I (pochi) prodotti del paniere tricolore: il salva spesa è già un flop

Partito domenica 1 ottobre, il Patto anti-inflazione siglato dal governo Meloni e 32 associazioni del commercio non sembra funzionare: ecco i prodotti scontati

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Miriam Carraretto

Giornalista politico-economica

Esperienza ventennale come caporedattrice e giornalista, sia carta che web. Specializzata in politica, economia, società, green e scenari internazionali.

Un giorno di vita e il “paniere tricolore” è già sbiadito. L’iniziativa anti-inflazione del governo Meloni, suggellata da un Patto tra Palazzo Chigi e ben 32 associazioni del Sistema Italia – in pratica, tutte le associazioni della GDO, del commercio tradizionale, esercenti e cooperative, settore farmaceutico e parafarmaceutico -, sembra già fare acqua da tutte le parti.

Il “trimestre anti-inflazione“, l’iniziativa del Governo studiata per contenere i prezzi e tutelare il potere di acquisto dei consumatori, specialmente delle famiglie, e combattere l’inflazione, non è partito per il verso giusto. Il Patto prevede che le imprese aderenti promuovano, dal 1° ottobre al 31 dicembre 2023, una selezione di articoli a prezzi calmierati, attraverso varie modalità: sconti, promozioni speciali e così via.

Le offerte si applicano soltanto ai beni cosiddetti di prima necessità, alimentari e non alimentari di largo consumo, compresi quelli rientranti nel “carrello della spesa”, e anche ai prodotti per l’infanzia e la cura della persona.

“Penso sia la prima volta che tutto il sistema Italia, la filiera alimentare, dei beni di largo consumo, firma un patto con il governo per tenere sotto controllo i prezzi del carrello della spesa, per aiutare famiglie, soprattutto quelle in difficoltà”, ha commentato la premier Meloni presentando il progetto. “È un’iniziativa frutto di un confronto durato diverse settimane, che ha portato un risultato concreto, e che dimostra al governo che noi non siamo soli quando ci sono da affrontare dei problemi. Forse dimostra anche al mondo produttivo che c’è una guida, che c’è in questa nazione finalmente un governo che sa ascoltare e che ha l’umiltà di chiedere una mano quando c’è da affrontare situazioni complesse, come la spirale inflazionistica davanti a cui ci troviamo”.

Cosa non funziona del carrello salva spesa di Meloni

Eppure la realtà sembra essere diversa dai proclami. Il “carrello salva-spesa” aveva già sollevato numerosi dubbi prima della sua partenza: ora che è arrivato davvero, le perplessità iniziali si sono trasformate in dati. Codacons ha realizzato un primo monitoraggio sul paniere anti-inflazione, dove si scorgono limpide alcune criticità che rischiano di sabotare i buoni propositi dell’azione di governo, perché non creerebbero quei vantaggi economici annunciati a gran voce.

Per prima cosa, i prodotti a prezzo scontato inseriti nel paniere sono decisamente pochi e al di sotto delle aspettative, denuncia Codacons.

Secondo aspetto, la maggior parte degli esercizi della grande distribuzione ha optato per i cosiddetti prezzi fissi: ha bloccato cioè i listini di alcuni beni di largo consumo, dalla pasta all’olio, senza applicare veri ribassi. Questo significa che per i prossimi tre mesi i prodotti in questione non subiranno variazioni di prezzo, nemmeno – e questo sa di paradossale – in presenza di condizioni di mercato che favorirebbero la discesa dei loro listini.

Altro punto critico è quello che vede come unici prodotti inseriti nei panieri venduti in supermercati e ipermercati esclusivamente quelli a marchio privato della grande distribuzione, mentre i beni delle marche alimentari più note sono esclusi dal paniere, denuncia ancora l’associazione dei consumatori. Il problema è che questi prodotti hanno una quota di mercato limitata, pari solo al 20,8% dell’intero settore delle vendite nella Gdo: l’effetto dunque è che tutti coloro che acquistano beni di marchi specifici non beneficeranno di fatto di un vero vantaggio economico.

Tuttavia, va detto che alcuni brand hanno già comunicato che abbasseranno i prezzi. È ad esempio il caso di Ferrero, peraltro appena sbarcata nei supermercati con i nuovissimi Kinderini, già andati a ruba. Il colosso dolciario di Alba e paladino del Made in Italy è la prima industria ad aderire al Patto anti-inflazione. “Aderiremo alle iniziative di contenimento dell’inflazione” ha annunciato Alessandro d’Este, presidente e amministratore delegato di Ferrero commerciale Italia. “Noi abbiamo fatto aumenti di listino estremamente contenuti. Dal 2017 al 2022 non abbiamo fatto aumenti. Lo abbiamo fatto nel 2022 e ce ne sarà uno anche a partire dai prossimi mesi del 2024”. Hanno aderito però anche Barilla, Nestlé e Mutti, che congeleranno i costi della passata di pomodoro, della pasta e di latte e derivati.

E i piccoli negozi?

Sul fronte delle adesioni a livello nazionale si registra una buona performance solo presso supermercati, ipermercati, farmacie e parafarmacie. Mancano all’appello invece i piccoli negozi al dettaglio, specie quelli alimentari, che sembrano latitare, almeno per ora.

“Una défaillance che appare lampante analizzando l’elenco degli esercizi che partecipano al paniere tricolore pubblicato sul sito del Mimit, e che danneggia quei consumatori che risiedono nei piccoli comuni dove magari non ci sono grandi supermercati. Consumatori che per approfittare del paniere salva-spesa dovranno necessariamente prendere la macchina e recarsi presso i comuni limitrofi, con spese di trasporto che vanificano del tutto i potenziali vantaggi del paniere” denuncia ancora Codacons.

Il nodo inflazione: perché si abbasserà comunque

Non dimentichiamo poi, come sottolinea l’Unione Nazionale Consumatori, che quello siglato dal governo con la distribuzione è un “patto senza obblighi“: una sorta di promessa di buone pratiche. Che peraltro beneficia del fatto che a ottobre dello scorso anno si era raggiunto il record dell’inflazione, +11,8% contro il +5,4% tendenziale di agosto 2023, meno della metà: dunque diventa facile parlare di “trimestre anti-inflazione” visto che ovviamente, nel confronto tra ottobre 2023 e ottobre 2022, assisteremo a una contrazione forte dell’inflazione.

L’effetto “carrello salva spesa” sarà quindi soltanto un miraggio. Secondo lo studio dell’Unione Nazionale Consumatori, infatti, se già oggi prendiamo i dati Istat di agosto 2023 e li confrontiamo, non con quelli di agosto 2022 ma con quelli di ottobre 2022, l’inflazione precipita dal +5,4% tendenziale comunicato dall’Istat a +1,2%, 4,5 volte in meno, pur essendo i prezzi di agosto 2023 esattamente gli stessi.

Quali prodotti sono scontati fino al 31 dicembre

Per quanto riguarda i prodotti con prezzi ribassati, non esiste un vero e proprio elenco. Ciascun negozio o supermercato può scegliere liberamente gli articoli che saranno oggetto di promozioni anti-inflazione, purché siano – come detto – beni di prima necessità, alimentari e non alimentari di largo consumo, compresi quelli rientranti nel “carrello della spesa”, e anche prodotti per l’infanzia e la cura della persona.

In ogni caso, per quanto non ci sia una lista ufficiale, possiamo comunque provare a stilare almeno un elenco di prodotti alimentari considerati di prima necessità, sulla base di quanto indicato dal Ministero delle Politiche agricole proprio in queste settimane in merito alla nuova carta “Dedicata a te”. Nell’allegato pubblicato dal Ministero troviamo:

  • carni suine, bovine, avicole, ovine, caprine, cunicole (conigli)
  • pescato fresco
  • latte e suoi derivati
  • uova
  • oli d’oliva e di semi
  • prodotti della panetteria (sia ordinaria che fine), della pasticceria e della biscotteria
  • paste alimentari
  • riso, orzo, farro, avena, malto, mais e qualunque altro cereale
  • farine di cereali
  • ortaggi freschi, lavorati
  • pomodori pelati e conserve di pomodori
  • legumi
  • semi e frutti oleosi
  • frutta di qualunque tipologia
  • alimenti per bambini e per la prima infanzia (incluso latte di formula)
  • lieviti naturali
  • miele naturale
  • zuccheri
  • cacao in polvere
  • cioccolato
  • acque minerali
  • aceto di vino
  • caffè, tè, camomilla.

Pasta, biscotti e detersivi sono i prodotti più scontati. Seguono farina, zucchero, alimenti per l’infanzia, caffè, cereali, uova e merendine. Più difficili i cali per cibi freschi, frutta e verdura. Il risparmio calcolato dai commercianti è di circa 30 euro in 3 mesi in media a famiglia.

Quali supermercati aderiscono al “Trimestre anti-inflazione”

Per quanto riguarda invece i supermercati e i punti vendita che aderiscono al Patto anti-inflazione, il Mimit ha pubblicato sul suo sito l’elenco dei supermercati e negozi aderenti divisi per provincia: si tratta di una lista provvisoria, che viene continuamente aggiornata, quindi il consiglio è di andare a rivederla ogni tanto perché da un giorno all’altro potrebbero venire aggiunti nuovi punti vendita nel vostro comune o provincia.

Come spiegato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, al momento sono oltre 23mila i punti vendita che in tutta Italia proporranno a prezzi calmierati una vasta gamma di prodotti di largo consumo, elenco che entro fine di questa settimana dovrebbe arrivare a quota 25mila. Solo nelle città metropolitane le adesioni sfiorano quota 6.977, di cui quasi la metà si concentra nelle città di Roma (1.381) e Torino (1.074), e a seguire Napoli (801) e Milano (741).

Facendo però un giro nei supermercati lungo tutto lo Stivale, da Nord a Sud, si nota come la realtà appaia un po’ diversa dai numeri. I prodotti con i maggiori sconti sono quelli confezionati. Soprattutto i beni a marchio Coop, Conad, Pewex e Todis, che sono stati i primi ad aderire.

Il caso Coop: i prodotti scontati e a prezzo fisso

Per ora, gli sconti maggiori si vedono tra i banchi della Coop, che ha deciso di scontare il 10% del prezzo su oltre 200 prodotti a marchio Coop di largo consumo e bloccare il prezzo di altri 1000 prodotti a marchio, in aggiunta alle iniziative già in corso a tutela del potere d’acquisto.

“La proposta con la quale aderiamo concretamente al Trimestre anti-inflazione si somma all’impegno che, come cooperative di consumatori, ci ha sempre contraddistinto per arginare le difficoltà economiche delle famiglie e trovare il punto di equilibrio fra chi produce e chi consuma. In prospettiva ci aspettiamo ora abbassamenti di prezzi anche da parte dell’industria che ha dichiarato di aderire con lettere di intenti separate; questo ci permetterebbe di riversare questi abbassamenti direttamente sui prezzi di vendita dei prodotti di marca allargando quindi il paniere di beni coinvolto nell’operazione antinflazione” spiega la Presidente di Coop Italia Maura Latini.

Il carrello tricolore Coop contempla in totale più di 1200 prodotti di largo consumo a marchio Coop scelti tra quelli maggiormente presenti nella spesa quotidiana degli italiani. Di oltre 200 i prezzi saranno ribassati del 10%, per gli altri 1000 il prezzo sarà bloccato. La duplice operazione interessa l’intero perimetro dei prodotti a marchio Coop che garantiscono già oggi un risparmio anche fino al 30% rispetto ai rispettivi prodotti di marca.

L’iniziativa si aggiunge a quelle già in corso, come le attività promozionali di varia natura, il sostegno già in essere per i possessori della carta “Dedicata a te” varato nei mesi scorsi per volere del Ministero delle Politiche Agricole, il contenimento da ormai 18 mesi di una parte importante dell’aumento dei listini industriali senza riversarli sui soci e consumatori.

Nel paniere degli oltre 200 prodotti ribassati del 10% figurano beni di primaria necessità includendo sia alimentari che non alimentari come pasta, pelati, caffè, uova, latte, formaggi e ancora pannolini, baby food, detergenza etc attingendo da tutte le linee del prodotto a marchio Coop per rispondere anche a esigenze di consumatori diversi. Troviamo anche prodotti biologici della linea Vivi Verde, i prodotti del commercio equo e solidale (Solidal) e gli alimenti salutistici della linea BeneSì.

Simile la scelta adottata sugli oltre 1000 prodotti a prezzo bloccato, includendo in questo caso più di 40 categorie merceologiche, pari di fatto al 40% dell’assortimento. Rimangono fuori dal carrello tricolore quelle categorie sulle quali incombono tensioni legate all’approvvigionamento di materia prima a causa di una stagionalità difficile.

Gli altri supermercati aderenti

Conad segue con 600 prodotti a prezzi calmierati. In partenza anche i supermercati Elite ed Esselunga – al centro di una (sterile) polemica per il suo nuovo spot della “pesca” – che applicherà sconti del 20% in settimana e fisserà 40 prodotti a meno di 40 euro complessivi.

Nei prossimi giorni arriverà Carrefour, con 900 prodotti a prezzo calmierato e 30 prodotti a 30 euro. Si attendono anche Tigre e Lidl, che avrà un cartello di prodotti bloccati a 20 euro. E ancora: Despar con 300 prodotti a prezzo calmierato, Pim, Famila, Decò e Penny. Ancora nulla si sa riguardo a Eurospin e Md.