Caro biglietti aerei, il Governo mette un freno ma non per tutti

Nel decreto "Asset e investimenti" atteso in Cdm è previsto un intervento per limitare l'aumento spropositato dei prezzi dei voli operato dagli algoritmi delle compagnie

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Claudio Carollo

Giornalista politico-economico

Classe ’88, è giornalista professionista dal 2017. Scrive di attualità economico-politica, cronaca e sport.

Un limite alla corsa sfrenata dei biglietti aerei, ma soltanto per i voli nazionali verso Sardegna e Sicilia. Il piano del Governo Meloni di mettere uno stop agli algoritmi delle compagnie che determinano il costo delle tratte aeree si è scontrato con la libertà d’impresa dei vettori. Per questo calmierare i prezzi dei ticket rischierebbe di risultare illegittimo, tranne che per le Isole dove prevale il diritto dei cittadini ad essere collegati con il resto dell’Italia.

Il piano del Governo

Il piano del Governo per fronteggiare l’aumento vertiginoso dei prezzi dei biglietti aerei registrato quest’estate dovrebbe essere affrontato nel Consiglio dei ministri di lunedì 7 agosto nella discussione sul decreto “Asset e investimenti”.

Lo ha anticipato nei giorni scorsi il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, che ha sottolineato come “grazie al monitoraggio fatto con la legge trasparenza che riguardava anche gli altri settori in cui si verificano aumenti anomali dei prezzi abbiamo potuto verificare che l’algoritmo che veniva realizzato crea una distorsione di mercato” (qui avevamo parlato dell’intervento di ‘Mr Prezzi’ sul caro voli).

L’obiettivo è contrastare la determinazione dinamica dei prezzi decisa dai sistemi dei portali delle compagnie aeree sulla base di un maggiore o minore interesse sui voli, senza però tenere in conto i diritti dei consumatori.

L’algoritmo, ha spiegato il ministro Urso, “non solo si adatta secondo la richiesta ma per giunta lascia liberi dei posti per un’asta finale e questa è una distorsione che sarà censurata, resa impossibile da una norma che metteremo nel prossimo decreto legge”.

Secondo quanto dovrebbero prevedere la bozza del decreto, le compagnie non potranno utilizzare gli algoritmi per i voli nazionali da e verso le Isole e quando la domanda di viaggi sarà molto alta, come in occasioni delle feste di Pasqua, di cui qui abbiamo parlato del caro biglietti, o Natale.

In ogni caso, stando alle nuove regole che avrebbe intenzione di imporre il Governo, la tariffa finale non potrà superare del 200% quella media del volo e le compagnie non potranno più determinare il prezzo in base al profilo degli utenti o in base al dispositivo che usano per prenotare.

I prezzi dei biglietti aerei

Secondo quanto rilevato dall’associazione dei consumatori Assoutenti, nell’arco di un mese si sono registrati aumenti fino al 93% e una spesa minima di quasi 1.000 euro a famiglia andata e ritorno per voli come, ad esempio, Roma-Cagliari.

Assoutenti ha confrontato i prezzi minimi al 3 luglio e al 5 agosto per una famiglia di due adulti e due bambini in partenza, con andata il 12 agosto e ritorno il 19 agosto: sulla Milano-Cagliari una famiglia spendeva 729 euro il 3 luglio e 760 euro il 5 agosto (+4,2%); sulla Milano-Palermo si passa da 818 euro a 954 euro (+16,6%). Aumenti più consistenti sulla Milano-Brindisi (da 845 euro a 1.129 euro, +33,6%), fino ad arrivare alla tratta Roma-Cagliari che registra un aumento del +71,9%: da 573 euro a 985 euro.

Il 6 luglio, il volo Brindisi-Cagliari-Brindisi  costava a persona 286 euro, mentre il 5 agosto costa 357 euro, con un aumento del +24,8%. La tratta Napoli-Alghero registra un aumento del 93,5%: un volo che il 5 luglio costava 247 euro ora ne costa 478. Forti aumenti anche sulla Pisa-Alghero, che passa da 186 euro a 296 euro (+59,1%).

Meno preoccupante il quadro dei collegamenti con gli scali nel Nord Italia: il volo Venezia-Olbia-Venezia il 6 luglio costava a persona 330 euro, mentre il 5 agosto costa “solo” 338 euro. Da Torino a Olbia, il prezzo è salito da 328 a 373 euro, con un aumento del +13,7%.