Auto, Urso contro Stellantis: arrivano nuovo produttore in Italia e revisione degli incentivi

Le parole del ministro Urso promettono una trasformazione del settore auto: non solo un'attenta analisi degli stabilimenti Stellantis

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Luca Incoronato

Giornalista

Giornalista pubblicista e copywriter, ha accumulato esperienze in TV, redazioni giornalistiche fisiche e online, così come in TV, come autore, giornalista e copywriter. È esperto in materie economiche.

Clima teso tra il governo Meloni e Stellantis. Le parole del ministro per le imprese e il made in Italy, Adolfo Urso, rendono ben chiaro il concetto. Delineato il quadro delle prossime settimane, con in programma prima le riunioni su Stellantis e, il primo febbraio, un tavolo sull’automotive incentrato sul tema incentivi.

Il piano Stellantis

Sarà una settimana rovente per il ministro Urso, pronto a discutere tanto con Stellantis quanto con le Regioni e “tutti gli attori coinvolti”. Cinque riunioni previste in sette giorni, procedendo all’analisi di ogni singolo stabilimento.

Si intende comprendere quelli che sono i programmi di Stellantis per tutte le aziende sul territorio. Si partirà con lo stabilimento di San Nicola di Melfi, che necessita di certezze, ha spiegato il ministro: “Per il primo febbraio è stato convocato un tavolo automotive, complessivo di settore. Presenteremo il Piano incentivi per il 2024, al fine di aumentare la produzione in Italia. Segneremo una svolta rispetto a quanto accaduto negli anni passati”.

Le indicazioni del governo

Risulta chiaro come il governo di Giorgia Meloni intenda fronteggiare la delicata situazione della produzione automobilistica in Italia in maniera differente. Non sembrano esserci dubbi sulla disponibilità anche all’eventuale scontro con Stellantis. Il futuro potrebbe infatti riservare anche ulteriori scenari, al fine di garantire nuovi sbocchi.

Il ministro Urso ha delineato tre direttrici da seguire. La prima prevede un netto incentivo per la rottamazione dei veicoli più vecchi (0, 1, 2, 3), considerando il loro elevato grando di inquinamento prodotto. La seconda prevede un sistema che favorisce, economicamente parlando, l’acquisto di modelli ecologicamente sostenibili. Lo sguardo qui si rivolge ai ceti più bassi e, in generale, ai soggetti che vantano minori disponibilit economiche. La terza direttrice, infine, consiste in un aumento netto della produzione nazionale.

Occorre agire per risollevare un settore che, come ha spiegato il ministro, “ha problemi da anni”. Non manca una dura frecciatina politica, spiegando come la situazione attuale sia frutto anche della disattenzione di chi governava in precedenza. Era necessario intervenire per tempo, quando è stata costituita la multinazionale Stellantis: “Gli interessi di altri Paesi sono stati meglio tutelati. Mi riferisco alla Francia, così come agli Stati Uniti, rispetto a quanto accaduto invece in Italia”.

Una dura presa di posizione, che di fatto striglia tanto l’opposizione quanto l’operato della società. Per quanto la rotta sia sbagliata, dice, il governo Meloni è certo di poterla invertire. Proprio qui entra in gioco la grande scommessa dell’esecutivo che, attraverso le parole del ministro, annuncia di star lavorando per portare un altro marchio in Italia.

“Al termine dei tavoli tecnici svolti con Stellantis, al fine di valutare il lavoro di ricognizione stabilimento per stabilimento, riuniremo un gruppo coordinato dal mio dicastero sull’area industriale di crisi complessa di Melfi. Abbiamo già destinato 20 milioni di euro. Puntiamo a fare un conto esatto di quelli che sono i fabbisogno, implementando le risorse, eventualmente”. Un annuncio di gran forza, che si spera possa avere oggi una base concreta. Non è infatti la prima volta che il tema salta fuori. Una prospettiva paventata già a ottobre 2023, ad esempio,