; -61,5% invece su base annua), dopo il forte calo dei mesi precedenti, e dei dentici (+19,6%), che quest’anno sono poco pescati. Viceversa, risulta in diminuzione il prezzo delle spigole (-27,2%; -32,7% rispetto al 2022) che in luglio sono presenti nei mari in taglia commerciale.

Osservando invece i listini su base annua, risulta in forte aumento il prezzo delle spatole (+31,2%; -7,3% su base mensile), pesce la cui presenza nei nostri mari è in forte diminuzione. In crescita significativa anche le quotazioni di alici (+19,2%; -3,2% rispetto a giugno), dentici (+66,2%; +19,6% su base mensile) e sogliole (+17,1%; -4% su giugno) specie sempre meno presenti nei nostri mari.

Nella categoria “Crostacei freschi”, rispetto al mese precedente, prezzi in calo per il gambero rosso (-48,9%). Su base annua si è registrato un decremento del prezzo di tutte le specie rilevate, a conferma di come le particolari dinamiche climatiche del 2023 abbiano favorito la riproduzione dei crostacei in inverno.

Nella categoria “Molluschi freschi”, su base annua, è risultato un deciso aumento del prezzo dei mitili (+15%, che però segnano un -12,4% rispetto a giugno) che quest’anno sono molto meno disponibili nei mercati a causa della siccità invernale che ne ha condizionato negativamente l’accrescimento. Scendono le seppie (-15,4%, ma anche qui su giugno +10,5%), che nel 2022 erano state poco pescate.

Infine, nella categoria “Pesci e frutti di mare secchi, affumicati o salati” sono in forte crescita, su base annua, la quotazione del baccalà secco (+16,2%; 0% su base mensile), a causa della sempre minor pesca del merluzzo dei mari del Nord, e il prezzo del salmone affumicato (+15,8%; 0% su giugno), che risente dell’aumento dei costi di produzione.

Vino

Nel mercato vinicolo, a luglio i prezzi all’ingrosso del vino aumentano solo leggermente (+0,4%). Continua ad essere però negativo il confronto con lo scorso anno (-5,1%). Sostanziale stabilità per i vini comuni, ad eccezione dei rosati (+8,3%), che quasi dimezzano il divario con il 2022 (+13%).

Oscillazioni limitate per i vini DOP-IGP, ad eccezione dei rosati (+2,4%). Rallentano ancora spumanti e frizzanti, con una contrazione mensile del -0,7%, imputabile al calo subito dagli spumanti prodotti con metodo charmat (-0,9%).

infografica 10 prodotti alimentari rincari luglio 2023
I 10 alimenti con i rincari più alti a luglio 2023

Quali cibi costano di più a luglio

Ecco i 10 cibi che a luglio all’ingrosso sono aumentati di più di prezzo, rispetto a giugno 2023:

  1. cetrioli +37,4%
  2. susine +24,7%
  3. fragole +21,9%
  4. dentici freschi di pescata +19,6%
  5. cefali o muggini freschi di pescata +18,4%
  6. olio di oliva +16,9%
  7. seppie fresche +10,5%
  8. carne suina +8%
  9. sgombri freschi di pescata +6,9%
  10. semola +6,6%

Quali cibi costano di meno a luglio

Ecco i 10 cibi che a luglio all’ingrosso sono diminuiti di più di prezzo, rispetto a giugno 2023:

  1. pesche noci e nettarine -39,5%
  2. peperoni -36,6%
  3. albicocche -32%
  4. pesche -31,2%
  5. sedano -28,5%
  6. spigole fresche di pescata -27,2%
  7. finocchi -25,4%
  8. zucchine -23,6%
  9. cipolle -20%
  10. bietole -19%.