Sono trascorse appena poche ore da quando l’esito delle elezioni politiche del 25 settembre è stato ufficializzato dagli addetti del ministero dell’Interno. Eppure, in Italia come nel resto del mondo, sono moltissime le personalità politiche di spicco che hanno deciso di dare la propria lettura del voto tramite una dichiarazione pubblica, un messaggio indirizzato agli organi di stampa o con un post rilanciato sui social network.
La vittoria di Giorgia Meloni e le reazioni delle cancellerie internazionali
Nel nostro Paese l’unica a non aver ancora parlato è proprio Giorgia Meloni, che sta evitando con cura ogni possibile commento, lasciando che gli animi si raffreddino ed evitando così di iniziare la legislatura con qualsiasi tipo di polemica. Per il resto invece, gli altri leader sono stati costretti ad intervenire di persona a causa dei risultati deludenti delle rispettive compagini.
Lo ha fatto Enrico Letta, che ha annunciato lo svolgimento del congresso Pd in tempi stretti, specificando che non si ricandiderà per la figura di segretario. Lo ha fatto anche Matteo Salvini, che ha visto crollare all’8% i consensi della Lega dopo averla portata oltre quattro volte più in alto solamente tre anni fa: anche lui ha indetto una fase di confronto interno al Carroccio, con esiti ancora tutti da prevedere.
L’endorsement di Zelensky per Giorgia Meloni: le parole del presidente ucraino
A livello internazionale – tra l’entusiasmo dei capi di Stato sovranisti come l’ungherese Viktor Orban e il polacco Matheus Morawiecki e la preoccupazione di diversi esponenti socialisti e progressisti come il presidente spagnolo Pedro Sanchez e la prima ministra francese Elisabeth Borne – ha suscitato parecchio scalpore l’endorsement di Volodymyr Zelensky per la futura premier italiana. Il leader ucraino è intervenuto rivolgendosi direttamente a lei tramite un tweet postato sulla sua pagina ufficiale: “Congratulazioni a Giorgia Meloni e al suo partito per la vittoria alle elezioni. Apprezziamo il sostegno costante dell’Italia all’Ucraina nella lotta contro l’aggressione russa. Contiamo su una proficua collaborazione con il nuovo governo italiano”.
Un messaggio di speranza più che un’esultanza vera e propria. Il presidente ucraino è consapevole che Fratelli d’Italia non intende distanziarsi dalle politiche messe in atto da Mario Draghi per contrastare l’invasione di Vladimir Putin. Un concetto ribadito nella risposta della Meloni, veicolata tramite un breve messaggio: “Caro Zelensky, sai che puoi contare sul nostro leale supporto per la causa di libertà del popolo ucraino”.
Meloni pronta a governare: quanto spenderà per le missioni militari?
Un modo inequivocabile per rassicurare le cancellerie internazionali ancora molto dubbiose sul suo conto, a cominciare da quella americana di Joe Biden. Ma la domanda che ora tutti si fanno riguarda gli investimenti economici che il nuovo Esecutivo italiano intende mettere a bilancio per la politica estera. Già nei primi mesi di governo Giorgia Meloni dovrà trovare un paio di miliardi da inserire nella prossima Legge di Bilancio proprio alla voce “missioni internazionali“, un’eredità del vecchio Parlamento a cui la leader non intende sottrarsi.
Più incerti invece gli stanziamenti futuri, che però non potranno essere di molto inferiori rispetto a quelli inseriti dall’ex capo della Bce dopo lo scoppio del conflitto in Ucraina. Secondo l’Osservatorio Milex, che monitora le spese italiane per le missioni militari, nel 2022 il nostro Paese ha aumentato i fondi per le operazioni belliche all’estero da quota 1,35 miliardi nel 2021 a 1,5 miliardi di euro nell’anno corrente. Con Salvini che mette in dubbio l’efficacia delle sanzioni contro Mosca e Berlusconi che non ha ancora interrotto i propri rapporti col capo del Cremlino, riuscirà Giorgia Meloni a mantenere la barra dritta sugli aiuti a Kiev?