Caro-vita, dalla benzina ai voli e alberghi: cos’è aumentato

Non solo benzina e voli, ma anche alberghi, caro-spesa e rate dei mutui schizzati alle stelle: ecco tutti gli aumenti del 2023, anno di crisi per gli italiani

Foto di Luca Bucceri

Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Un 2023 da dimenticare, da mandare in archivio quanto prima nella speranza che il 2024 possa portare maggior stabilità e una ripresa economica che tutto il mondo ha bisogno. Ne hanno di certo bisogno gli italiani, che quest’anno hanno dovuto affrontare dei rincari da record, col caro-vita che non ha eguali a causa dei prezzi schizzati alle stelle in più settori. Dal caro-carburanti, passando al caro-voli e al caro-carrello, è stato un vero e proprio caro-2023. Ma quali sono gli aumenti più importanti registrati in questi otto mesi dell’anno?

Benzina alle stelle

Il primo rincaro a essere menzionato, ovviamente, non può non essere quello legato ai carburanti. Dal 1° agosto i benzinai saranno obbligati a esporre il cartello con i prezzi medi nazionali, una misura volta ad avere maggior trasparenza sul prezzo alla pompa di rifornimento, ma quel che è certo è che i costi per un pieno all’auto aumentano a dismisura.

Stando alle medie dei prezzi praticati comunicati dai gestori all’Osservatorio prezzi del ministero delle Imprese e del made in Italy ed elaborati dalla Staffetta, rilevati alle 8 di ieri mattina su circa 18.000 impianti, la situazione sembra essere sfuggita di mano. Questi, infatti, i costi:

  • Benzina self service a 1,909 euro/litro (+1 millesimo, compagnie 1,917, pompe bianche 1,892);
  • Diesel self service a 1,763 euro/litro (+1, compagnie 1,771, pompe bianche 1,742);
  • Benzina servito a 2,043 euro/litro (+1, compagnie 2,089, pompe bianche 1,952);
  • Diesel servito a 1,898 euro/litro (+2, compagnie 1,945, pompe bianche 1,804);
  • Gpl servito a 0,700 euro/litro (invariato, compagnie 0,710, pompe bianche 0,687);
  • Metano servito a 1,416 euro/kg (+2, compagnie 1,418, pompe bianche 1,412);
  • Gnl 1,242 euro/kg (invariato, compagnie 1,253 euro/kg, pompe bianche 1,236 euro/kg).

Numeri che, elencati così, possono non dire tanto sulla situazione attuale per chi non ha grande memoria, ma che se paragonati con i dati degli anni passati assumono tutt’altro significato. Mai, infatti, da luglio 2022 la benzina era arrivata a prezzi così elevati, tra l’altro con il paragone fatto con un periodo in cui era in vigore lo sconto di 30 centesimi sull’accisa, con il Governo che avrebbe nuovamente paventato questa ipotesi nelle scorse ore.

Ma guardando in giro per l’Italia c’è chi, come le Marche, può sorridere con un prezzo contenuto della benzina (1,892 euro al litro), mentre la maglia nera assoluta per il prezzo più alto in modalità self è della Provincia Autonoma di Bolzano, dove un litro di benzina oggi costa 1,945 euro.

Prezzi che corrono, ma con la speranza da parte dell’esecutivo che il nuovo obbligo di esposizione dei costi medi possa frenare i continui rialzi che sempre più pesano sulle tasche degli italiani che in queste settimane partono per le vacanze.

Voli non tanto low cost

Partenze che, volenti o nolenti, gli italiani possono affrontare solo in due modi. E in entrambi arriva la stangata. Se non è macchina, infatti, è aereo e il caro-voli mai come quest’anno sta facendo avvertire crisi e limiti per le vacanze.

Come vi abbiamo raccontato, infatti, le compagnie low cost hanno aumentato a dismisura i prezzi dei voli, con gli italiani che hanno volato nei primi sei mesi di quest’anno che hanno speso in media il 52% più dello stesso periodo del 2022. I voli di lungo raggio sono aumentati del 58%, quelli nazionali addirittura del 70% a marzo e per alcune tratte interne addirittura del 67%.

Quanto costa una camera d’hotel

E dribblati gli ostacoli dei costi di benzina e voli, è una volta scelta la meta che proseguono i problemi legati ai costi di soggiorno. Per chi ha intenzione di prenotare una camera d’hotel, infatti, i prezzi delle strutture sono da capogiro.

Secondo i dati analizzati dal Corriere, e raccolti da Mabrian Technologies, per una notte in camera doppia nei giorni feriali e con colazione esclusa in un hotel 3 stelle in Italia la spesa media nel periodo 1° giugno-31 agosto di quest’anno è di 122 euro (+19,6% sullo stesso trimestre del 2019), cifre che salgono a 174 euro in un 4 stelle (+11,5%) e a 431 euro in un 5 stelle (+18,4%). Si tratta di un buon 20% in più rispetto al 2019, anno pre-pandemia preso in considerazione come punto di svolta per il rincaro delle strutture.

A oggi, secondo quanto riferito dal sito Prontobolletta, il prezzo medio di un pacchetto turistico di almeno 4 notti ha raggiunto in Italia il prezzo di 1.139 euro, cifre che salgono addirittura a 2.967 euro in caso di soggiorno all’estero. Ecco perché, spinti dal senso di responsabilità di chi non vuole rischiare di non arrivare a fine mese, un italiano su tre ha deciso di rinunciare alle vacanze.

E chi invece riuscirà a partire sembra essere rassegnato a dover fare comunque economia, magari accorciando la vacanza o cercando di spendere meno sulle altri voci quali alloggio, cibo e divertimento.

Rincari su frutta e verdura

E il caro-spesa? C’è anche quello in questo 2023, con tanti prodotti che hanno subito un rincaro non di poco conto. Pane, pasta, frutta e verdura, infatti, sono gli alimenti che hanno subito i maggiori sovrapprezzi negli ultimi mesi, con l’Istat che ha parlato di crisi come “inflazione climatica”.

Secondo l’Istituto, infatti, c’è stato un rincaro dal 9,4 al 10,4% a luglio su frutta e verdura dovuto a dei problemi alla filiera legati all’emergenza climatica. Prima siccità, poi alluvioni e ancora grande caldo hanno infatti frenato la produzione. E se pian piano le aziende hanno trovato il modo di ritornare in carreggiata, a pesare sul prezzo finale è il rincaro che hanno dovuto affrontare per energia e carburanti. Dunque come un cane che si morde la coda, con gli italiani che risentono doppiamente del sovrapprezzo della benzina.

Mutuo, la rata è salata

Ultimo, ma non ultimo, tra gli aumenti anche quello legato ai mutui. Da gennaio i tassi fissi sono infatti aumentati in media di tre punti percentuali, mentre per i variabili l’aumento è partito dopo, ma si attesta oggi a quattro punti. E a pagarne le conseguenze, come sempre, sono gli italiani.

Secondo quanto riferito dal Corriere, infatti, oggi chi stipula un muto per 150.000 euro per 30 anni vede lievitare la rata rispetto al passato: da 482 euro del giugno 2022 ai 795 euro attuali.