Occupazione più florida dell’economia: cresce soprattutto in agricoltura

I dati Istat confermano il buon momento del mercato del lavoro, che nel terzo trimestre ha visto salire gli occupati di altre 65mila unità portando a +481mila la variazione su anno

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Redazione

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Resta forte il mercato del lavoro italiano, che mostra una crescita più ampia rispetto all’economia e, contrariamente al passato, mostra la creazione di posti di lavoro più stabili (contratti a tempo indeterminato). Lo rivela l’ultimo rapporto trimestrale dell’Istat sulla forza lavoro. L’agricoltura poi si conferma un vero e proprio serbatoio di lavoro e cresce più di altri settori.

La crescita del lavoro

Nel terzo trimestre 2023, la quantità di lavoro impiegata nel sistema economico (input di lavoro)  misurata in termini di ore lavorate – evidenzia l’Istituto – è aumentata dello 0,4% rispetto al secondo trimestre 2023, mentre il PIL è cresciuto di un più modesto 0,1%. Anche su anno, l’aumento del lavoro si attesta all’1,8% e la crescita del PIL allo 0,1%.
Gli occupati aumentano di 65 mila unità (+0,3%) rispetto al secondo trimestre 2023, dopo aver registrato nel solo mese di ottobre un aumenti di 27mila posti (+0,1%), che porta la variazione rispetto all’anno precedente a +481mila unità (+2,1%).

Lavoro più stabile

Il lavoro è più stabile: prevale soprattutto l’occupazione a tempo indeterminato (+75mila unità o +0,5%) e la crescita degli indipendenti (+10mila o+0,2%), che hanno più che compensato il calo dei dipendenti a termine (-19mila o -0,6%). La crescita dell’occupazione però interessa soltanto gli ultracinquantenni, in quanto tra i giovani diminuiscono gli occupati ed il relativo  tasso e tra i 35-49enni il calo del numero di occupati si associa alla stabilità del tasso. Anche a livello tendenziale la crescita occupazionale riguarda soprattutto dipendenti a tempo indeterminato (+3,1%) e gli indipendenti (+1,6%), mentre diminuiscono i dipendenti a termine (-2,3%).
Dal lato delle imprese prosegue la crescita delle posizioni dipendenti, che aumentano dello 0,6%, con una crescita più marcata per le posizioni a tempo pieno (+0,7%) rispetto a quelle a tempo parziale (+0,3%); anche la crescita tendenziale, pari al 2,7%, è più intensa tra i full time (+3,1%) rispetto ai part time (+1,6%).

Si riducono disoccupazione e inattivi

Nel terzo trimestre, il numero di disoccupati è sostanzialmente stabile (+2mila o +0,1%) e prosegue il calo degli inattivi di 15-64 anni (-84 mila, -0,7%). Il tasso di disoccupazione è stabile al 7,6% e il tasso di inattività in calo al 33,3% (-0,2 punti). Su base annua prosegue il calo dei disoccupati (-80mila o -4,1%) e quello degli inattivi tra i 15 e i 64 anni (-442 mila o -3,4%). Tale dinamica si riflette nella diminuzione dei tassi di disoccupazione (-0,4 punti) e di inattività (-1,1 punti).

Agricoltura serbatoio occupazionale

Aumentano del 2,1% le ore lavorate in agricoltura che, in base ad una analisi di Coldiretti sui dati ufficiali Istat, fa segnare una crescita di cinque volte superiore alla media dell’insieme delle attività economiche. Un dato che – sottolinea l’associazione rappresentativa del settore – conferma la vitalità del settore con quasi 568 milioni di ore lavorate nel trimestre, nonostante le difficoltà determinate dall’andamento climatico sfavorevole.
L’agricoltura offre opportunità di lavoro sia come dipendenti che per chi vuole intraprendere ed ha bisogno anche di figure altamente specializzate come i trattoristi, serricoltori, potatori e tecnici dell’agricoltura 4.0 per guidare droni, leggere dati metereologici ed utilizzare gli strumenti informatici.
Lo scorso anno in agricoltura hanno trovato opportunità di lavoro dipendente oltre 1 milione di persone, di cui quasi uno su tre (32%) con meno di 35 anni, ma la presenza di giovani è rilevante anche alla guida delle imprese. In Italia in controtendenza solo in agricoltura cresce il numero di giovani imprenditori under 30 che negli ultimi dieci anni sono aumentati dell’12,8% contro un crollo medio del 25,2% dell’insieme dei settori economici.