Agricoltura, servono subito 100mila stagionali: come proporsi

Lavorare in agricoltura in Italia è possibile: il settore è a corto di personale. Si cercano raccoglitori stagionali ma anche tecnici specializzati. Ecco una piccola guida al lavoro in campagna.

Foto di Mauro Di Gregorio

Mauro Di Gregorio

Giornalista politico-economico

Laurea in Scienze della Comunicazione all’Università di Palermo. Giornalista professionista dal 2006. Si interessa principalmente di cronaca, politica ed economia.

L’estate si avvicina e come ogni anno si cercano operai stagionali per la raccolta dei prodotti agricoli. Operai da impiegare poi anche nel periodo autunnale per le vendemmie che si prolungheranno e per la raccolta delle olive, e non solo. Ma c’è un problema: l’Italia ha carenza di braccia. E non mancano solo quelle.

Coldiretti: “Mancano 100mila lavoratori agricoli”

Oltre ai raccoglitori, nel settore agricolo mancano anche le maestranze specializzate. L’allarme viene lanciato da Coldiretti. La maggiore associazione di rappresentanza e assistenza dell’agricoltura italiana dice che mancano all’appello almeno 100mila lavoratori per colmare la “mancanza di manodopera che ha duramente colpito l’agricoltura lo scorso anno con la perdita rilevante dei raccolti nazionali”.

Calderone: “Si cerca un milione di lavoratori”

L’inciso di Coldiretti arriva all’indomani delle dichiarazioni della ministra del Lavoro, Marina Elvira Calderone, sulla necessità di coprire un milione di posti di lavoro. Al Forum Confcommercio la ministra ha dichiarato che “oggi, probabilmente, abbiamo un milione di posti di lavoro che non riusciamo a coprire, mentre abbiamo tante persone che sono fuori dal circuito lavorativo e quindi dall’impegno attivo nel mondo del lavoro”. Il motivo? Un ritardo epocale sul fronte della formazione: “Insieme alle politiche attive – ha dichiarato Marina Elvira Calderone – c’è il tema della formazione delle lavoratrici e lavoratori che devono essere avviati a lavori che ci sono e non a lavori che non ci sono o che sono pensati rispetto a logiche del passato”.

Tornando al settore agricolo, come già anticipato, Coldiretti puntualizza che mancano braccia, ma anche talenti: si cercano “i trattoristi, i serricoltori, i potatori e tecnici dell’agricoltura 4.0 per guidare droni, leggere i dati metereologici ed utilizzare gli strumenti informatici ma anche raccoglitori per le verdure, la frutta e la vendemmia” e poi ancora figure che si occupino della filiera dalla “trasformazione aziendale dei prodotti alla vendita diretta, dalle fattorie didattiche agli agriasilo, ma anche alle attività ricreative, l’agricoltura sociale per l’inserimento di disabili, detenuti e tossicodipendenti, la sistemazione di parchi, giardini, strade, l’agribenessere e la cura del paesaggio o la produzione di energie rinnovabili“.

Al momento in Italia sono un milione gli occupati in agricoltura. Il numero si è stabilizzato negli ultimi tempi, dopo essere calato progressivamente fino a dimezzare gli addetti nel corso degli ultimi trent’anni.

Il governo ha semplificato il sistema di prestazioni occasionali. Sistema sostenuto da Coldiretti che snellisce le procedure burocratiche e facilita l’incontro fra domanda e offerta. Il sistema è aperto alle candidature di pensionati, studenti, disoccupati, percettori di Naspi, reddito di cittadinanza, ammortizzatori sociali e detenuti ammessi al lavoro all’esterno, con le stesse tutele contrattuali e previdenziali degli occupati a tempo determinato. Ma ancora non basta.

Lavoratori stranieri in agricoltura

Attualmente, secondo il Dossier Idos, un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere. Sono 358mila i lavoratori agricoli stranieri operanti in Italia. Un piccolo esercito di persone provenienti da 164 paesi diversi che sono impegnati nei campi e nelle stalle. Un piccolo esercito che copre “più del 30 per cento del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore”. E che però non copre l’intero fabbisogno di personale del settore. I numeri indicati non tengono però conto del lavoro nero, piaga che affligge il settore soprattutto nelle zone del Paese in cui imperversa il caporalato.

Lavoro nero in agricoltura

Come rende noto l’Anpal (Agenzia nazionale politiche attive lavoro), l’esplosione del lavoro nero in agricoltura non è un fenomeno esclusivamente italiano. Un recente rapporto Anpal rende noto che “secondo i dati forniti dall’Eurispes, circa il 25% dei lavoratori agricoli in Europa è irregolare o illegale”. Il picco è in Portogallo, con il 60% di lavoratori agricoli in nero. Segue la Bulgaria con un dato attorno al 50%. L’Italia si assesta su un tasso di poco superiore al 30%.

I lavoratori agricoli mancano e il dibattito pubblico appare polarizzato su due estremi: gli imprenditori che accusano i disoccupati di non avere voglia di faticare e i potenziali lavoratori che accusano gli imprenditori di offrire stipendi inadeguati per l’impegno richiesto.

Attualmente in Italia chi voglia lavorare come stagionale in agricoltura ha diverse scelte:

  • cercare annunci di lavoro su portali specializzati (vedi sotto);
  • chiedere informazioni ai centri per l’impiego;
  • consultare i siti delle agenzie per il lavoro (qui, a titolo di esempio, gli annuncio di Umana, qui quelli di Manpower, qui quelli di Gi Group e qui quelli di Adecco);
  • contattare direttamente le grandi aziende (soprattutto cantine, oleifici e consorzi) tramite i loro siti web. A questo proposito, per facilitare la ricerca è possibile utilizzare il Registro delle imprese o le Pagine Gialle;
  • visitare i siti web degli istituti superiori agrari. Ecco ad esempio gli annunci di lavoro pubblicati sul sito della scuola Arrigo Serpieri di Bologna;
  • spostarsi di territorio in territorio, soprattutto nei piccoli centri del Sud, e ricorrere al passaparola attaccando bottone nei luoghi più frequentati (Caf, bar, ecc…)

Per contrastare il lavoro nero in anni recenti lo Stato ha inasprito le pene: dal 2018 la sanzione prevista per il pagamento delle retribuzioni in contanti è cumulabile con la sanzione amministrativa prevista per il lavoro nero. Le multe possono raggiungere decine di migliaia di euro e mettere in ginocchio gli imprenditori.

Offerte di lavoro in agricoltura in Italia e all’estero

Coldiretti è scesa in campo con il portale Job in Country per favorire l’incontro, legale, fra domanda e offerta di lavoro.

Anche Confagricoltura ha fatto la sua parte, creando il portale di intermediazione AgriJob.

Si segnala anche Humus Job, rete di aziende etiche che praticano la condivisione per un lavoro regolare in agricoltura.

Ma anche le regioni scendono in campo: ad esempio, Io Lavoro in Agricoltura è la sezione del portale Io Lavoro, piattaforma digitale di Agenzia Piemonte Lavoro nata per favorire l’incontro fra domanda e offerta.

A Monza è attiva Monza Flora, la scuola agraria del Parco di Monza che occasionalmente pubblica annunci di lavoro.

AgriViva è una rete di circa 1.000 fattorie che in Svizzera offrono ai giovani la possibilità di fare esperienze in ambito agricolo.